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Ucraina: “La Chiesa è quasi come un rifugio”

Modlitwa

Marcin Nowak/REPORTER

Aleteia - pubblicato il 18/03/22

Testimonianza di un sacerdote di Żytomierz: la gente prega tutti i giorni al centro della città

“È interessante che ora la chiesa non sia più occupata soprattutto da donne, ma da uomini… Dove c’era un monumento a Lenin e ora c’è un’enorme bandiera ucraina, la gente si riunisce spontaneamente a pregare: cattolici, protestanti e ortodossi. Ogni giorni viene recitata per mezz’ora una preghiera per la pace in Ucraina”.

La Misericordia di Dio in questo periodo di guerra è molto concreta, ha riferito alla Radio Vaticana p. Jarosław Olszewski, SAC. Lavora a Żytomierz, dove dirige la parrocchia della Divina Misericordia. Ogni notte, la gente si rifugia sotto le volte della chiesa, e i più bisognosi ricevono anche cibo e assistenza medica.

All’inizio non c’era neanche il pane

Come p. Olszewski, già più della metà dei 270.000 residenti di Zhytomyr ha abbandonato la città. Tutti i giorni, i religiosi pallottini evacuano persone in Polonia, organizzando anche la distribuzione di aiuti materiali.

“All’inizio non c’era neanche il pane, ora stanno riaprendo dei piccoli panifici”, ha detto il sacerdote, che opera in Ucraina da più di 30 anni.

“Ora non si sentono molti spari, ma ad esempio dormo accanto all’edificio dei pompieri, dove c’è una sirena e gli allarmi sono frequenti. Uno si sta verificando adesso mentre parliamo, il primo è stato mezz’ora fa”.

“Accogliamo la gente nella chiesa inferiore, si dorme lì. Ci sono centinaia di persone ogni notte, e quando ci sono degli allarmi sono il doppio”, ha spiegato il religioso pallottino. “È quasi un rifugio, perché la struttura è molto solida. Grazie a Dio, il luogo in cui si rifugia la gente ha riscaldamento, elettricità e servizi igienici”.

Evacuazione e aiuto

“Non c’è panico, ma una grande paura sì. In cooperazione con il corpo dei pompieri locali, organizziamo viaggi alla frontiera della Polonia e nell’ovest dell’Ucraina. Finora siamo riusciti a evacuare più di 1.500 persone con degli autobus”.

“Facciamo tutto il possibile per tenere alto il morale. Il nostro sacerdote è in contatto con i soldati, e cerchiamo di aiutare anche loro consegnando medicine, bendaggi e cibo. Sabato sono stato al mercato. I chioschi hanno iniziato a riaprire, e c’è un’offerta abbastanza buona di prodotti di base. C’è soprattutto pane, che prima mancava”.

“Il problema in questo momento è che la gente sta rimanendo senza denaro per comprare i generi di base. La Caritas aiuta molto. La gente viene e riceve aiuti specifici: farina, pasta e altri beni necessari.

“Cerchiamo di aiutare per tutto ciò che possiamo, per tenere alto il morale. La nostra sola presenza è molto importante per le persone, il fatto che siamo rimasti con loro”, ha riferito all’emittente pallottina.

La preghiera è sempre più forte

P. Olszewski nota che la guerra elimina le divisioni interreligiose. Al centro di Zhytomyr, dove una volta c’era il monumento a Lenin, viene ora organizzata ogni giorno una preghiera ecumenica per la pace.

“È interessante che ora la chiesa non sia occupata soprattutto da donne, ma da uomini. Le donne e i bambini, tutti quelli che hanno potuto, sono andati via. Gli uomini sono rimasti perché vogliono difendere la loro patria”.

La preghiera è sempre più forte. Dopo ogni Messa, si espone il Santissimo Sacramento e si recita la Coroncina della Divina Misericordia. “Cantiamo suppliche, lo facciamo da due mesi, da quando la minaccia della guerra è aumentata”.

“La gente prega davvero. C’è un Rosario tutti i giorni”.

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