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Finisce l’era del Papa pellegrino? – Il Pontefice ha provato a imporre corridoi umanitari – & altro…

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Antoine Mekary | ALETEIA

i.Media per Aleteia - pubblicato il 02/05/22

Ogni giorno, Aleteia offre una selezione di articoli scritti dalla stampa internazionale sulla Chiesa e le questioni principali che preoccupano i cattolici nel mondo. Le opinioni e i punti di vista espressi in questi articoli non sono quelli degli editori.

Lunedì, 2 maggio 2022

1. È finita l’era del Papa pellegrino?

2. Operazione Mariupol: il Papa ha provato a imporre a Putin corridoi umanitari

3. Dopo la riforma della Curia, tutti i poteri emanano dal Papa

4. I vescovi latinoamericani mettono in guardia sugli effetti della “quarta rivoluzione industriale”

5. 450 anni fa moriva Pio V, il Papa inquisitore

1. È finita l’era del Papa pellegrino?

La prospettiva che Papa Francesco possa essere sottoposto presto a un intervento al ginocchio potrebbe porre fine all’“era del Papa pellegrino”, secondo Marco Grieco, giornalista del quotidiano Domani. Grieco indica che al di là del viaggio a Malta il Pontefice quest’anno non ha lasciato Roma, e che oltre a una visita africana nella Repubblica Democratica del Congo e in Sud Sudan molti progetti sembrano ora in attesa. Il giornalista si chiede se l’incertezza che circonda vari viaggi, in particolare in Libano, possa essere un segno della “sfiducia nel peso geopolitico della Santa Sede entro il consesso internazionale”. La prospettiva di un incontro con Kirill in Medio Oriente o di un viaggio in Kazakistan – problematico per via del contesto con Russia e Cina – tenderebbe a confermare quest’idea. Non sono emerse novità neanche sul viaggio in Canada, indica il giornalista, che conclude dicendo che è noto che “i silenzi del Papa sono più eloquenti delle sue parole”.

Domani, italiano

2. Operazione Mariupol: il Papa ha provato a imporre a Putin corridoi umanitari

Il 22 marzo, il Presidente ucraino Zelensky ha detto di aver ricevuto una telefonata “promettente” da Papa Francesco. Secondo il settimanale L’Espresso, il giorno dopo il Papa ha chiesto al nunzio di inviare un convoglio di 50 pullman a Mariupol per aprire un corridoio umanitario per far uscire dalla città 2.500 civili. Il Vaticano ha poi contatto il Patriarcato di Mosca per ottenere l’autorizzazione del Cremlino. Kirill ha concordato, visto che la missione era guidata dal suo patriarcato e dal Vaticano, ed è stata scelta la data del 27 marzo. Le autorità russe, tuttavia, hanno ignorato il progetto e “hanno proibito alla carovana cattolica e ortodossa l’ingresso a Mariupol”. Interpellato sull’insuccesso dell’operazione, il nunzio in Ucraina, il vescovo Kulbokas, ha parlato di “un fallimento, un dolore”, dicendo che è stato qualcosa di “molto complicato da accettare”. Secondo il giornalista italiano, questa battuta d’arresto è stata fatale per il progetto di un incontro tra il Patriarca e il Papa a Gerusalemme. Si dice che un secondo tentativo di aiutare Mariupol, più recente e ugualmente fallito, sia stato guidato dal cardinal Krajewski su richiesta del Papa.

L’Espresso, italiano

3. Dopo la riforma della Curia, tutti i poteri emanano dal Papa

Praedicate Evangelium, la nuova Costituzione Apostolica, permette ai laici, uomini e donne, di guidare i dicasteri della Curia, la cui leadership non è più legata all’ordinazione. Il giornalista tedesco Benjamin Leven nota che questa apertura non è una sorpresa, ma che il suo margine di applicazione lascia “molti osservatori” dubbiosi, soprattutto per quanto riguarda certi dicasteri. Allo stesso modo, ricorda che questo collegamento era stato paradossalmente permesso, nel Concilio Vaticano II, per decentralizzare il potere della Chiesa che nel Concilio Vaticano I era stato costruito sulla persona del Papa. Citando il canonista Gianfranco Ghirlanda, Leven nota che d’ora in poi il potere di esercitare una fuzione nella Curia deriva “dall’autorità del Papa ed è conferito da lui”, e vede un ritorno del pendulum. Il giornalista sottolinea anche un dettaglio interessante: nella bozza del 2019, il Camerlengo avrebbe dovuto essere sistematicamente il coordinatore del Consiglio per l’Economia, ma non è più così.

Herder Korrespondenz, tedesco

4. I vescovi latinoamericani mettono in guardia sugli effetti della “quarta rivoluzione industriale”

In occasione del 1° maggio, Festa del Lavoro, il Consiglio Episcopale Latinoamericano (CELAM) ha espresso la sua preoccupazione per la quarta rivoluzione industriale. I suoi membri esortano all’“umanizzazione delle compagnie” per contrastare “la robotizzazione e l’automazione dei processi”, che potrebbero portare a perdite significative di posti di lavoro, quando 29 milioni di persone sono già disoccupati nel subcontinente. I vescovi sono particolarmente preoccupati per “donne e migranti, molti dei quali costretti al lavoro schiavo e allo sfruttamento sessuale”. “Ogni volta che una persona non trova lavoro, una parte del progetto di Dio rimane incompiuta”, affermano, ricordando che Gesù stesso lavorava e che “le mani umane sono le mani di Dio”.

Vida Nueva Digital, spagnolo

5. 450 anni fa moriva Pio V, il Papa inquisitore

Il 1° maggio 1572, il Papa domenicano Pio V moriva a 68 anni nel suo abito di monaco mendicante. “La fine del suo pontificato di sei anni segnò il culmine della Controriforma militante della Chiesa”, riferisce il portale tedesco Katholisch. Incaricato di implementare il Concilio di Trento, ricorse al suo background di inquisitore. Nato in Piemonte, si unì all’Ordine domenicano e dovette affrontare la pressione calvinista proveniente da Ginevra. Venne eletto Papa quando stava per morire. Pio V, spiega l’articolo, “rese il papato l’esecutore della riforma cattolica”, unificando la vita spirituale del mondo cattolico attraverso un catechismo comune, un unico breviario e un unico messale. Voleva offrire un esempio in questioni legate alla moralità e non esitò ad essere duro, relegò gli Ebrei nella zona del “ghetto” a Roma, mise a morte dozzine di eretici, scomunicò la regina d’Inghilterra Elisabetta I e sconfisse l’Impero ottomano a Lepanto.

Katholisch, tedesco

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