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“Da quando ho abortito, non so che mi succede”

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By fizkes | Shutterstock

Sheila Morataya - pubblicato il 16/05/22

“Tra i poveri non esiste mai una donna che uccida un bambino. Lo abbandonerà per strada, ma non lo ucciderà” (Santa Teresa di Calcutta)

Si guardava pensosa allo specchio. Poi la psicoterapeuta le ha chiesto: “Com’è successo?”

“Sono passati dieci anni. Lui mi ama, ma ora devo prendermi cura di me stessa. Mio padre mi diceva ‘Non dovremmo mai pentirci delle cose che facciamo o di quelle che non facciamo’. Ma ho avuto un aborto, e non so cosa sia, se è qualcosa che ho fatto o qualcosa che non ho fatto”.

Queste parole corrispondono a una scena all’interno del film Cosas que pasan.

Scrivo sull’aborto non dal punto di vista giornalistico, ma da persona che sa – ora – cosa sia e che ha visto donne piene di dolore e di senso di colpa per il fatto di aver abortito. La sentenza Roe v. Wade, che ha approvato l’aborto negli Stati Uniti, potrebbe essere revocata dalla Corte Suprema del Paese, cosa che ha provocato una reazione violenta tra gli attivisti che ritengono che una donna possa scegliere se mettere al mondo un figlio o meno.

Guardarsi allo specchio e capire che c’è una ferita

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È questo che accade dopo un po’ alla donna che ha abortito e sul momento non è consapevole dell’impatto che questa azione (ovvero dare o togliere la vita) avrà sul suo rapporto e su se stessa. Men che meno è consapevole degli effetti psicologici e per l’anima che questo comporta.

Qualche mese fa, in Spagna, ho imparato insieme a un sacerdote gesuita cose importanti su ferite, psiche e anima. In uno dei suoi interventi, diceva tre cose che mi sembrano perfette per approfondire un po’ le ferite che l’aborto lascia non solo nella donna, ma anche nell’uomo.

Il sacerdote diceva: “Ci sono cose che accadono, altre che ci accadono e altre che ci trascendono”. Abortire è una cosa che ci trascende, perché lascia tracce incancellabili nella psiche, nella coscienza e nell’anima. Per questo, la ferita dell’aborto può essere curata solo con la grazia di Dio. Credo, però, che questa ferita finirà per cicatrizzare fino al momento in cui ci si troverà faccia a faccia con il bambino che è stato abortito.

Ma quali conseguenze comporta per la coppia la decisione di abortire?

  1. La ferite è mortale. È una ferita che non guarisce, non cicatrizza. Decidere di abortire, come ho scritto in altre pubblicazioni, vuol dire abortirsi. Il rapporto ha i giorni contati. Se la coppia che abortisce si ama intensamente e fino a quel momento aveva avuto un rapporto idilliaco, presto appariranno violenza, sfiducia, gelosia, litigi per un nonnulla.
  2. Uccide la relazione. Abortire va molto al di là del porre fine alla vita di un figlio. La vita della donna e dell’uomo che abortiscono resta irrimediabilmente contaminata dal peccato. Per questo il rapporto finisce.
  3. È l’inizio di un viaggio per strade come depressione, ansia, attacchi di panico, aggressività, attacchi di panico e tanti altri disturbi della personalità che si verificano come risultato

“Ho avuto un aborto e non so cosa sia”

Avete 14 , 17, 19, 25, 35 anni e avete abortito? Vi ha portato una vostra amica, vostra madre, il vostro fidanzato, o avete preso voi stesse la decisione di abortire? Sapete che avete fatto qualcosa ma non sapete cosa?

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Vi capisco. L’ignoranza intorno alla bellezza di essere persona, di essere donna e di essere scelta per portare la vita è stata il vostro più grande nemico, ma hanno iniziato ad accadere delle cose: non volete alzarvi dal letto, litigate costantemente col vostro fidanzato, il rapporto con vostra madre è diventato violento, quell’amica che vi ha portate ad abortire vi ha tradite. Siete depresse, dipendete dal cibo, vi masturbate, avete attacchi di panico… Ciò che accade è che siete mezze morte e non lo sapete.

Cosa fare?

  1. Guardatevi allo specchio, e riconoscete che tutto quello che vi accade è la conseguenza di aver eliminato una vita.
  2. Se siete una persona che crede in Dio e sentite la necessità di parlare con Lui, cercate un sacerdote, un pastore, un rabbino, in base al vostro cammino spirituale: Dio vi aspetta per perdonarvi e guarirvi.
  3. Cercate aiuto psicologico per aiutarvi a gestire il senso di colpa e a perdonarvi.

Correva l’anno 1994 quando Santa Teresa di Calcutta ha pronunciato queste parole alla Colazione Nazionale di Preghiera negli Stati Uniti: “Il più grande distruttore di pace nel mondo è l’aborto. Se una madre può uccidere il proprio figlio nella culla del suo grembo, chi potrà fermare me e te dall’ucciderci reciprocamente?”

Siete una donna o un uomo che ha perso la pace? Volete sapere cosa significa quello che avete fatto e che vi siete fatti?

Cercate aiuto.

Potete scrivere a consultorio@aleteia.org

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