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Fede e moda possono coesistere? La stilista di Litany condivide la sua missione unica

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Marilyn Lamanna | Litany

Lillian Fallon - pubblicato il 07/04/22

La marca di moda cattolica si sta imponendo nell'industria, sfidando le donne ad andare più a fondo per esprimere la propria identità

Le donne cattoliche possono avere un posto nell’industria della moda?

È una domanda che Veronica Marrinan e Olivia Swinford (ora suor Maria Dominique) si sono poste tre anni fa quando studiavano al Fashion Institute of Technology. Entrambe hanno risposto “Sì”, e hanno creato Litany, la prima marca di moda cattolica a New York City.

Le stiliste hanno deciso di essere la soluzione a un’industria che spesso riduce il valore di una donna al suo appeal sessuale e agli standard di bellezza a cui è spinta ad adeguarsi.

Il team di Litany cerca di creare capi d’abbigliamento che includano la teologia in ogni punto, nella speranza di portare le donne a una maggiore comprensione della loro identità come persone create a immagine e somiglianza di Dio.

Con il motto “Abiti che vestono l’anima”, la compagnia ha diffuso la sua collezione più recente di bluse di seta fabbricata eticamente. Puntando ad accompagnare le donne nella loro vocazione in tutti i momenti della vita, la tecnica di produzione su misura incoraggia chi indossa i capi a riconoscere la bellezza e la dignità unica del proprio corpo.

Ho incontrato la stilista e Direttore Creativo di Litany, Veronica Marrinan, per sapere cosa pensa del ruolo delle donne cattoliche nell’industria della moda e come la sua compagnia stia cercando di apportare dei cambiamenti.

Lillian Fallon: Cosa l’ha spinta a impegnarsi nell’industria della moda come donna cattolica?

Veronica Marrinan: Quando ho deciso inizialmente di studiare fashion design, è stato soprattutto per il desiderio di creare capi d’abbigliamento che fossero modesti ma non noiosi, ma quando ho cominciato ad affinare il mio processo di design e a conoscere maggiormente la teologia del corpo, quella missione si è estesa ben oltre la mia idea originaria. Mi guardavo intorno e vedevo aspetti di quella vocazione nell’industria – il desiderio di rivelare la bellezza della donna, ma anche di ridurla a un modo in cui possa essere mercificata a livello sessuale; il desiderio di esprimere la personalità della donna che indossa i capi, ma non riuscendoci e creando trend transitori e in contrasto con la realtà costante della donna che li indossa.

Mi sono resa conto che la gente voleva indossare capi che contassero, ma l’industria della moda non riusciva a soddisfare questa richiesta. Penso che come cattolici offriamo uno sguardo profondo e penetrante sulla bellezza quotidiana, e ho sentito che eravamo chiamate a usarlo al servizio di donne che volevano che il loro modo di vestirsi fosse un mezzo per conoscersi ed essere conosciute dagli altri.

Molte donne cattoliche lottano con la sensazione che il loro interesse per la moda sia materialistico. Come rispondete a questo? 

Penso che sia una preoccupazione che ha un’ottima origine! Vogliamo essere umili e dare gloria a Dio, non a noi stesse.

Quando consideriamo l’umiltà, penso che sia importante ricordare che l’umiltà non riguarda il fatto di cercare di “rimpicciolirci”, o di ripiegarci in meno spazio. Riguarda la verità – riconoscere la verità di chi siamo e di come Dio ci ha creati, e che non siamo Lui.

Si può glorificare Dio nel modo in cui ci si veste, gioendo per come Egli ci ha creati splendidi. Bisogna solo impiegare per curare il nostro aspetto la quantità di tempo ed energia che ci aiuta a sentirci noi stessi e dà gloria a Dio facendo tesoro della bellezza con cui ci ha creati.

Si può indossare un bel vestito che non ci fa sentire come se stessimo interpretando una parte – che si può mettere senza preoccuparsi di come si sta per il resto della giornata. Non è quello che ha detto Gesù? “Non preoccupatevi di come vestirete”. Quando sentiamo di essere vestiti in un modo che rispecchia davvero quello che siamo, la nostra personalità, il modo in cui Dio ci ha creati, smettiamo di pensare a come appariamo agli occhi degli altri. C’è una forte componente di vanità, no? Voler controllare il punto di vista degli altri su di noi.

