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Il Vaticano sostiene l’educazione sessuale nelle scuole cattoliche, ma…

CATHOLIC SCHOOL

Cynthia Farmer | Shutterstock

Ary Waldir Ramos Díaz - pubblicato il 30/03/22

Pubblicato un documento sull'identità cattolica per istituzioni educative in linea con “una cultura del dialogo”

Il Vaticano ha pubblicato il 29 marzo una Istruzione in cui si chiede, tra le altre cose, alle scuole cattoliche di avviare i loro alunni a una “prudente educazione sessuale”. 

Il documento si propone di diffondere la dichiarazione conciliare Gravissimum educationis sull’“educazione cristiana soprattutto nelle scuole”, occupandosi anche della responsabilità della testimonianza dei docenti e dei dirigenti laici e consacrati e dell’“approccio dialogico verso un mondo multiculturale e multireligoso”. 

Visto che la scuola cattolica “vive nello scorrere della storia umana”, è continuamente chiamata a seguirne il flusso per offrire un servizio educativo adeguato al suo presente.

Le istituzioni educative cattoliche testimoniano la diversità di situazioni socio-culturali e l’“assunzione di nuovi mezzi didattici, mantenendosi fedele alla propria identità”.

La scuola cattolica, indica il documento, deve “contrastare una diffusa emergenza educativa” che “ha origine principalmente dalla rottura del ‘patto educativo’ tra istituzioni, famiglie e persone”.

Il testo insiste sul fatto che le scuole cattoliche debbano avere “un codice di comportamento” che abbia “chiaro valore legale” da parte dei soggetti coinvolti.

Gli insegnanti di religione

Il documento dedica un paragrafo al compito vigile del vescovo, che ha il diritto “di nominare o almeno di approvare per la propria diocesi/eparchia gli insegnanti di religione, e parimenti, se lo richiedano motivi di religione o di costumi, rimuoverli oppure esigere che siano rimossi”. 

Il Vaticano istruisce affinché la visione cristiana dell’educazione non cada in una “visione riduttiva” che “escluda esplicitamente o di fatto principi, dimensioni ed esigenze essenziali della fede cattolica”.

La cattolicità, inoltre, non si può attribuire solo “ad alcuni ambiti o ad alcune persone, come ai momenti liturgici, spirituali, sociali oppure alla funzione del cappellano scolastico, degli insegnanti di religione o del direttore della scuola”, perché questo “contraddirebbe la responsabilità della comunità scolastica nel suo insieme e di ogni suo membro”.

Dall’altro lato, l’affermazione di questa responsabilità non intende introdurre una “società perfettamente egualitaria”, né alcun perfezionismo morale o disciplinare di difficile valutazione.

Le parti del testo

L’Istruzione è strutturata in tre capitoli.

Nel primo si inquadra la presenza della Chiesa nel mondo scolastico nel contesto generale della sua missione evangelizzatrice: la “Chiesa come madre e maestra nel suo sviluppo storico con le diverse sottolineature che ne hanno impreziosito l’opera nel tempo e nello spazio fino ai nostri giorni”.

Il secondo capitolo “tratta dei vari soggetti che operano nel mondo scolastico con diversi ruoli assegnati e organizzati secondo le norme canoniche in una Chiesa ricca di molteplici carismi di cui le fa dono lo Spirito Santo, ma anche in corrispondenza con la sua natura gerarchica”.

Il capitolo finale è invece dedicato ad “alcuni punti di criticità che possono nascere nell’integrare tutti i diversi aspetti dell’educazione scolastica nel concreto della vita della Chiesa come risulta dall’esperienza di questa Congregazione nel trattare i problemi che le giungono dalle Chiese particolari”.

Come ha osservato Papa Francesco, “educare è scommettere e dare al presente la speranza che rompe i determinismi e i fatalismi con cui l’egoismo del forte, il conformismo del debole e l’ideologia dell’utopista vogliono imporsi tante volte come unica strada possibile”.

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