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Per Francesco nessuna guerra è giusta – Il vescovo Paglia riconcilia i cattolici statunitensi – & altro…

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VINCENZO PAGLIA

Marvin RECINOS / AFP

i.Media per Aleteia - pubblicato il 30/03/22

Ogni giorno, Aleteia offre una selezione di articoli scritti dalla stampa internazionale sulla Chiesa e le questioni principali che preoccupano i cattolici nel mondo. Le opinioni e i punti di vista espressi in questi articoli non sono quelli degli editori

Mercoledì, 30 marzo 2022

1 – L’Ucraina continua a combattere, ma per Francesco nessuna guerra è giusta

2 – Il vescovo Paglia vuole riconciliare i cattolici statunitensi divisi

3 – Il vescovo Eugenio Coter si confida sulle sfide come rappresentante dei vescovi amazzonici nella presidenza della CEAMA

4 – In Pakistan, un gruppo della società civile esorta il Governo a difendere le minoranze religiose

5- La religione aiuta i ragazzi delle famiglie della classe operaia a istruirsi

— 

1 – L’Ucraina continua a combattere, ma per Francesco nessuna guerra è giusta

“Il diritto a difendere la propria vita, il proprio popolo e il proprio Paese comporta talvolta anche il triste ricorso alle armi”. Papa Francesco ha permesso al suo Segretario di Stato, il cardinale Parolin, di esprimersi in questo modo sulla resistenza ucraina all’invasione russa. Secondo l’esperto vaticano Sandro Magister, spesso critico nei confronti del Papa, la dottrina cattolica sulla pace e la guerra come appare nel Catechismo della Chiesa Cattolica, che legittima l’uso della forza in certi casi, arriva a una svolta con Francesco. Per il Pontefice argentino, la guerra può essere ingaggiata per difendere la vittima dell’aggressione come male minore, ma la nozione di guerra “giusta” non è più accettabile. Questo concetto suscita confusione. In un’intervista a Domani, il cardinale Matteo Zuppi, vicino a Francesco, ha detto “un po’ di tutto”, sottolineando che in una situazione di conflitto “aperto e tragico” come quello a cui stiamo assistendo si ha il diritto di difendersi. La classica dottrina proposta da Giovanni Paolo II potrebbe aver bisogno di essere parzialmente rivista, ma è ancora più lineare, sottolinea il vaticanista.

Settimo Cielo, inglese.

2 – Il vescovo Paglia vuole riconciliare i cattolici statunitensi divisi

L’arcivescovo Paglia riuscirà ad attenuare le tensioni tra i cattolici statunitensi, divisi tra pro-life and pro-choice? Il presidente della Pontificia Accademia per la Vita si trova attualmente negli Stati Uniti “sperando di disarmare le posizioni”, riferisce la rivista gesuita America. Il presule, che ha in programma di incontrare una serie di leader della Chiesa cattolica, vuole promuovere la voce di Papa Francesco. “Noi credenti siamo tutti contro l’aborto, ovviamente, ma per essere credibili dobbiamo affermare che siamo contro l’uccisione dei bambini, contro la pena di morte, contro la guerra, contro l’abbandono e l’emarginazione degli anziani”, ha affermato prima di arrivare negli USA. E si deve sempre ricordare che “non si può difendere un piede senza difendere tutto il corpo”.

America, inglese 

3 – Il vescovo Eugenio Coter si confida sulle sfide come rappresentante dei vescovi amazzonici nella presidenza della CEAMA

Il vescovo Eugenio Coter, Vicario Apostolico di Pando, in Bolivia, è stato eletto alla presidenza della Conferenza Ecclesiale dell’Amazzonia (CEAMA) come rappresentante dei vescovi amazzonici. Intervistato da Iglesia viva, il sito ufficiale dell’episcopato boliviano, ha parlato delle sfide che affronta questa organizzazione, nata come risultato del Sinodo dell’Amazzonia organizzato in Vaticano nell’ottobre 2019 sotto la spinta di Papa Francesco. L’obiettivo della CEAMA, spiega, è proporre azioni concrete per “incoraggiare il lavoro di ogni comunità e ogni territorio”. Questa “via di comunione”, vissuta in collegamento con la Rete Ecclesiale Pan-Amazzonica (REPAM), vuole promuovere la partecipazione di tutti. L’assunzione di responsabilità da parte dei laici è incarnata in particolare da un co-presidente, Mauricio López, di origine messicana, già direttore di Caritas Ecuador. L’obiettivo è sviluppare “una visione di umanità in comunione con la natura e nella fedeltà al progetto di Dio”.

Iglesia Viva, spagnolo

4 – In Pakistan, un gruppo della società civile esorta il Governo a difendere le minoranze religiose

“C’è urgente bisogno del fatto che il Governo adotti misure specifiche e un piano di azione nazionale per contrastare l’estremismo, la violenza e la persecuzione delle minoranze”, ha affermato il ramo pakistano del Centro per la Giustizia Sociale (CSJ) in una dichiarazione dopo l’uccisione di Pooka Kumari, una ragazza induista che ha opposto resistenza a sequestro, conversione forzata e matrimonio forzato. L’uccisione “è stata ampiamente condannata dalla società civile e da singoli sui social media e nei media di spicco”, afferma la dichiarazione, che deplora “il fallimento del Governo nell’affrontare la violenza basata sul genere e quella collegata alla religione nel Paese”. Il CSJ sottolinea il problema delle conversioni e dei matrimoni forzati, riferendo di almeno 78 casi di conversioni forzate nel 2021, riguardanti 39 ragazze della comunità induista, 38 cristiane e 1 sikh. I leader della CSJ lamentano che questi “episodi siano aumentati dell’80% dal 2020”.

Fides, inglese

5- La religione aiuta i ragazzi delle famiglie della classe operaia a istruirsi

La dottoressa Ilana M. Horwitz, sociologa della Tulane University, ha trascorso quasi 10 anni studiando l’impatto della religione sull’istruzione (soprattutto dei cristiani, che professano la religione prevalente negli Stati Uniti). Nella sua ricerca su 3290 adolescenti, ha rilevato che i ragazzi appartenenti alla classe operaia cresciuti in famiglie religiose avevano il doppio delle possibilità di diplomarsi rispetto ai ragazzi moderatamente religiosi o non religiosi. Il 21% degli adolescenti religiosi ha portato a casa pagelle con i massimi voti, rispetto al 9% degli altri. La conclusione della dottoressa Horwitz è che la religione difende dalla disperazione provata da molti uomini della classe operaia per il fatto di avere meno opportunità a livello professionale. La religione offre un “sistema di supporto” che isola questi ragazzi dalla “mancanza di speranza descritta da molti loro coetanei”. Appartenere a una comunità religiosa può anche favorire reti e connessioni che possono aiutare a livello educativo e professionale.

The New York Times, inglese

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