La citazione di Gv 15,13 da parte di Putin è stata da più parti giudicata blasfema. Perché? È possibile (o anche solo auspicabile) che ai governanti sia interdetto il riferimento alla sfera del sacro e della Rivelazione? I politici sono condannati a tacere di Dio?
A quanto pare siamo stati in molti, seguendo quattro giorni fa il propagandistico “show di Putin” allo stadio Luzniki, a prorompere nell’accusa di un’autentica bestemmia quando l’autocrate russo ha citato il Vangelo secondo Giovanni («Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici» Gv 15,13) per giustificare, e anzi santificare il massacro scriteriato e indiscriminato che i suoi soldati stanno perpetrando in Ucraina.
Il Manifesto dell’Anticristo di Solov’ëv
In più di qualcuno sarà risuonata in mente la viscida blasfemia che il visionario ultimo scritto di Vladimir Solov’ëv – Il racconto dell’Anticristo – attribuisce al “grande eletto” del Congresso degli Stati Uniti d’Europa: