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Un corso prematrimoniale decisamente unico nel genere 

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Mathilde De Robien - pubblicato il 16/04/22

Frate della comunità di san Giovanni, padre Jean-Baptiste Stern propone da diversi anni un corso prematrimoniale pionieristico. Una preparazione esigente, “sconvolgente” perfino, a dire dei fidanzati, in cui si lascia grande spazio alla conoscenza di sé, dell’altro, e alla condivisione delle emozioni. 

Frate della comunità di san Giovanni, padre Jean-Baptiste Stern propone da diversi anni un corso prematrimoniale pionieristico. Una preparazione esigente, “sconvolgente” perfino, a dire dei fidanzati, in cui si lascia grande spazio alla conoscenza di sé, dell’altro, e alla condivisione delle emozioni. 

Il crescente numero di divorzi chiama in prima linea la preparazione al matrimoni. Per dare alle coppie i mezzi per durare, sembra necessario intensificare la preparazione al matrimonio. Nel settembre 2015, papa Francesco aveva constatato: 

Per diventare preti c’è una preparazione di otto anni, mentre per il matrimonio si fanno quattro incontri… c’è qualcosa che non va. 

Il Papa però non aveva presente la scartavetrante preparazione proposta da padre Jean-Baptiste, frate della Comunità di San Giovanni a Saint-Quentin-sur-Indrois (Indre-et-Loire). 

Prete da una trentina d’anni, ha preparato molte coppie al matrimonio nel corso del suo ministero. Ha così constatato che molte coppie, benché accompagnate fin dal tempo del fidanzamento, alla fine vivono (dopo cinque, dieci o quindici anni di matrimonio) le medesime difficoltà delle altre coppie. 

Ho cercato di analizzare quel che poteva aiutarle ad affrontare meglio quelle difficoltà, mi sono chiesto come dare una marcia in più alla preparazione al matrimonio… 

Da una decina d’anni il prete ha dunque rivisto il suo approccio, costruito su un’intima convinzione: l’intimità fra due esseri si fonda sulla condivisione delle emozioni. 

L’intimità tra due persone non si fonda sullo scambio delle idee, bensì su quello delle emozioni. Non divento intimo con qualcuno se non perché gli confido quel che sento. 

È questa intimità che si tratta di approfondire durante il tempo di preparazione al matrimonio, ed è questa che si rivela un tesoro inestimabile per gli anni che seguono. Un approccio destinato a fidanzati convinti e motivati, pronti a lasciarsi scuotere da una preparazione esigente. Perché padre Jean-Baptiste non si accontenta di insegnare un catechismo sul matrimonio religioso o di dare spunti per la vita a due: formato all’accompagnamento delle persone, egli impegna i fidanzati a svelarsi reciprocamente, a condividere le loro emozioni, a entrare veramente in comunione con l’altro. Una scelta che tocca in profondità, ma che porta incontestabilmente preziosi frutti per la vita coniugale. 

Accompagnare un lavoro su di sé 

Padre Jean-Baptiste ha la grazia di aver potuto dedicare molto tempo alle coppie di fidanzati. Per diversi fine-settimana ogni anno – con un ritmo che varia a seconda della coppia – egli ascolta, accompagna, aiuta i fidanzati a scoprirsi reciprocamente. Lo fa con incontri a tre, in cui il prete invita ogni fidanzato a scendere nel più profondo di sé per dire chi è davvero. 

Éloi e Bénédicte si sono sposati nel 2018. Sono stati accompagnati da padre Jean-Baptiste e si rendono conto della grazia che hanno avuto, nel potersi rivelare tanto liberamente l’uno all’altra già prima del matrimonio. Così lo spiega Éloi: 

In una preparazione “classica” al matrimonio, si resta un po’ “spettatori”, c’è molta teoria – catechismo, testimonianze… – con frate Jean-Baptiste ognuno intraprende un lavoro su di sé, davanti all’altro. Ha la capacità di spingerci a parlare di ogni cosa fra di noi, di farci ascoltare, di aiutarci a rispettare l’altro per come è. Ci aiuta a conoscerci, ad amare noi stessi e l’altro. 

Accogliere le ferite 

Un passaggio delicato, nella misura in cui fa affiorare le ferite più o meno profonde che ciascuno porta dentro di sé. E questo può essere doloroso. Spiega padre Jean-Baptiste: 

Nel momento in cui i fidanzati si consegnano, prendono coscienza di certi ostacoli, fanno cadere le barriere, ci sono vecchie ferite che riaffiorano. È fonte di lacrime, spesso, però di lacrime liberatrici. 

