In un video postato su Facebook, la solista Aleksandra Špicberga interpreta con un amico una magnifica versione ucraina di un Kyrie eleison del XV secolo. Un modo per rendere omaggio a un intero popolo che soffre e di pregare con esso.
L'inno che canta in duetto proviene dalla prima tradizione monastica ucraina, quella formatasi appena la cultura bizantina si è diffusa nella regione, a partire dall'XI secolo. Non si conosce il nome di chi compose questa melodia dolce e struggente, ma si sa che dovrebbe risalire al XV secolo.
Per cantare questa bella versione, Aleksandra ha dichiarato di essersi ispirata a una registrazione di questo medesimo brano realizzata dal Coro da Camera di Kiev.
L'altro magnifico simbolo rivolto al popolo ucraino è il luogo in cui la giovane canta: si tratta della chiesa ortodossa dedicata a La trasfigurazione di Gesù in Lettonia. Una magnifica struttura, conosciuta col nome di “la chiesa di ferro”, perché le mura, i telai delle finestre, le capriate del tetto, le tegole, la parte inferiore della cupola e la cupola stessa sono completamente in ferro e in ghisa. Questo contribuisce senza dubbio all'acustica particolarissima. Le note acute di Aleksandra risuonano molto bene in questo spazio sacro.
Ma la chiesa è anche nota per il suo secondo soprannome, “la chiesa che viaggia”, per via della sua storia sbalorditiva. Costruita all'inizio del XIX secolo in Ucraina, è stata spostata due volte! Anzitutto nella città di Daugavpils, in Lettonia, poi di nuovo nel principato di Jerisika, sempre in Lettonia. E non è tutto, perché durante la Guerra Fredda era caduta completamente in rovina, prima di essere interamente restaurata nel 2005. Che storia!
[traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio]