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Ucraina: Caritas Internationalis piange due collaboratrici uccise a Mariupol

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Narciso Contreras / ANADOLU AGENCY / Anadolu Agency via AFP

Boutcha (Ukraine), 9 avril 2022.

Vatican News - pubblicato il 12/04/22

Il "martirio" nel Paese dell'est, come lo ha definito Papa Francesco, deve finire, e deve finire adesso: così si legge nel comunicato con cui le organizzazioni Caritas chiedono di "fare l'impossibile per fermare immediatamente questo massacro indiscriminato", condannano anche "le diffuse violazioni della legge umanitaria" e rendono noto con dolore l'uccisione nella città assediata di due collaboratrici di Caritas Ucraina Mariupol

La comunità internazionale deve fare l’impossibile per fermare immediatamente questo massacro: lo ribadisce il segretario generale di Caritas Internationalis, Aloysius John, rendendo noto che due collaboratrici di Caritas Ucraina Mariupol sono rimaste uccise in un tragico attacco, probabilmente il 15 marzo, quando da un carro armato sono stati esplosi colpi contro il loro edificio

Uccise mentre prestavano soccorso

“Questa drammatica notizia lascia la famiglia Caritas inorridita e scioccata. Ci uniamo nel dolore e nella solidarietà alla sofferenza delle famiglie e dei nostri colleghi di Caritas Ucraina che stanno vivendo questa tragedia”. Con queste parole,  John esprime il dolore della Confederazione alla notizia della morte delle due collaboratrici e cinque dei loro familiari. In questo momento, a causa dell’assenza di comunicazioni con la città di Mariupol e l’impossibilità di avere accesso ai locali del centro Caritas, l’ufficio nazionale di Caritas Ucraina non ha ancora elementi sufficienti per determinare cosa sia successo e continua a raccogliere informazioni.

Presumibilmente, le operatrici Caritas e le loro famiglie si erano rifugiate nel centro durante i bombardamenti sulla città. La presidente di Caritas Ucraina, Tetiana Stawnychy, chiede un’attenzione speciale in memoria delle vittime. “Abbiamo bisogno della vostra solidarietà e delle vostre preghiere per le famiglie delle vittime, per la comunità di Caritas Mariupol e la comunità di Caritas Ucraina”.  Dall’inizio del conflitto, le due organizzazioni Caritas presenti in Ucraina, Caritas Ucraina e Caritas-Spes Ucraina, sono state al fianco della gente e finora, anche con la collaborazione della Confederazione Caritas, hanno fornito assistenza umanitaria a circa 600.000 persone. “Le organizzazioni Caritas in Ucraina e nei Paesi vicini continueranno ad assicurare assistenza salvavita alla popolazione del Paese e ai rifugiati in fuga dalla guerra. Siamo profondamente grati a tutti gli operatori e i volontari Caritas che continuano incessantemente a servire le persone bisognose, anche a rischio della loro stessa vita”, aggiunge Aloysius John.

Una possibilità alla pace 

“Caritas Internationalis ribadisce il suo incessante appello alla pace, come facciamo ormai da 48 giorni”, sottolinea il segretario generale. “Il ‘martirio’ in Ucraina, come lo ha definito Papa Francesco, deve finire, e deve finire adesso. Si deve dare una possibilità alla pace. Il conflitto armato e la violenza non sono la soluzione. Le vite umane devono essere salvaguardate, la dignità umana rispettata e la sicurezza dei civili deve essere garantita”.  

Nessun rispetto della dignità delle persone e del diritto internazionale 

Le organizzazioni Caritas condannano anche le diffuse violazioni della legge umanitaria internazionale in diverse aree dell’Ucraina. “Il conflitto armato e la violenza – si ripete – non sono la soluzione”. Le vite umane devono essere salvaguardate, la dignità umana rispettata e la sicurezza dei civili deve essere garantita”.

L’originale su Vatican News

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