Marc ed Éléonore, sposati dall’agosto 2019, testimoniano i beneficî del rivelare all’altro le proprie ferite: 

Non si tratta necessariamente di enormi ferite… Ma per forza di cose siamo segnati da eventi che hanno contribuito a formare la nostra personalità. Averne coscienza permette di conoscere l’altro in profondità, di sapere perché reagisca in questo o quel modo, e questo fa sì che i problemi non vengano fuori di lì a dieci anni. 

Per Mathieu e Marie, anch’essi preparati al matrimonio dal frate della comunità Saint Jean, parlare di sé ha fatto emergere alcune ferite piuttosto profonde. Marie ha ben coscienza della paura, in lei, di non essere amata. Attribuisce quest’angoscia al modo di fare di suo padre, che non le ha mai manifestato vero affetto. Talvolta, soprattutto in caso di litigio, tende a tornare quella ragazzina ferita, con la profonda paura che nessuno si leghi a lei. 

Durante il corso prematrimoniale ha compreso donde venisse quella paura, ed è ormai in grado di confortarsene: 

Abbiamo imparato a comunicare, abbiamo fatto la benefica esperienza del condividere le nostre fragilità. E questo è assai liberatorio! Mostrare le proprie debolezze, quando sono accolte nel rispetto e nell’ascolto, rende felici, rinforza la fiducia e moltiplica l’amore. 

Offrire chiavi di comunicazione 

Qual è l’interesse del parlare di sé? A parte il fatto di conoscersi in profondità, si tratta di un investimento per gli anni a venire: non ci sono più argomenti tabù. Mathieu e Marie confermano: 

Durante questo corso abbiamo preso l’abitudine di confrontarci su argomenti intimi. 

Grazie a questa facilitazione nel comunicare, Bénédicte ed Éloi si sentono ben equipaggiati per gli anni che verranno: 

Abbiamo sviscerato molto bene le nostre differenze, non abbiamo più paura di confrontarci e la nostra conoscenza reciproca permette anche di prevenire certe tensioni. Ovviamente torneremo ad essere confrontati, nella nostra vita di coppia, a nuove problematiche, ma ormai abbiamo chiavi comunicative, di ascolto e di espressione, che ci permettono di affrontarle con serenità e nel rispetto dell’altro. 

Quanto a Marc ed Éléonore, dopo aver scoperto l’importanza di aggrapparsi ai sentimenti hanno elaborato un piccolo rituale di coppia, una cosa tutta loro: quando un problema o una tensione affiora nel loro quotidiano di giovani sposi e genitori, si chiedono: «Qual è ora il tuo sentimento?». L’altro si sforza di rispondere: «Mi sento…». Uno strumento di comunicazione scoperto e sperimentato durante il corso prematrimoniale, che si è rivelato molto efficace per risolvere in particolare un argomento che stava causando tensione e che diventava parassitario rispetto alla loro relazione: Marc era a disagio quando Éléonore se ne andava per il fine-settimana con delle amiche, senza di lui. Provava un sentimento di delusione e di frustrazione a saperla felice senza di lui. Risultato: lei si sentiva in colpa e lo chiamava per tutto il weekend. Ne hanno parlato, hanno condiviso i loro sentimenti e lei lo ha rassicurato. 

Assicurare l’“assistenza clienti” 

Per coronare questa preparazione fuori-norma, padre Jean-Baptiste assicura l’“assistenza clienti”. Dopo il matrimonio resta disponibile per prestare alle coppie che ha preparato un orecchio attento e competente. Marc ed Éléonore dicono di averlo chiamato più volte dopo il loro matrimonio: 

In un’ora di conversazione aveva risolto il problema, ponendoci domande come “perché hai detto così?”… 

È il racconto della giovane. Uno scrupolo che corrisponde pienamente a una richiesta di papa Francesco formulata nell’esortazione apostolica Amoris Lætitia, ove si consacra un lungo paragrafo all’accompagnamento degli sposi durante i primi anni di matrimonio: 

[…] quando l’amore diventa una mera attrazione o una vaga affettività, questo fa sì che i coniugi soffrano una straordinaria fragilità quando l’affettività entra in crisi o quando l’attrazione fisica viene meno. Dato che queste confusioni sono frequenti, si rende indispensabile accompagnare gli sposi nei primi anni di vita matrimoniale per arricchire e approfondire la decisione consapevole e libera di appartenersi e di amarsi sino alla fine. Molte volte il tempo del fidanzamento non è sufficiente, la decisione di sposarsi si affretta per diverse ragioni, mentre, come se non bastasse, la maturazione dei giovani si è ritardata. Dunque, gli sposi novelli si trovano a dover completare quel percorso che si sarebbe dovuto realizzare durante il fidanzamento.

Francesco, Amoris lætitia 217

Contatti: Frères de saint Jean à saint Quentin-sur-Indrois
Mail: semarierenverite@gmail.com

[traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio] 

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