Che cosa può dire una madre (o un padre) alla figlia per aiutarla a diventare una donna realizzata e serenamente consapevole della propria bellezza? Claire de Saint Lager, autrice del libro Devenir Femme (Mame), offre piste eccellenti. Si tratta della fondatrice di “Graine de Femme” [Seme di Donna, N.d.T.], un percorso che in Francia aiuta le giovani a conoscersi meglio e a rivelare la loro personalità unica.
1«Essere una donna è un dono»
«Diventare donna è un’esperienza che deve radicarsi nella gioia», garantisce Claire de Saint Lagar. Un’esperienza unica e meravigliosa, nel corso della quale la giovane apprende a conoscersi e a realizzarsi. Ella prende coscienza della propria bellezza, del proprio valore, delle proprie qualità femminili… e impara a vederle come un dono.
2«Tu partecipi all’opera creatrice di Dio»
È cosa buona invitare la propria figlia a onorare il proprio corpo femminile e ad esserne fiera: un giorno potrà diventare madre e partecipare così all’opera creatrice di Dio. Invitatela, ad esempio, a vedere le mestruazioni non come una “piaga”, ma come un segno «di buona salute che viene a significare la capacità del corpo di portare un bambino». In alcuni Paesi, fa osservare Claire de Saint Lager, al momento del menarca «le bambine sono celebrate come in un matrimonio o in un bat-mitzvàh, è una festa grandiosa». Perché non instaurare un piccolo rituale per sottolineare questo passaggio così importante, offrendo un regalino, un gioiello e/o dei fiori?
3«Sei una donna unica e irripetibile»
Il primo punto di riferimento di un bambino, nel legame e nell’identificazione, è la madre: «All’inizio della vita, c’è come un’indifferenziazione dei corpi, perché il bambino è un tutt’uno con la madre». Questo legame è fondamentale. Con il tempo, è essenziale «incoraggiare la figlia ad accedere ai propri desideri, a sviluppare i propri doni particolari, i propri talenti». «È primordiale incoraggiare ciò che la ragazza ha di unico e di singolare, e valorizzarlo!». Per questo è cosa buona che ella si ispiri anche ad altre donne che ha attorno a sé: così potrà costruirsi un cammino personale.
4«Sei l’eroina della tua vita»
Incoraggiare i desideri e i sogni che una giovane porta in cuore è bello ed è cosa buona. Per Claire de Saint Lager, «l’adolescenza è l’età in cui si sogna, in cui si può osare, in cui c’è tutto da disegnare». Bisogna dar loro fiducia, ascoltarli e al contempo accompagnarli passo dopo passo. «Non si decide della propria vita a 15 anni: è una cosa che si va a costruire nel tempo. Si pongono le prime pietre, magari si andrà a imboccare qualche via laterale, poi altri cammini ancora. Imparare ad orientarsi richiede del tempo. L’importante è dare senso a ogni tappa e osare assumersi i propri rischi».
5«Sei bella»
Incoraggiare la giovane con la parola e con lo sguardo è fondamentale: fare un complimento sull’abbigliamento, sulle cose fatte, sulla bellezza. «Si può avere la figlia più bella della terra, ma se suo padre non le dice mai che è bella (in senso lato), lei non lo crederà – spiega Claire de Saint Lager –. Andrà a cercare questa risposta altrove». Aiutate le vostre figlie a trovare la loro bellezza personale: si manifesta nella generosità, nella dolcezza, nell’intelligenza, nello humour…?
6«Àmati e lasciati amare»
«Amarsi è un processo lungo – afferma l’autrice –, ma comincia di certo con la capacità di circondarsi di persone con le quali ci sentiamo bene e che ci vogliono bene». È importante che la giovane cerchi degli amici che la rispettino e la valorizzino. Se manca di fiducia in sé, può ricadere in relazioni tossiche che non saranno benefiche. «La scelta dei nostri amici mostra anche la stima che abbiamo di noi stessi».
7«Sei figlia prediletta di Dio»
L’adolescenza è anche un periodo per connettersi intimamente alla vita spirituale. Claire de Saint Lager sottolinea l’importanza di questo ascolto interiore che apre al divino, «al cuore a cuore con Colui che vive in me e che è più intimo a me di me stesso». «È importante che la giovane si sappia amata e che entri in una relazione amorosa con il Signore. Come se il Padre del Cielo le dicesse “Sei bella, figlia mia amatissima”».
[traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio]