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L’“ago” del Papa per cucire l’“unione” con Kirill per la pace

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Ary Waldir Ramos Díaz - pubblicato il 02/04/22
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La mediazione del Vaticano riappare all'orizzonte, e una fonte del Patriarcato di Mosca parla di un possibile vertice per la pace

“Un cristiano senza amore è come un ago che non cuce: punge, ferisce, ma se non cuce, se non tesse, se non unisce, non serve. Oserei dire, non è cristiano”, ha affermato il Papa durante la storica consacrazione della Russia e dell'Ucraina al Cuore Immacolato di Maria il 25 marzo scorso.

In questa frase è sintetizzato il programma della diplomazia della Santa Sede, che cerca di “cucire” i rapporti con il Patriarca di Mosca, Kirill, e quindi con il popolo russo per porre fine alla “mostruosità della guerra” in Ucraina, parafrasando il Pontefice quando il 30 marzo ha benedetto commosso un gruppo di bambini ucraini rifugiati in Italia.

Papa Francesco e Kirill potrebbero incontrarsi prima dell'estate in territorio neutrale, ovvero né in Vaticano né a Mosca. La Chiesa Ortodossa Russa ha annunciato che sta lavorando a un incontro personale tra il Patriarca e il Papa “quest'anno”.

Kirill e Francesco 

Lo sfondo della notizia è il dramma umanitario che aumenta di ora in ora 30 giorni dopo l'inizio dell'invasione russa. 4 milioni di Ucraini sono fuggiti finora dal loro Paese, e la metà di loro ha tra le mani un orsetto di peluche e l'ultimo gioco che è riuscito ad afferrare. Sono bambini e bambine.

Kirill ha un'influenza notevole nel conflitto, essendo un arcivescovo ortodosso, Patriarca di tutta la Russia, eletto nel 2009 su consiglio dei vescovi della Chiesa russa e in qualche modo consigliere spirituale dell'élite russa, incluso il Presidente Vladimir Putin, e del popolo russo.

Il primo passo del Papa…

La notizia del possibile incontro tra Francesco e Kirill prima dell'estate, dopo la videochiamata recente in cui hanno parlato del conflitto in Ucraina, prende più forza perché la fonte è l'ambasciata russa presso la Santa Sede, che ha rilanciato un articolo di Ria Novosti che raccoglieva dichiarazioni in questo senso del metropolita Hilarion, responsabile delle relazioni internazionali del Patriarcato di Mosca.

La fonte russa conferma che si sta “lavorando” al vertice per la pace, e ha aggiunto che per via dello sviluppo degli eventi in Ucraina il Papa e il Patriarca dovevano comunicare, anche se a distanza.

Il Papa e il cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato, si sono trovati di fronte a un freddo silenzio da parte di Mosca quando si parlava della volontà di mediazione ufficiale della Sede di Pietro nel conflitto ucraino. Una mediazione per la pace, e non in termini politici.

Il gesto del Papa di “abbassarsi”, uscendo dal Vaticano per andare a far visita all'ambasciatore russo, Aleksandr Avdeev, due giorni dopo l'inizio dell'aggressione russa all'Ucraina, dimostra che Francesco “rammenda” con pazienza la “tela rotta”, e che sottolinea i buoni rapporti con l'ambasciatore, molto vicino a Putin, e con il Patriarcato, che riceve da lì una risposta per misurare il filo del dialogo con il Vaticano. 

Il fuoco della guerra…

Di questo filo si è avuta prova il 16 marzo con la videochiamata tra il Patriarca e il Pontefice, in cui si è parlato di “fermare il fuoco” della guerra in Ucraina, che “non è mai la strada”, perché chi ne “paga il conto” è “la gente”: “i soldati russi mandati a morire bombardando” e “chi viene bombardato e muore”.

La conversazione si è concentrata sul conflitto dell'Europa dell'Est e sul ruolo dei cristiani per fare tutto il possibile affinché prevalga la pace, aveva spiegato il portavoce vaticano, Matteo Bruni.

Prima che scoppiasse il conflitto in Ucraina, emissari della Santa Sede e del Patriarcato di Mosca già lavoravano a un secondo incontro, dopo quello a Cuba nel 2016, tra Papa Francisco e Kirill. 

L'ambasciatore russo presso la Santa Sede aveva anche offerto un'indicazione sulla data, “a giugno o luglio”. Era il 18 febbraio: 6 giorni dopo i Russi hanno iniziato a bombardare Kiev. Ora, però, c'è un nuovo raggio di speranza.

Un viaggio del Papa in Ucraina?

Il filo della diplomazia della Santa Sede è sottile. Oltre all'incontro del Papa con Kirill, non si esclude in questo momento un viaggio di pace del Papa. Il sindaco di Kiev e il Presidente dell'Ucraina attendono il Pontefice nel loro Paese.

Il cardinale Parolin ha dichiarato ai media italiani che la Santa Sede non ha scartato del tutto l'ipotesi e ha alluso al tema della sicurezza, che la controparte ucraina afferma di poter garantire.

In questo contesto, il Papa continua a tessere fili per unire e porre fine alla “guerra crudele e insensata” che, come ogni guerra, rappresenta una “sconfitta per tutti” e in cui “i potenti decidono e i poveri muoiono”.