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Deputata pro-aborto sfida l’arcivescovo che le ha proibito di fare la Comunione

Arcybiskup Cordileone Nancy Pelosi

fot. Jeffrey Bruno / Kevin Dietsch/Getty AFP/East News

Francisco Vêneto - pubblicato il 26/05/22

La democratica Nancy Pelosi, presidente della Camera statunitense, vuole fare la Comunione ma non vuole convertirsi, e pretende di “insegnare il Vangelo” all'arcivescovo di San Francisco

La deputata democratica pro-aborto Nancy Pelosi, presidente della Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti, ha deciso di sfidare pubblicamente l’arcivescovo di San Francisco, monsignor Salvatore Cordileone, che, seguendo le direttive del Codice di Diritto Canonico, le ha proibito di ricevere la Comunione nella sua arcidiocesi perché sostiene l’aborto volontario in modo pubblico e militante.

La Pelosi ha partecipato martedì 24 maggio al programma televisivo Morning Joe, della rete MSNBC, e ha approfittato dell’occasione per dichiararsi proveniente da una “famiglia ampiamente pro-vita, italoamericana e cattolica”, e affermare che rispetta “i punti di vista altrui al riguardo”, ma non che si voglia “imporli agli altri”.

Gli errori di Nancy Pelosi: “opinione” versus dottrina

Si tratta di un errore: monsignor Cordileone non si sta basando sulla sua “opinione”, ma sul Codice di Diritto Canonico (CDC).

Il canone 915 del CDC dà a qualsiasi sacerdote cattolico la prerogativa di negare la Sacra Comunione alle persone scomunicate o che optano di vivere in peccato mortale. Il canone 1398 afferma che le persone che praticano o collaborano attivamente all’esecuzione di aborti incorrono nella scomunica automatica (latae sententiae).

È il caso sia di Nancy Pelosi che del Presidente democratico Joe Biden. Entrambi promuovono attivamente l’aborto, contrariando frontalmente il Catechismo della Chiesa Cattolica, ben chiaro al riguardo: il numero 2271 ricorda che fin dal I secolo la Chiesa afferma “la malizia morale di ogni aborto provocato”, che “questo insegnamento non è mutato” e che “l’aborto diretto, cioè voluto come un fine o come un mezzo, è gravemente contrario alla legge morale”.

Monsignor Cordileone ha il dovere di difendere la dottrina cattolica, e al contempo di aiutare i cattolici a comprenderla e a metterla in pratica in modo coerente. Egli stesso ha detto di aver tentato varie forme di dialogo con Nancy Pelosi, e che lei stessa le ha rifiutate.

In un comunicato diffuso il 20 maggio in tutta la sua arcidiocesi, l’arcivescovo afferma:

“Dopo numerosi tentativi di parlare con lei per aiutarla a capire il grave male che sta commettendo, lo scandalo che provoca e il pericolo che corre per la propria anima, ho deciso che è arrivato il momento in cui devo dichiarare pubblicamente che non dev’essere accettata per la Sacra Comunione, a meno che, e fino a quando, non ripudierà pubblicamente il suo sostegno ai ‘diritti’ all’aborto, si confesserà e riceverà l’assoluzione nel sacramento della Penitenza per la sua collaborazione con questo male”.

Altri errori della Pelosi: “Vangelo” al gusto del fedele

Oltre all’errore relativo all’“opinione”, la deputata democratica pro-aborto si è arrogato il diritto di “insegnare il Vangelo” all’arcivescovo.

Nel programma televisivo a cui ha partecipato, e in cui ha esposto la sua “opinione” in modo unilaterale e parziale, Nancy Pelosi ha affermato che l’opposizione “veemente” di monsignor Cordileone a quelli che lei definisce genericamente “diritti LGBTQ” sarebbe “incoerente con il Vangelo di Matteo”.

Resta da sapere quale sia il capitolo del Vangelo di San Matteo che tratterebbe questi diritti e quali siano nello specifico. Per settori dei media non impegnati nel giornalismo, ad ogni modo, è bastato sbandierare che è l’arcivescovo che “non vive il Vangelo”.

Narrative vittimiste e disoneste

La drammatizzazione vittimistica dei promotori dell’aborto è stata prolifica a livello di dichiarazioni sconnesse e clamorosamente disoneste contro la misura pastorale adottata da monsignor Cordileone.

L’attrice statuntiense Whoopi Goldberg ha difeso quello che ha definito il “diritto di comunicarsi” di Nancy Pelosi, inventando un altro diritto inesistente quanto quello di praticare aborti.

Nessuno ha diritto all’Eucaristia: il Corpo e il Sangue di Cristo sono un puro dono di Dio, assolutamente immeritati, e richiedono fondamentalmente un’unica “contropartita” da parte del cattolico che la riceve: essere in stato di grazia.

Non contenta di pontificare su ciò che non conosce, Whoopi Goldberg ha peggiorato la sua “argomentazione” aggiungendo che “la battaglia per il diritto all’aborto inizia a offuscare le divisioni tra Chiesa e Stato”. Questo fraintendimento dei fatti vorrebbe dare a intendere che è la Chiesa che si starebbe intromettendo in una politica dello Stato, quando in realtà è la militanza ideologica di alcuni gruppi politici che vuole imporsi sulla dottrina della Chiesa.

L’attrice ha anche provato a delimitare qual è e quale non è il lavoro di monsignor Cordileone come arcivescovo:

“Questo non è il suo lavoro! Non spetta a lei prendere questa decisione! È sorprendente. Qual è l’idea di Comunione? È per i peccatori. È la ricompensa dei santi e il pane dei peccatori. Come osa?”

Il sacerdote spagnolo Juan Manuel Góngora ha risposto a Whoopi Goldberg, via Twitter, in modo succinto ed efficiente, basandosi sugli articoli del Catechismo e del Diritto Canonico esposti in precedenza:

“Questa signora è confusa. La Comunione eucaristica non è un ‘diritto’. Qualsiasi sacerdote può negarla quando si verificano le circostanze opportune, ed è un dono che dev’essere ricevuto in stato di grazia. Ma è chiaro che il racconto basato sulla vittimizzazione per gli incauti è più interessante”.

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