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I genitori iperprotettivi ostacolano la maturazione emotiva dei figli

GENITORI IPERPROTETTIVI, BAMBINO ANSIOSO,

goodluz | Shutterstock

Silvia Lucchetti - pubblicato il 15/04/22

Da oltre vent'anni l’eccesso di cura e protezione è considerato dal mondo scientifico capace di causare vulnerabilità psicologiche e alterazioni neurobiologiche nei figli, caratterizzandosi quindi come una vera e propria forma di abuso

È ormai ampiamente riconosciuto, sia a livello scientifico che di consapevolezza sociale in generale, che il maltrattamento infantile è il più potente fattore di rischio per lo sviluppo di disturbi emotivi e di malattie psichiatriche nel corso della vita, a cominciare dall’infanzia e fino alla vecchiaia.

Tratta di questa tematica un interessante articolo pubblicato su Mind (marzo 2022) a firma dello psichiatra e psicoterapeuta Benedetto Farina.

Maltrattamento infantile

Gli abusi e i traumi subiti nell’infanzia generano quadri clinici tendenzialmente più gravi e meno responsivi alle cure farmacologiche e alla psicoterapia.

Questo è il motivo per cui clinici e ricercatori prestano grande attenzione alle varie forme in cui il maltrattamento può declinarsi. Abuso fisico, sessuale, emotivo, la trascuratezza, o il suo opposto: l’iperprotezione genitoriale.

L’iperprotezione genitoriale

Da oltre un ventennio l’eccesso di cura e protezione viene considerato in grado di causare vulnerabilità psicologiche e alterazioni neurobiologiche nei figli sostanzialmente simili a forme di abuso da tempo più attenzionate ed evidenti, come quelle di natura fisica e sessuale. 

Quando si verifica l’iperprotezione genitoriale? 

Quando un comportamento genitoriale può essere definito iperprotettivo?

Anche se il confine non è sempre netto possiamo considerare tale: un eccessivo contatto fisico e psicologico con il bambino che ne ostacola l’esplorazione autonoma, l’esercitare su di lui/lei un controllo troppo stretto,l’intrusività, il prolungamento di cure non più giustificate per l’età, l’inibizione dei comportamenti di indipendenza e di socializzazione con i pari, il sostituirsi al minore nella soluzione di difficoltà e problemi anagraficamente alla sua portata.

I genitori non ne sono consapevoli

È raro che i genitori prendano consapevolezza di quanto la loro protezione sia asfissiante poiché ritengono che i relativi comportamenti posti in atto siano motivati e giustificati, per cui essi sono vissuti come egosintonici.

Questo termine in psicologia definisce quei comportamenti che sono in sintonia con i bisogni e le convinzioni del soggetto che li agisce, per cui non generano sofferenza né conflitti interni.

Percepire il figlio come troppo fragile o non autosufficiente

Nella maggior parte dei casi la causa risiede in una percezione del figlio come troppo fragile e non autosufficiente, e/o di un ambiente di vita particolarmente denso di minacce e pericoli.

A volte queste paure trovano giustificazione in condizioni di handicap fisico o mentale dei minori.

Le conseguenze: bambini con bassa autostima

I bambini che fanno le spese di questa iperprotezione controllante evidenziano bassa autostima, ridotte capacità esplorative, difficoltà ad interagire con i pari e a regolare comportamenti ed emozioni.

Gli effetti psicologici

Gli effetti psicopatologici che ne derivano riguardano disturbi depressivi e d’ansia, disturbi del sonno, disturbi ossessivo-compulsivi, disturbi dell’alimentazione, disturbo da stress post-traumatico.

Figli di genitori iperprotettivi

I bambini e i ragazzi iperprotetti difettano di resistenza psicologica, carenza che spesso dà segno di sé in coincidenza con l’ingresso nella scuola, in occasione di un cambio di  residenza o della malattia di un genitore, di una qualunque avversità.

L’iperprotezione materna

In un recente studio sul bullismo condotto su 400 ragazzi fra gli 8 e i 16 anni si è visto come l’iperprotezione materna rappresenti uno dei  fattori principali che predispongono a diventare vittime dell’aggressività dei propri compagni.

Minore capacità di adattarsi alle difficoltà

Come le altre forme di abuso infantile anche l’iperprotezione genitoriale altera lo sviluppo e la fisiologia delle strutture cerebrali deputate a rispondere alle situazioni stressanti e minacciose, causando così minore capacità di adattarsi alle difficoltà della vita.

Danni all’autostima e all’autonomia

Gli insuccessi che ne derivano, uniti alla rappresentazione di sé come deboli o minacciati da un mondo ostile e pericoloso trasmessa più o meno implicitamente dai genitori, determinano un danno all’autostima e, in un circolo vizioso, ostacolano ulteriormente lo sviluppo dell’autonomia.

I genitori devono conoscere gli effetti negativi che il loro atteggiamento comporta

La prevenzione degli effetti dell’iperprotezione è rivolta in primis ai genitori che devono essere aiutati a riconoscere i loro comportamenti iperaccudenti ed ipercontrollanti, e a prendere consapevolezza degli effetti negativi che ciò comporta per i figli.

Troppo “amore” diventa deleterio

Per molti di essi non è semplice accettare che il troppo “amore” possa essere deleterio, e che spesso ciò che credono di fare per il bene dei figli risponde alla necessità di tacitare lapropria ansia, il più delle volte pesante eredità trasmessa dai loro stessi genitori.

Interrompere il circolo vizioso di ansia e depressione

Intervenire su chi ha subito più pesantemente gli effetti della iperprotezione non risponde quindi solo al bisogno di aiutarli nel processo di autonomia e di acquisizione di maggiori capacità di resilienza, ma alla necessità di interrompere la trasmissione intergenerazionale dell’ansia e della depressione, più o meno strisciante, che le fa da corollario. 

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