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Bambini e animali: crescere in buona compagnia (con equilibrio)

BAMBINI, ANIMALI, CANE

pyrozhenka!Shutterstock

BenEssere - pubblicato il 10/05/22

Cani e gatti non sono bambini, ma tanti li scelgono per compagnia e si comportano nei loro confronti come se fossero dei figli. Eppure un punto di equilibrio si può raggiungere, basta non esagerare con certi sentimenti.

Di Maria Teresa Antognazza in collaborazione con dottoressa Sonia Memmi veterinaria presso la clinica “I Ronchi” di Gallarate (Varese)

Una domenica pomeriggio papà e mamma sono a passeggio col loro neonato, un frugoletto
di 7 mesi, che se la dorme beato. E al guinzaglio hanno, ciascuno, un bel cane: uno, di grossa taglia, piuttosto esuberante, l’altro, più pacifico e collaborativo. Bella famiglia impegnativa!
Ma come se la passano con il neonato i due amici a quattro zampe?

«I cani sono arrivati prima di nostro figlio», spiega il papà, «e per noi sono stati come un “rodaggio” della vita di coppia. Adesso che c’è Simone, lui ha il primo posto nelle nostre cure, ma i due cani restano parte integrante della famiglia e hanno un rapporto molto “amorevole” verso il piccolino».

Anche nella famiglia di Michela ed Eugenio, 30 anni di matrimonio, il cane è arrivato prima delle due figlie, che oggi hanno 22 e 17 anni.

«Ci siamo sposati molto giovani», racconta la mamma, «e avevamo deciso di divertirci un po’ prima di avere figli; così abbiamo preso un cane per compagnia, perché potevamo portarlo ovunque, o lasciarlo a casa dai nostri genitori.

Con l’arrivo delle bambine gli equilibri sono cambiati e loro sono certamente la nostra priorità, ma il cane è sempre stato parte della famiglia. Le nostre figlie lo adorano e hanno giocato con lui per tutta l’infanzia».

Ha destato molto stupore l’osservazione di papa Francesco (e non era la prima volta che accadeva) che, in considerazione del gravissimo calo demografico, nel corso del messaggio per la festa dell’Epifania, ha detto: «Molte coppie hanno al massimo un figlio, ma hanno due cani o due gatti. I cani e i gatti prendono il posto dei figli, Fa ridere ma è la verità».

Un posto d’onore

«Gli animali domestici, come cani e gatti, negli ultimi anni occupano un posto preponderante all’interno dei diversi contesti familiari», spiega la dottoressa Sonia Memmi, della clinica veterinaria “I Ronchi” a Gallarate (Varese).

«Ho assistito personalmente a un incremento nell’acquisto di animali d’affezione che ha avuto un boom con la pandemia. Oramai, per molti, i pet sono membri ufficiali della famiglia e come tali godono di tutti i “privilegi” e le attenzioni riservate a figli, compagni e mariti e, in alcuni casi, anche maggiori.

Su di loro molti proprietari riversano i sentimenti più profondi e le loro ansie; spesso in casa hanno un posto privilegiato, dormono sul letto, mangiano vicino alla tavola; le vacanze si organizzano in funzione degli animali e per le cure si arrivano a spendere anche cifre considerevoli».

Raccontando i propri progetti, due giovani ultratrentenni, in procinto di sposarsi, spiegavano di aver voluto un cane per testare la propria convivenza:

«Prima di sposarci e di avere dei # gli volevamo mettere alla prova la nostra capacità di prenderci cura insieme di qualcosa di importante, e così abbiamo preso Bob».

Insomma, l’amico a quattro zampe accolto come una specie di “prova generale” della routine domestica e dell’impegno genitoriale!

Il mio barboncino

Ma che cosa accade quando poi si deve scegliere tra l’animale e l’arrivo di un figlio? «L’arrivo di figli in una famiglia dove sono già presenti animali», spiega la veterinaria, «in genere è accolto di buon grado con tentativi, a volte anche un po’ goffi, di coinvolgere in tutto e per tutto il pet nella relazione con il neonato, per evitare l’insorgere di “gelosie” da parte dell’animale e per far crescere i bambini nella consapevolezza dell’importanza del rispetto dell’altro, anche se si tratta solo di un animale».

Cani e gatti non sono bambini, ma tanti li scelgono per compagnia e si comportano nei loro confronti come se fossero dei figli. A volte, dice Sonia, «l’animale può davvero rappresentare una valvola di sfogo delle ansie, paure e preoccupazioni, può rasserenare in una giornata lavorativa difficile».

Lucrezia, che non è sposata e vive con l’anziana madre, tratta il suo barboncino con grande amorevolezza: «Dorme sul letto con me e quando parlo con lui mi definisco la sua “mamma”. Ci è di grande compagnia, anche se richiede molte cure e denaro per il mantenimento».
«Nei miei anni di lavoro nel settore», dice la veterinaria, «qualche volta, di fronte a una malattia del proprio animale, ho sentito qualcuno dichiarare candidamente: “Quello che faccio per lui non l’ho fatto neppure per i miei figli”.
In questi casi siamo davanti a una relazione squilibrata, verso la quale non si riesce a prendere le distanze, “liberandosi” in modo attivo del legame, cosa che invece dovrebbe avvenire naturalmente quando un figlio esce di casa».

Un punto di equilibrio però esiste, e la presenza del cane può essere un arricchimento. Maria e Massimo, ad esempio, al diciottesimo compleanno del terzogenito hanno accolto Aslan, un bastardino abbandonato, per “allenare” il figlio a prendersi delle responsabilità concrete e, in effetti, è stato un elemento di crescita importante per il ragazzo.

L’ARTICOLO ORIGINALE E’ PUBBLICATO SUL NUMERO DI MAGGIO 2022 DELLA RIVISTA BENESSERE, QUI IL LINK PER ABBONARSI

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