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L’Arcivescovo Maggiore ucraino Shevchuk prega alla fossa comune di Bucha

UKRAINE WAR

Maxym Marusenko | NurPhoto via AFP

John Burger - pubblicato il 12/04/22

Il sobborgo di Kiev è una “ferita aperta nel corpo dell'Ucraina”, afferma

Sulla scia del ritiro dei militari russi dall’area intorno alla capitale dell’Ucraina – e dei resoconti dei civili che vi sono stati giustiziati –, la guida della Chiesa Greco-Cattolica Ucraina ha visitato i sobborghi di Kiev e ha pregato per le vittime.

Giovedì, Sua Beatitudine Sviatoslav Shevchuk, Arcivescovo Maggiore di Kiev-Halych, ha visitato Bucha, Irpin e Hostomel, città liberate di recente dall’occupazione russa. A Bucha, l’arcivescovo Shevchuk si è fermato in piedi davanti a una fossa comune in cui i corpi dei residenti sono stati deposti in sacchi di plastica neri e ha guidato un breve servizio in loro memoria.

“È molto difficile parlare”, ha affermato in un video pubblicato sulla sua pagina Facebook. “Il loro sangue grida da qui, da questa terra, al cielo. E il cuore cristiano, un buon orecchio deve udire il grido di quel sangue. Perché? Sono giovani. È chiaro che hanno strappato loro la vita. Siamo venuti qui per pregare per il loro riposo eterno”.

Il presule ha aggiunto che è importante che tutto il mondo provi il dolore che sentono i sopravvissuti di Bucha e che prega per la giustizia, perché “se questo peccato non viene condannato, se questo crimine non viene esplicitato, può essere ripetuto. Ciascuno di noi dovrebbe trovarsi davanti a questa fossa comune”.

Mentre sullo sfondo si riuscivano a sentire i canti del servizio di memoria, Shevchuk ha affermato: “Possa il Signore Dio offrire il riposo alle anime di questi suoi servi innocenti uccisi; possa salvare vite umane; possa liberare l’Ucraina da quei criminali che sono venuti a uccidere, saccheggiare e distruggere. Eterna memoria alle vittime innocenti!”

In seguito all’espulsione dei Russi dalla zona – che si pensa sia un preludio di un’intensificazione dell’azione militare nell’Ucraina Orientale –, sono emerse le notizie di decine di corpi lasciati sulle strade di Bucha, alcuni con le mani legate e proiettili nella testa. La Russia ha negato che i suoi militari siano responsabili di quelle uccisioni.

Il sindaco di Bucha, Anatoliy Fedoruk, ha affermato che quasi 300 persone sono state seppellite nelle fosse comuni in città.

Shevchuk ha anche visitato la chiesa greco-cattolica della Natività della Vergine Maria di Irpin, danneggiata dalle truppe russe. Vicino alla chiesa di questo sobborgo di Kiev, ha recitato la preghiera “Sotto la tua protezione”.

“Ferita aperta”

Nel suo videomessaggio quotidiano di venerdì, il presule ha definito Bucha una “ferita aperta nel cuore dell’Ucraina”, e ha affermato che mentre pregava ha chiesto a Dio cosa significhi amare il proprio prossimo.

“E guardando le mani delle nostre sorelle e dei nostri fratelli assassinati, ho capito una cosa importante”, ha aggiunto. “L’amore per il prossimo significa sentire l’affinità con lui, sentire che siamo tutti esseri umani, e che in questa tomba fraterna, dove lui o lei riposa, posso riposare anch’io”.

Nel suo messaggio di venerdì, giorno in cui è stata diffusa la notizia di un missile che ha colpito la stazione ferroviaria di Kramatorsk, uccidendo circa 50 civili che cercavano di lasciare la città di fronte all’atteso attacco russo, Shevchuk ha commentato:

“Comprendiamo sempre di più che questa è una guerra basata sulla distruzione totale. Vediamo i nostri invasori, coloro che invadono città e villaggi, che deridono la popolazione civile. Stanno cercando di distruggere le ferrovie, le strade che potrebbero servire per evacuare i residenti dalle zone pericolose. Ieri abbiamo sentito che gli occupanti hanno confiscato un convoglio umanitario che i nostri volontari cercavano di portare a quelle persone, soprattutto nella regione di Kherson, che rischiano davvero di morire di fame”.

Il presule ha esortato i fedeli ad “amare Dio, che è la fonte della vita, non della morte”.

“Chiediamo al nostro Padre amorevole di poter sentire davvero l’unità con i nostri fratelli e le nostre sorelle, per poter imparare ad amare anche i nostri nemici. E amare il nemico significa fermare la sua mano che uccide, prendendo le sue armi, non dandogli l’opportunità di uccidere. Chiediamo che nelle circostanze di odio e omicidio possiamo amare Dio e il prossimo e rimanere umani”.

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