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La pubblicità di Burger King: vale tutto?

BURGER KING

@bailensj

Miriam Esteban Benito - pubblicato il 19/04/22

“Prendete e mangiatene tutti”, recita il cartellone pubblicitario che ha offeso gran parte della società spagnola. L'azienda ha chiesto scusa, ma ormai la campagna era fatta

Burger King è diventato un trending topic grazie ai suoi cartelloni pubblicitari per la Settimana Santa collocati a Siviglia (Spagna). Non è la prima volta che l’azienda agisce con pubblicità potenzialmente offensive per un settore della società.

La pubblicità è una parte importante della società del consumo in cui viviamo, e apporta informazioni sui prodotti che non conosciamo. Il bombardamento pubblicitario a cui siamo esposti è tale che le marche hanno bisogno di distinguersi in qualche modo. È per questo che spesso cercano campagne rischiose che le aiutino a spiccare sulle altre nella mente dei consumatori.

Nel mondo della pubblicità nulla è casuale, e le marche cercano sempre di approfittare delle opportunità che le aiutano ad essere più visibili, anche se a volte per giungere a questo scopo devono agire in modi estremi.

Al di là del fatto di capire se la pubblicità di Burger King fosse o meno offensiva (al termine della Settimana Santa, finita la campagna, l’azienda ha presentato una lettera chiedendo scusa), mi colpiscono due aspetti.

Il primo è il fatto che si renda il cristianesimo un oggetto di marketing virale, essendo noi stessi quelli che si incaricano di svolgere il lavoro della campagna pubblicitaria. Perché il cristianesimo viene spesso usato nella pubblicità? In questo caso, come in molti altri esempi della storia della pubblicità, si è saputo cercare con successo la “formula magica” per colpire il pubblico.

Il secondo è il fatto che non si capisce quale sia l’obiettivo di questo tipo di marketing. Ciò che è chiaro, però, è che il mondo ha bisogno che parliamo di Dio. Bisogna far sì che la confusione del mondo diventi sicurezza.

“Prendete e mangiatene tutti”, recita il cartellone pubblicitario: l’uomo desidera appropriarsi di Dio riducendo la grandezza divina al limite dell’uomo. L’elemento soprannaturale in questo cartellone diventa antinaturale attraverso una povera esperienza piena di mancanza di senso.

Siamo nel tempo di Pasqua, in cui il Signore viene a perdonarci e a redimerci, non a ricordarci la nostra meschinità. Risuscitiamo anche noi, e dobbiamo essere umani e pieni di tenerezza per poter dare quello che riceviamo ed esporre ciò che amiamo.

Il nostro dovere è reagire di fronte all’immoralità, ma senza perdere di vista quale sia la nostra forma di vivere. La Lettera ai Colossesi ci ricorda: “Se dunque siete stati risuscitati con Cristo, cercate le cose di lassù”; “la pace di Cristo, alla quale siete stati chiamati per essere un solo corpo, regni nei vostri cuori”.

La società chiede a gran voce che parliamo di Dio. “Prendete e mangiatene tutti”, dice l’annuncio. Consideriamo questa opportunità per poter mostrare al mondo che nell’Eucaristia c’è la realtà di una vita autentica che aspetta ciascuno di noi.

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