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Dove si trovano le reliquie di Charles de Foucauld? 

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GUIZIOU Franck / Hemis via AFP

È in onore di Charles de Foucauld che, nel 2006, fu allestito un piccolo oratorio nel quale vengono venerate le sue reliquie.

Claire Guigou - pubblicato il 12/05/22

Una delle rare reliquie del corpo stesso di Charles de Foucauld è conservata nell’abbazia di Notre-Dame des Neiges in Ardèche (Francia). Si tratta di «un minuscolo pezzetto di mignolo» del futuro santo, dice dom Hugues de Seréville, responsabile ecclesiastico del luogo.

Una settimana fa i monaci di Notre-Dame des Neiges hanno annunciato che lasceranno la loro celebre abbazia alle suore di Boulaur. Affidando loro questo luogo, i trappisti aggiungono anche un dono inestimabile: le reliquie di Charles de Foucauld. 

«Ci è sembrato più giusto lasciarle a chi occuperà adesso il monastero», confida l’abate dom Hugues de Seréville ad Aleteia. La figura di Charles de Foucauld è infatti fortemente legata a Notre-Dame des Neiges, poiché il futuro santo vi ha trascorso sette mesi della sua vita dopo la conversione. Alla fine non sarebbe diventato trappista, ma è proprio lì che avrebbe celebrato la sua prima messa da prete ordinato per la diocesi di Viviers: «Custodisco tutta Notre-Dame des Neiges nel mio cuore», scrisse Charles in una lettera. Che cosa custodisce invece, di lui, Notre-Dame des Neiges? 

Quel che restava del suo corpo – il suo cuore – è stato murato nelle pareti del suo eremo, sull’altopiano dell’Assekrem, in Algeria, come per manifestare il dono della sua vita al popolo Tuareg. 

La sola e unica reliquia insigne che esiste oggi – dice divertito il religioso – è un minuscolo frammento di mignolo di Charles, grande come un’unghia. 

Un reliquiario a forma di piatto da tajine 

Nel 2005, in occasione della beatificazione, «questo pezzetto di dito» preziosamente conservato dalle Piccole Sorelle di Gesù di Roma è stato “condiviso” e posto i tre reliquiarî. Il primo è stato donato a papa Benedetto XVI, mentre gli altri due sono stati dati rispettivamente al vescovo di Viviers e ai monaci di Notre-Dame des Neiges. Questi ultimi lo hanno esposto allora alla venerazione in una cappellina attigua al monastero, in un angolo di verde. 

Da più di una quindicina di anni, si può venire ogni giorno a raccogliersi qui. Benché i religiosi riconoscano di essere «pessimi nella comunicazione», i pellegrini sono ugualmente numerosissimi nel venire a pregare fratel Charles in questo luogo. Per ricordare il legame che unisce l’eremita e il popolo tuareg, l’artista che ha realizzato il reliquiario ha scelto di conferirgli la forma di un piatto per la tajine sormontato da un piccolo sacro-cuore in ebano. Una bella sorpresa per il visitatore! 

Coscienziosamente conservata, la reliquia non è uscita che una volta soltanto dal monastero, per un evento organizzato dalla diocesi di Versailles. 

Il suo primo calice e gli ornamenti liturgici 

Al di là di questi tre reliquiarî, esistono molte reliquie dette “secondarie” – oggetti appartenuti a fratel Charles – divise fra Roma, Nazaret e la Francia. 

I monaci di Notre-Dame des Neiges hanno quindi la grazia di possedere il suo primo calice e i suoi paramenti liturgici, dono della cara cugina. Dopo aver celebrato la sua prima messa, nel 1901, Charles de Foucauld lasciò infatti quei preziosi oggetti perché li trovava troppo sontuosi per la vita che desiderava abbracciare. 

Da parte sua, il museo dei ricordi delle Écoles de Saint-Cyr Coëtquidan dispone della sua lampada da comodino, di una cazzuola e di un pezzo di legno della porta del bordj [casa in arabo, N.d.T.] di Tamanrasset. 

Le Piccole Sorelle di Gesù del convento delle Tre Fontane a Roma hanno, invece, un piccolo museo in cui si trovano numerosi oggetti, come il suo sandalo o il suo compasso. 

«Il culto delle reliquie di Charles de Foucauld è poco sviluppato», riconosce padre Hugues de Seréville. Per il monaco, però, questo non desta stupore: ai suoi occhi non c’è alcun dubbio che la «vera reliquia» lasciata dall’eremita non sia altro che «l’urgenza della fraternità da costruire, nella Chiesa e per la Chiesa nel mondo». Un tesoro che merita di risplendere più che mai. 

[traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio] 

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