Il tradimento di Giuda è una grande lezione per i cristiani oggi e sempre
La liturgia del Mercoledì Santo ci pone di fronte all’annuncio di Gesù del tradimento di Giuda. Cos’ha a che vedere questo apostolo con ciascuno di noi?
“Allora uno dei Dodici, chiamato Giuda Iscariota, andò dai sommi sacerdoti disse: «Quanto mi volete dare perché io ve lo consegni?». E quelli gli fissarono trenta monete d’argento. Da quel momento cercava l’occasione propizia per consegnarlo.
Il primo giorno degli Azzimi, i discepoli si avvicinarono a Gesù e gli dissero: «Dove vuoi che ti prepariamo, per mangiare la Pasqua?». Ed egli rispose: «Andate in città, da un tale, e ditegli: Il Maestro ti manda a dire: Il mio tempo è vicino; farò la Pasqua da te con i miei discepoli». I discepoli fecero come aveva loro ordinato Gesù, e prepararono la Pasqua.
Venuta la sera, si mise a mensa con i Dodici. Mentre mangiavano disse: «In verità io vi dico, uno di voi mi tradirà». Ed essi, addolorati profondamente, incominciarono ciascuno a domandargli: «Sono forse io, Signore?». Ed egli rispose: «Colui che ha intinto con me la mano nel piatto, quello mi tradirà. Il Figlio dell’uomo se ne va, come è scritto di lui, ma guai a colui dal quale il Figlio dell’uomo viene tradito; sarebbe meglio per quell’uomo se non fosse mai nato!». Giuda, il traditore, disse: «Rabbì, sono forse io?». Gli rispose: «Tu l’hai detto»”.
Mt 26,14-25
Le “non motivazioni” di Giuda
Nei racconti di Matteo e Luca si è trattato di una vera vendita, fissata in 30 sicli del tempio, prezzo di vendita di uno schiavo. Circa le motivazioni che hanno potuto influire su Giuda, gli evangelisti menzionano l’avarizia.
Giuda pensava probabilmente a Cristo come a un Messia nazionalista. Alcuni credono che appartenesse alla fazione degli zeloti, nazionalisti esaltati, che vedendo l’atteggiamento Gesù sia rimasto deluso e che per prevenirsi per il fatto di essere stato Suo discepolo sia arrivato al tradimento. Già prima, San Giovanni dice che Giuda non aveva buoni rapporti con Cristo (Gv 6 70-71).
Nel Vangelo di San Matteo leggiamo che uno dei Dodici, chiamato Giuda Iscariota, andò dai sommi sacerdoti e chiese loro quando gli avrebbero dato se l’avesse consegnato.
Solo una persona dominata da Satana può fare una cosa del genere. Per questo, Luca presenta la scena dicendo che Satana era entrato in lui.

Non è un caso di possessione diabolica, ma l’azione per eccellenza del nemico di Gesù e del suo regno. Il nemico si avvale della natura umana, di una persona, per andare contro il progetto di Dio e cercare di distruggere lo stile della proposta evangelica.
È una presenza intrigante intorno alla figura di Gesù e un complotto che si genera intorno al Maestro per toglierlo di mezzo e permettere che si affermi un modo diverso dell’esercizio della salvezza, basato sul potere e la forza. La via di Gesù è invece quella dell’umiltà, del silenzio, dell’attesa dell’opera di Dio.
I tre evangelisti sottolineano la colpevolezza di Giuda ricordando che è stato lui a offrirsi per consegnare Gesù.