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“The Adam Project”: tornare al passato e ritrovare se stessi

THE ADAM PROJECT

Netflix

José Ángel Barrueco - pubblicato il 11/04/22

Ryan Reynolds è il protagonista di questo film familiare di grande successo su Netflix

Per The Adam Project si sono riuniti l’attore (Ryan Reynolds) e il regista (Shawn Levy) del film Free Guy. La pellicola, girata per Netflix, rappresenta una fonte di intrattenimento per tutta la famiglia sul tema dei viaggi nel tempo, e ha riscosso un grande successo su quella piattaforma, essendo la terza più vista in tutta la sua produzione.

È logico se si tiene conto da un lato dell’attrattiva che rappresenta il carisma di Reynolds per il grande pubblico, e dall’altro dell’abilità di Levy nell’offrire prodotti divertenti e familiari che non lasciano traccia nella memoria ma servono per passare un momento piacevole – pensiamo alla trilogia di Una notte al museo. Levy ha anche diretto alcuni episodi della serie Stranger Things.

Il lungometraggio inizia con la fuga di un pilota di nome Adam (Reynolds) a bordo di una navicella spaziale. È l’anno 2050.

THE ADAM PROJECT

La sua intenzione è viaggiare nel tempo fino al 2018, quando crede che si sia perduta la sua fidanzata, Laura (Zoe Saldana). Un errore lo manda invece nel 2022, vicino casa sua, dove vivono sua madre vedova (Jennifer Garner) e lui stesso quando aveva 12 anni (Walker Scobell).

È così che l’Adam adulto e l’Adam giovane si (ri)conosceranno e si fronteggeranno tra il disprezzo e l’ammirazione: il primo ricordando il suo passato, il secondo dando un’occhiata al suo futuro. In quell’anno il padre, Louis (Mark Ruffalo), è già morto in un incidente, ed è anche il responsabile di quell’Adam Project con cui è riuscito a spostarsi nel tempo.

THE ADAM PROJECT

Un’opportunità per migliorare il proprio passato

Durante la prima metà del film, Adam e la sua versione infantile condividono avventure, emozioni e confidenze. Nella seconda viaggiano nel 2018 per incontrare suo padre e distruggere il progetto, perché i viaggi nel tempo saranno utilizzati dalla cattiva di turno (Catherine Keener) per controllare il mondo.

Tutte queste trame parallele, linee temporali e corsi e ricorsi tra il passato, il presente e il futuro, favoriscono l’operato del regista per giocare con ammiccamenti e omaggi, soprattutto a film degli anni Ottanta. Non è infatti difficile percepire riferimenti a Ritorno al futuro 2, Terminator, E.T., l’extraterrestre e Il Ritorno dello Jedi, tra gli altri.

Come dicevamo all’inizio, The Adam Project è un intrattenimento divertente e leggero. È mille miglia dall’ingegnosità e dalla qualità di Ritorno al futuro, un film perfetto, ma la storia di Adam affonda in un tema di peso: il rapporto del protagonista con la sua famiglia e i suoi sforzi per migliorare il passato.

Come dimostrare amore ai propri genitori

Adam giovane soffre da un anno e mezzo per la morte del padre. Può essere che quella ferita lo abbia trasformato in un bambino che non esprime tutto l’amore che prova per la madre.

Quando Adam adulto la incontra nel 2022, non le rivela mai la sua identità, ma parlano per un po’, e lui le racconta che ha la mamma migliore del mondo. L’adulto sa che da bambino non l’ha abbracciata tanto come lei avrebbe avuto bisogno, e questo sarà uno dei suoi consigli per la versione infantile di se stesso.

THE ADAM PROJECT

Le dice anche che un giorno, e lo sa perché lo ha vissuto, dovrà portarsi quel peso: “Tra 30 anni ti sentirai ancora malissimo ricordando come la tratti ora”. Questo simboleggia la necessità di trasmettere il nostro affetto alle persone care prima che sia troppo tardi. Adam adulto prova ancora il senso di colpa per la sua mancanza di empatia, ma sa che la sua versione precedente può cambiare la situazione. È la sua opportunità di migliorare il passato e di far sì che il futuro sia più benevolo.

Anche il tema della perdita del padre è essenziale nel film, e uno dei suoi punti forti. Se una delle scene migliori è l’incontro tra Adam e sua madre, un’altra delle più carismatiche è quella che riunisce Louis con suo figlio per una partita tripla: a casa lo aspetta l’Adam di 8 anni, e contemporaneamente conosce le versioni di quel figlio di 12 e 40 anni.

Quando il padre, nel miglior stile di Doc in Ritorno al futuro, dice a entrambi di non rivelargli niente del futuro, perché nessuno dovrebbe sconvolgere il tempo, e che sospetta che morirà presto (“Lo so. L’ho saputo appena li ho visti”), confessa che il suo futuro sono loro e che si sente molto fortunato per averli trovati.

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E aggiunge: “Li ho visti nascere. Li ho visti respirare per la prima volta. Quando passi per una cosa del genere, niente è più lo stesso”. Un’altra dimostrazione del fatto che non importa la quantità di tempo che si trascorre con i propri cari, perché è la qualità che conta. È questo che Adam vuole cambiare.

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