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«Perduto insieme a te» , quando l’arte sembra preghiera o almeno ci prova

FRANCESCO BIANCONI, BAUSTELLE

Gloria Imbrogno|Shutterstock

Francesco Bianconi, leader dei Baustelle, Roma 2018

MIENMIUAIF - MIA MOGLIE ED IO - pubblicato il 29/04/22

Un brano malinconico e profondo, quello che il leader dei Baustelle canta con Malika Ayane, e che sembra leggere meglio di altri la condizione umana in questi tempi "apocalittici".

Di Giuseppe Signorin

Se la Madonna nell’ultimo messaggio dato a Marija diMedjugorje il 25 aprile dice di vederci persi, Francesco Bianconi, nel pezzo appena uscito cantato con Malika Ayane, Perduto insieme a te, sembra avere captato e tradotto in musica la stessa sensazione.

Intuizioni apocalittiche, ma senza vera speranza

Il leader dei Baustelle, sia con la band che come solista, non è nuovo a incursioni nei territori del sacro. Nei suoi testi ricorrono spesso riferimenti evangelici, in maniera più o meno provocatoria, ma diverse volte con un anelito autentico verso la verità (si ascolti la bellissima Il bene).

Perduto insieme a te ne è una conferma. Una canzone d’amore apocalittica per tempi apocalittici, «tempi maledetti di inquietudine e incertezza», come ha dichiarato l’autore in una recente intervista.

Se viene meno la fede, chiudono anche i ristoranti

Ed è profetico quanto attuale che parte dei sintomi di questo scenario sconfortante siano religiosi, addirittura cattolici. Ecco alcuni versi estrapolati dal brano:

La fede è già crollata da un po’
I ristoranti sono aperti
però solo a Natale

Michele Arcangelo ci porta via

Se corri in chiesa,
non c’è neanche Gesù

Forse gli occhi “neutri” ma chirurgici di Bianconi interpretano il disegno meglio di noi credenti, che passiamo dall’agitazione di chi sa individuare la malattia però non ha abbastanza fiducia nel “Medico” e nella forza della preghiera, alla cecità di chi manca la diagnosi e confida solo nell’uomo per carenza di visione soprannaturale.

 Bianconi intuisce che un mondo in rovina non può che essere preceduto da un crollo di fede. Resiste a malapena il Natale, e nelle chiese Gesù non c’è o è abbandonato, oppure semplicemente non si crede più che nel tabernacolo ci sia proprio lui. Dramma all’ordine del giorno.

Arte che sembra preghiera

Quando vengono meno le fondamenta, il resto può durare ben poco.
E allora che si fa? Bianconi si affida all’arte, un’arte intesa molto come preghiera, tanto da fargli affermare:

«Spero possa dare un po’ di conforto a chi l’ascolta. In fondo è l’unica cosa che possono fare le canzoni, per il loro potere salvifico e taumaturgico: come le poesie, le canzoni uniscono e possono essere un antidoto contro la sofferenza».

Perduti ma non soli

L’arte, però, ancora non basta. Ok che siamo perduti, ma almeno non lo siamo da soli. Vi spoilero i versi finali, che tanto non è una serie tv:

Su una panchina, in strada, o nell’immensità
Perduti io e te.

È un perdersi teso verso l’infinito. Implicitamente un perdersi in Dio. Che è l’unico modo santo e quindi felice di perdersi. Negli ultimi tempi dell’umanità pare che per Bianconi possano resistere solo l’arte e le relazioni, le relazioni d’amore in particolare. L’arte e la coppia. L’arte vissuta in coppia.

Intuizioni vere che hanno bisogno di speranza

Una sorta di figura trinitaria che il cantautore percepisce e canta con il suo stile intriso di malinconia ma anche di una certa solennità da rito religioso. Di suo, Malika Ayane aggiunge tenerezza femminile e un timbro vocale che impreziosisce e ammorbidisce il testo. 

Non eccessivamente, perché c’è un po’ troppo spleen baudelairiano, cioè insofferenza, disagio, sottile tristezza, mollezza, per i miei gusti, però è sicuramente una canzone da ascoltare. (Senza perdersi d’animo).

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