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La bambina dal cappotto rosso di Schindler’s List appare nella guerra in Ucraina

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Fot. www.instagram.com | @oliwia.dabrowska_ | Fot. Imad Alassiry | Unsplash

Aleteia - pubblicato il 16/04/22

Oliwia Dąbrowska aveva 3 anni quando è apparsa nel film. Oggi lavora a favore degli Ucraini aiutando i rifugiati ad attraversare la frontiera tra Ucraina e Polonia e dice “No” alla guerra

Nel 1993, quando aveva appena 3 anni, ha interpretato la famosa bambina dal cappotto rosso nel film Schindler’s List di Steven Spielberg. La sua figura è diventata all’epoca un simbolo di opposizione alla guerra. Oggi Oliwia Dąbrowska, donna di 32 annni, lavora a beneficio degli Ucraini e dice con decisione “No” alla guerra, aiutando i rifugiati ad attraversare la frontiera tra Ucraina e Polonia.

Oliwia Dąbrowska ha deciso di ricordare questo simbolo: una bambina con il cappotto rosso che cammina nel ghetto di Cracovia, unica nota di colore in un film in bianco e nero.

Ora trasferisce la sua rivendicazione al contesto della guerra in Ucraina: “Lei è sempre stata un simbolo di speranza. Che sia di nuovo così”, ha scritto sul suo account Instagram, aggiungendo una fotografia del film vincitore del Premio Oscar.

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“No” alla guerra

Oltre ad aiutare alla frontiera, Oliwia ha organizzato, tra le altre cose, una biblioteca di libri in lingua ucraina, e a questo scopo i volontari sono andati fino a Leopoli. “Come amante dei libri e bibliotecaria di professione, so quanto sia importante la lettura, soprattutto in questi momenti difficili. Un buon libro permetterà di dimenticare tutto il male che si verifica intorno. Per questo ho investito tanto per consegnare libri a tutti coloro che hanno dovuto lasciare i propri nella patria devastata dalla guerra”, ha spiegato.

Alla frontiera, la Dąbrowska aiuta insieme a sua madre, lavorando fisicamente e al computer per avviare e coordinare le raccolte fondi. Grazie a questo, è stato possibile fornire, ad esempio, ai soldati ucraini più di 50 kit di pronto soccorso.

“Ho paura, ma mi motiva il fatto di aiutare i rifugiati. Non posso raccontare tutto quello che ho visto lì, perché non trovo le parole adatte… Nessuno che non ha mai visto cose del genere può immaginare quell’incubo negli occhi di questa gente”, ha confessato, disposta a sostenere costantemente i rifugiati e a lavorare a favore dell’unità per la pace.

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