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La suora di Kiev che condivide speranza e preghiera via radio

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EWTN Ukraine, archiwum prywatne

Beata Zajączkowska - pubblicato il 05/04/22

Suor Lucyna Grząśko ha iniziato a lavorare alla radio quando i cecchini hanno cominciato a prenderla di mira perché recitava il Rosario in piazza Maidan a Kiev

“Sono salita sul palco, ho afferrato il microfono e ho detto: ‘Fermatevi! Prendete i vostri rosari; preghiamo’. Questa preghiera è continuata ininterrotta per sette ore. Non ho paura, e sono pronta ad affrontare tutto quello che può accadere”, afferma una suora, una missionaria polacca che ha trasformato uno studio radiofonico nella sua casa. Dorme sul pavimento e si lava nel lavandino.

In passato esortava alle persone riunite in piazza Maidan a Kiev a recitare il Rosario, e come risultato è stata presa di mira dai cecchini. Ora sta rinfocolando lo spirito degli ascoltatori di Radio Maria Ucraina. “Sentiamo la presenza profonda di Dio. Confidiamo nel fatto che la verità sia dalla nostra parte e che prevarremo”, ha detto ad Aleteia suor Lucyna Grząśko.

Trent’anni in Ucraina

La religiosa della Congregazione delle Suore Missionarie Ancelle dello Spirito Santo lavora in Ucraina da trent’anni. Negli ultimi dieci anni ha fatto la giornalista. Come ammette, “la radio è ora la mia prima linea”. La suora sottolinea che in questa guerra barbara, gli Ucraini hanno bisogno di forte sostegno e di informazioni affidabili.

“Diciamo agli ascoltatori dove servono urgentemente donatori di sangue, dove trovare rifugio o aiuti di base”, spiega la missionaria. “Sono grati per la nostra presenza. Chiamano e condividono le loro storie in diretta. La situazione è davvero complicata, ma siamo fiduciosi e abbiamo una luce interiore”, afferma la suora. Durante la nostra intervista, le bombe cadevano su Kiev, ma la voce della religiosa era piena di forza e speranza.

“Subito dopo lo scoppio della guerra ero molto spaventata. Ero a 400 chilometri da Kiev, e sono tornata immediatamente. Anche se alcuni mi esortavano ad abbandonare l’Ucraina, ho deciso di restare. Avvicinandomi ai checkpoint, vedevo i fucili puntati contro di me”, ha ricordato.

Una religiosa a piazza Maidan

Suor Lucyna è stata testimone delle proteste di piazza Maidan nel 2014. Quello che ha visto lì ha rafforzato la sua fede in Dio e ha promosso il suo ministero. Durante la “Rivoluzione della dignità”, come sono stati soprannominati gli eventi di Kiev, ha visitato ripetutamente Maidan, come molti sacerdoti, religiosi e religiose di tutta l’Ucraina, che hanno sostenuto i dimostranti con le loro preghiere, tè caldo, panini e aiuti medici di base.

A un certo punto, leggendo delle apparizioni di Fatima, la gente ha capito che quello che stava accadendo era una realizzazione delle profezie, e ha chiesto che la statua della Madonna di Fatima venisse portata a Maidan. È stata trasferita lì dal santuario di Dovbysh un giorno prima che la mobilitazione a Maidan venisse sciolta. La statua è stata prima situata nella tenda dedicata alla preghiera, poi, il 18 febbraio 2014, due giovani l’hanno portata sul palco, dov’è rimasta fino alla fine delle proteste.

I proiettili impazzavano, ma Dio mi ha tenuta in vita”

“Camminando in piazza Maidan quella sera, ho chiesto a Dio cosa voleva da me, e ho capito che dovevo esortare la gente a pregare. Sono salita sul palco. La vista era terribile. La gente correva in ogni direzione gridando; non sapeva cosa sarebbe accaduto in seguito. Sono salita sul palco, ho afferrato il microfono e ho detto: ‘Fermatevi! Prendete i vostri rosari; preghiamo’. Questa preghiera è continuata ininterrotta per sette ore, fino alle cinque del mattino”, ricorda la missionaria.

