Il Papa fatica a camminare, arriva in carrozzella all'incontro con i fedeli in Piazza San Pietro del 5 maggio, e e la malattia di sui soffre a gambe e ginocchia continua a tormentarlo: sta peggiorando la sua salute? I medici gli hanno prescritto riposo e tranquillità. Ma per Francesco, considerati gli impegni in programma, è difficile rispettare una tabella di marcia "soft".
“Dopo vi saluterò”
I fedeli sono preoccupati, anche perché il Papa si è lasciato andare ad uno sfogo plateale sulla malattia alle ginocchia, che lo affligge da tempo. Alla fine dell'udienza con i pellegrini della Slovacchia, lo scorso 30 aprile in Aula Paolo VI, ha detto: «Dopo io vi saluterò ma c'è un problema: questa gamba non va bene, non funziona, e il medico mi ha detto di non camminare. A me piace andare ma questa volta devo obbedire al medico. Per questo vi chiederò il sacrificio di salire le scale e vi saluto da qui, seduto. E' una umiliazione ma lo offro per il vostro Paese» (Ansa, 30 aprile).
La gonalgia
Quindi ha lasciato la Sala Nervi zoppicando visibilmente, appoggiandosi a monsignor Leonardo Sapienza, reggente della Prefettura della Casa pontificia. Il Papa è affetto da gonalgia, che da qualche tempo ha comportato vari cambiamenti nella sua agenda; recentemente si sarebbe sottoposto anche a specifici controlli medici (La Stampa, 30 aprile).
Una malattia diffusa
Gonartrosi, ovvero artrosi del ginocchio. La patologia che affligge Papa Francesco è una delle più diffuse con l’avanzare dell’età. Il Santo Padre ne soffre da tempo, al ginocchio destro, il dolore si acuisce e camminare si fa sempre più difficile. Infatti, nel suo ultimo viaggio a Malta il Pontefice zoppicava visibilmente e durante le ultime funzioni religiose non si è potuto inginocchiare, tanto che i suoi medici gli hanno consigliato di operarlo.
Da cosa è causata
All’origine della malattia al ginocchio del Papa, oltre all’usura e all’invecchiamento, ci sono diverse cause. L’artrosi, infatti, viene definita come patologia multifattoriale, perché molteplici ragioni interagendo tra loro causano il processo degenerativo della cartilagine. A far aumentare il pericolo ci sono sovrappeso, pregresse fratture (anche di entità minore che spesso vengono sottovalutate dal paziente), alcune malattie circolatorie, artrite e familiarità alla patologia.
Come si cura
“Essendo una patologia multifattoriale, oggi il gold standard del trattamento terapeutico è l’approccio multidisciplinare, che permette di agire simultaneamente sui diversi fattori di rischio – sottolinea Fabio Zerbinati, responsabile ortopedia dell’ospedale Humanitas Mater Domini di Castellanza di Varese -. Il lavoro sinergico è svolto, insieme al paziente, da ortopedici, reumatologi, dietologi, fisiatri e fisioterapisti. Nel caso in cui i trattamenti conservativi (cambiamento dello stile di vita, terapia farmacologica e cicli di fisioterapia personalizzata) non avessero successo, questi lasciano il posto alla terapia infiltrativa interarticolare (Gazzetta dello Sport, 1 maggio).