L’industria della moda ha deluso le donne? Qual è la risposta? 

La maggior parte dei direttori artistici è composta da uomini, anche se progettano per le donne. Non hanno la stessa idea di quello di cui le donne hanno bisogno dal loro abbigliamento, perché non hanno le stesse esperienze vissute, e allora le donne finiscono per ritrovarsi con piccole tasche, o per non averle affatto! Vogliamo indossare abiti che abbiano un senso, ma spesso l’industria della moda non aiuta le donne ad avere un impatto positivo sul loro abbigliamento.

Le donne meritano di avere capi di abbigliamento che le aiutino ad essere autentiche con se stesse e che mettano in risalto la dignità con cui sono state create. L’industria della moda ha un’enorme opportunità di aiutare le donne ad avere fiducia in quello che sono, ma finora ha creato narrative diverse di cosa sia la fiducia. Ci viene detto che riguarda il fatto di amare in modo in cui appariamo agli altri. E buona parte di questo si è trasformato in “Sei sessualmente desiderabile?”

L’industria della moda dice alle donne cosa dovrebbero volere, anziché chiederglielo. E chiedere è la risposta. Chi sei? Cosa ti rende te stesso? Come vuoi che il tuo abbigliamento esprima tutto questo? Come possiamo servire la nostra dignità? Porre queste domande e affermare il valore, anziché far penzolare la fiducia come una carota dietro il prossimo acquisto di una mini-micro-goonna, è questo che meritano le donne!

C’è un posto per i cattolici nel mondo della moda? Che ruolo ha Litany?

Sì! Ovunque ci sia bellezza, l’amore di Dio ci aspetta. Come cattolici, siamo chiamati a orientarla alla bontà, a separare le bugie dalla verità per ripristinare e onorare la bellezza. È questo di cui l’industria della moda ha disperatamente bisogno, e visto che ne ha bisogno può sembrare che non ci sia un posto per i cattolici. Penso però che sia un segno ancor maggiore del fatto che c’è un posto per noi qui.

Con Litany, vogliamo aiutare ad affermare la bontà che è già qui, portando guarigione nei luoghi che la richiedono. Celebrare e onorare la bellezza della persona umana attraverso colori, forme e tessuti – e fare attenzione alla personalità di ogni donna che viene servita perché possa sentirsi sicura nella bontà che Dio ha creato in lei.

Come si prospetta il futuro per Litany?

Abbiamo tre progetti per la primavera e l’estate che mi emozionano molto! Abbiamo creato un abito di seta che può essere indossato in vari modi con un disegno pieno delle verità della nostra Fede. Siamo nella “fase di montaggio”, che è una delle mie preferite – dobbiamo capire cosa dobbiamo fare per far sì che questo capo di abbigliamento si adatti al corpo di ogni donna nel modo che è giusto per lei.

Abbiamo anche scelto alcuni dei capi preferiti delle nostre clienti per ridisegnarli come una collezione da sposa esclusiva per tutti gli eventi che portano al matrimonio – addii al nubilato, cene di prova, sessioni fotografiche e così via. Potremmo anche avere una collaborazione in tasca per sorprendervi! Nell’ultimo anno ho pregato molto la Sacra Famiglia, e la nostra Collezione Autunnale sarà ispirata dai frutti di quella contemplazione.

Più di tutto il resto, vogliamo che Litany sia una forza che promuova il cambiamento nell’industria della moda per rendere la dignità femminile qualcosa che non può essere ignorato. Stiamo già pensando a come possiamo aiutare le ragazze a scoprire il proprio stile personale in un modo che sia edificante e a come possiamo rendere questa industria uno spazio più sicuro e creativo per modelle, operatori e consumatori.

La nostra missione è creare abbigliamento e conversazioni che ispirino una profonda vita di preghiera in coloro che indossano i capi e che li aiutino ad accettare la bontà di come sono stati creati – e siamo sulla buona strada per trasformarlo in realtà.

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