Era tutto immerso nell’oscurità, solo occasionalmente interrotta dai riflettori delle forze di sicurezza, che volevano vedere cosa stesse accadendo. Verso mezzanotte, i cecchini hanno iniziato a puntare contro di lei perché vedevano che aveva promosso un’atmosfera di silenzio e preghiera.

“Il proiettile è volato sulla mia mano sinistra, mi ha graffiato la giacca ma non mi ha ferita. Mi sono resa conto che Dio voleva tenermi in vita. Nulla è difficile per me; sono pronta a qualsiasi cosa possa accadere. Sono felice perché sento la presenza speciale di Dio. Siamo convinti che la verità sia dalla parte di Dio e che prevarremo. Non mi soffermo a pensare a quello che potrebbe succedermi. Vivo momento per momento, felice di alzarmi il giorno dopo e di poter sostenere quello in cui credo. Il Rosario è la mia arma”, sottolinea la missionaria.

Una scuola del Rosario

La religiosa ricorda come dopo le proteste di Maidan la redazione l’abbia chiamata all’alba dicendo che era inondata di telefonate di persone che chiedevano della preghiera che stava recitando. È tornata a Radio Maria, e nei giorni successivi ha spiegato il Rosario agli ascoltatori.

“La maggior parte degli ascoltatori che erano a Maidan non avevano familiarità col Rosario, e quindi spiegavo i vari misteri quando li recitavamo. C’erano molti Ortodossi, e probabilmente anche non credenti. L’interesse nei confronti di questa preghiera è aumentato talmente che abbiamo dovuto stampare opuscoli con le istruzioni, che sono poi stati distribuiti in tutta l’Ucraina. Per molti, la nostra stazione radio è diventata un’università su come pregare e come comprendere il Rosario”, dice suor Lucyna.

Il giorno in cui è scoppiata la guerra, Radio Maria Ucraina ha avviato la Novena di Pompei per la pace; migliaia di persone in tutta l’Ucraina si sono unite alla preghiera. Il 22° giorno di guerra, una statua della Madonna è arrivata a Leopoli da Fatima. Per la Nazione devastata doveva essere un simbolo di pace e di speranza che la guerra sarebbe finita presto.

Dalle proteste di Maidan, più di un milione di rosari è stato mandato in Ucraina. Dopo l’annessione della Crimea, molti rosari hanno preso la strada delle repubbliche occupate di Donetsk e Lugan. La guerra è in qualche modo un corso accelerato di questa preghiera mariana per una Nazione teoricamente ortodossa.

L’inizio o la fine della guerra?

Questo periodo ha visto molti miracoli. Un sacerdote greco-cattolico si è trovato di fronte a un ragazzo gravemente ferito. Vedendo la croce sul petto del presbitero, il ragazzo ha chiesto: “È il tuo Dio?” “Sì”, ha risposto lui. Il ragazzo ha sussurrato “Credo in Lui” ed è morto, dopo aver ricevuto l’assoluzione.

Una suora che lavora a Odessa dice che un soldato ferito stringeva il rosario. Quando gli si è avvicinato, le ha detto che non sapeva cosa fosse o come si chiamasse, ma sapeva che gli aveva salvato la vita.

“Maidan ha aiutato a rafforzare la devozione a Nostra Signora di Fatima. Quando stavo visitando delle famiglie nelle case, vedevo che ogni bambino aveva la sua statua. Credo che la consacrazione di Russia e Ucraina al Cuore Immacolato di Maria sarà l’inizio della fine della guerra”, dice suor Lucyna.

La missionaria crede che l’Ucraina prevarrà, perché tante persone in tutto il mondo pregano per la pace recitando il Santo Rosario, e questa preghiera ha poteri unici, come la Vergine Maria ha assicurato a Fatima.

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