Martedì, 5 aprile 2022
1- I cattolici e la guerra. Mettere a tacere il Papa?
2- Un volontario in Ucraina: “Le mamme cercano di non piangere, i bambini non ridono più”
3- Una lettura anticlericale della decristianizzazione dell’Irlanda
4 – Unioni civili: una manovra “nascosta” sta prendendo forma nella Chiesa
5- La Chiesa svizzera lancia un “progetto pilota” sugli abusi
1- I cattolici e la guerra. Mettere a tacere il Papa?
“Come può Papa Francesco mostrare una tale indifferenza nei confronti di quanti stanno morendo per la loro patria?”, chiede Pietro de Marco, ex docente di Sociologia delle Religioni all’Università di Firenze. Il filosofo Massimo Borghesi commenta che buona parte della discussione su pace e guerra, pro-Putin o anti-Putin, che occupa i media italiani sembra stucchevole, inutile e ideologica. Alla fin fine, spiega, non è una questione del diritto dell’Ucraina di resistere o di ottenere armi per combattere l’invasione russa, ma di come raggiungere la pace. Il docente lamenta il fatto che anziché accordarsi sulla questione una volta per tutte, l’intellighenzia cattolica sia impantanata in dibattiti sterili in cui si accusa il Papa di essere “pacifista” o “neutralista”, o di non assumere una posizione chiara a favore dell’Ucraina. Borghesi ad ogni modo sottolinea che prima di criticare, dicendo che potrebbero essere tracciati dei parallelismi con i silenzi di Pio XII, bisogna tornare indietro e considerare in modo serio lo spettro della guerra in Iraq, a cui Giovanni Paolo II si opponeva decisamente e che è culminata con la devastazione totale del Paese invaso. Il realismo richiesto, sostiene Borghesi, non è quello che mira a ridisegnare la geografia politica del mondo, ma piuttosto quello che, di fronte alla tragedia attuale, sfrutta tutte le aperture possibili per raggiungere la pace. “È questo che vuole e su cui insiste il Papa, il vero realista”, conclude.
Vita, francese
2- Un volontario in Ucraina: “Le mamme cercano di non piangere, i bambini non ridono più”
Secondo l’Unicef, circa 7,5 milioni di bambini in Ucraina sono in pericolo, anche di diventare vittime del traffico di esseri umani. Avvenire accende i riflettori sulle madri e sui loro bambini, “l’altro volto della resistenza, meno visibile”. Lasciati a se stessi mentre gli uomini devono difendere il Paese, donne e bambini – molti dei quali in fuga – hanno bisogno non solo di aiuti materiali di base, ma anche di sostegno psicologico e psico-sociale. Secondo un volontaria, Olimpia, i bambini “sono traumatizzati”. Le madri si fanno forza per i figli, commenta Olimpia, ammettendo di sentirsi impotente di fronte a questa situazione drammatica. Al di là delle necessità di base, chiedono “una sola cosa: che la guerra finisca”. “Fate che smetta! Fatela finire!”, ha detto un’anziana quando le hanno domandato di cosa avesse bisogno.
Avvenire, italiano