Affetto da una patologia rarissima è morto a neanche 4 anni. Era stato lasciato alla nascita alle cure del Meyer di Firenze. Finché Chiara Fossombroni l'ha preso in affido e gli ha voluto bene fino alla fine.
Kaif avrebbe compiuto 4 anni ai primi di giugno. È morto il 1 maggio all’ospedale Meyer di Firenze, in seguito alle complicazioni di un intervento subìto. Una vita così breve ai nostri occhi ha collezionato enormi traguardi. Su di lui pesava una diagnosi infausta: una malattia rara chiamata Nbas di cui esistono solo 170 casi al mondo. Non dovevano esserci speranze alla nascita, ci sono stati quasi 4 anni di vita e l’incontro con una donna che si è scoperta madre amando fino all’ultimo istante questo bimbo fragilissimo.
Chiara Fossombroni ha raccontato la storia del suo incontro con Kaif in un libro e, all’indomani della sua morte, su alcune testate nazionali. Ed è la storia del travaglio di un bambino che può essere raccontata anche come la lunga gestazione di una donna che attendeva di essere madre.
Di mestiere la Fossombroni è impegnata in politica, come consigliere nel Quartiere 2 di Firenze, ma ha trascorso gli ultimi due anni e mezzo a tu per tu con questo bimbo fragilissimo, che – prima che lei lo prendesse in affido – non aveva conosciuto altro che le corsie e i rumori del Meyer.
Kaif viveva in ospedale, la sua patologia gravissima aveva spinto la famiglia d’origine (pakistana) ad abbandonarlo. Si sa che erano impossibilitati a sostenere le spese e le cure di un figlio così malato, e con altri due figli da mantenere.
Questa frattura familiare combaciava perfettamente, in modo ancora inconsapevole per i protagonisti, con il pezzo mancante della vita di Chiara.
“Avevo da poco confidato al mio padre spirituale il mio desiderio, ormai da anni, di diventare madre. Mi aveva suggerito di aspettare e di avere fede. Poi è arrivata questa chiamata”.