L'arcivescovo di San Francisco, monsignor Salvatore Cordileone, ha proibito la Comunione alla deputata democratica Nancy Pelosi, che pur dichiarandosi cattolica promuove l'aborto – come il Presidente Joe Biden.
Nancy Pelosi è il presidente della Camera dei Deputati degli Stati Uniti, e difende in modo aperto ed enfatico quello che definisce “diritto” all'aborto.
In un comunicato diffuso il 20 maggio a tutta la sua arcidiocesi, il presule afferma:
“Dopo numerosi tentativi di parlare con lei per aiutarla a capire il grave male che sta commettendo, lo scandalo che provoca e il pericolo che corre per la propria anima, ho deciso che è arrivato il momento in cui devo dichiarare pubblicamente che non dev'essere accettata per la Sacra Comunione, a meno che, e fino a quando, non ripudierà pubblicamente il suo sostegno ai 'diritti' all'aborto, si confesserà e riceverà l'assoluzione nel sacramento della Penitenza per la sua collaborazione con questo male”.
Aborto in scacco?
La Corte Suprema degli Stati Uniti deve emettere a giugno la sentenza di un caso che potrebbe revocare la decisione Roe versus Wade, che nel 1973, basandosi su una farsa, ha legalizzato l'aborto in tutto il Paese. Se i magistrati abbatteranno dopo 49 anni la legge vigente, ogni Stato della federazione tornerà ad avere autonomia per legiferare sulla questione – la maggior parte degli Stati ha già avvisato di voler adottare consistenti restrizioni all'aborto.
Questa prospettiva ha portato la sinistra statunitense a manifestarsi militantemente a favore dell'aborto. La stessa Nancy Pelosi, in un'intervista al quotidiano The Seattle Times, ha criticato la possibile decisione della Corte Suprema, e decontestualizzando clamorosamente la questione ha affermato che è “sconcertante” che qualcuno “dica alle donne qualcosa su quando è ora di avere figli”.
Nella vita reale, la discussione non ha nulla a che vedere con “l'ora di avere figli”, ma riguarda l'immoralità e l'illegalità di sterminare un bambino in gestazione.
Presunti “cattolici” pubblicamente a favore dell'aborto
Monsignor Salvatore Cordileone dice di aver ricevuto messaggi di molti fedeli preoccupati per lo scandalo provocato da presunti “cattolici” come Nancy Pelosi, che contraddicono pubblicamente la dottrina cattolica e difendono l'aborto.
L'arcivescovo sostiene di rispondere ai fedeli che “la conversione è sempre meglio dell'esclusione”, e che ha dato priorità ai tentativi di aiutare Nancy Pelosi a rivedere la sua posizione incompatibile con la fede cattolica. Il presule ha menzionato come ispirazione una lettera scritta ai vescovi degli Stati Uniti nel 2004 dall'allora cardinale Joseph Ratzinger, futuro Papa Benedetto XVI, che diceva:
“Quando la formale cooperazione di una persona diventa manifesta (da intendersi, nel caso di un politico cattolico, il suo far sistematica campagna e il votare per leggi permissive sull'aborto e l'eutanasia), il suo pastore dovrebbe incontrarlo, istruirlo sull'insegnamento della Chiesa, informarlo che non si deve presentare per la santa comunione fino a che non avrà posto termine all'oggettiva situazione di peccato, e avvertirlo che altrimenti gli sarà negata l'eucaristia”.
Tentativi infruttuosi di dialogo
Monsignor Cordileone dice di aver cercato di conversare privatamente con Nancy Pelosi sulla questione, e di essersi rivolto a lei con lettere e pubblicamente senza ottenere un cambiamento nella sua contrapposizione alla Chiesa. Di fronte al rifiuto della deputata di agire da vera catttolica, ha precisato, ha dovuto prendere misure più drastiche.
“Il presidente della Camera, Nancy Pelosi, continua ad essere nostra sorella in Cristo. La sua difesa dei poveri e dei vulnerabili suscita in me ammirazione. Vi assicuro che la mia azione è puramente pastorale, non politica. Vi chiedo anche di sostenere attivamente, con tempo, talento e risorse, tutti gli sforzi dei difensori della vita nell'accompagnare le gestanti in crisi e offrire loro tutto il sostegno di cui hanno bisogno per compiere una scelta per la vita. È questo che significa essere realmente pro-vita. Questo è il cammino dell'amore”.
Proibendo a Nancy Pelosi di comunicarsi nell'arcidiocesi di San Francisco per la sua difesa smaccata dell'aborto, monsignor Cordileone ha dichiarato che “a volte è doloroso” il suo dovere di preoccuparsi di ogni fedele cristiano affidato alle sue cure, sulla base del canone 383 del Codice di Diritto Canonico:
“Purtroppo, la posizione del presidente della Camera sull'aborto è diventata sempre più radicale nel corso degli anni. All'inizio di questo mese, come in molte occasioni precedenti, ha citato la sua fede cattolica per giustificare l'aborto come 'scelta', collocandosi in aperta opposizione a Papa Francesco”.