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Perché a Messa non si dice “Amen” alla fine del Padre Nostro?

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José Miguel Carrera - pubblicato il 07/03/22
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Se è corretto concludere le preghiere con “Amen”, perché con il Padre Nostro a Messa non accade?

La parola “Amen”, uno dei vocaboli più utilizzati dai cristiani, è difficilmente traducibile nel suo senso più profondo (per questo viene mantenuto in ebraico, la lingua originaria), ed è sempre utilizzato in relazione a Dio.

Pronunciare questa parola vuol dire proclamare che si considera vero ciò che si è appena detto, per ratificare una proposizione e unirsi ad essa o a una preghiera.

Per questo, esprimersi in gruppo nell'ambito del servizio divino o ufficio religioso significa anche essere d'accordo con quanto si è detto.

Nelle preghiere

La parola “Amen” viene utilizzata per concludere le preghiere, ma la preghiera per eccellenza, il Padre Nostro, quando viene recitata all'interno della Messa non è accompagnata dall'“Amen” alla fine. Al di fuori della Messa, invece, “Amen” viene detto normalmente.

Va sottolineato che il Padre Nostro è l'unica preghiera della Chiesa integrata nella liturgia della Messa.

Qual è la spiegazione per l'assenza dell'“Amen” nel Padre Nostro della Messa? È semplice: non si dice “Amen” perché la preghiera non è ancora terminata.

Dopo aver recitato il Padre Nostro fino a “ma liberaci dal male”, anziché dire “Amen”, il sacerdote continua a pregare da solo. La liturgia lo definisce “embolismo”, ovvero la preghiera che il sacerdote recita da solo raccoglie e sviluppa la preghiera precedente.

Acclamazione

Il sacerdote sviluppa l'ultima richiesta del Padre Nostro (“liberaci dal male”) dicendo:

“Liberaci, o Signore, da tutti i mali, concedi la pace ai nostri giorni, e con l'aiuto della tua misericordia vivremo sempre liberi dal peccato e sicuri da ogni turbamento, nell'attesa che si compia la beata speranza che venga il nostro salvatore, Gesù Cristo”.

E il popolo risponde con un'acclamazione molto antica, la cui origine risale ai primi secoli della storia della Chiesa:

“Tuo il regno, tua la potenza e la gloria nei secoli”.

In questo modo, il Padre Nostro è totalmente integrato nella liturgia eucaristica, non come un'aggiunta, ma come una sua parte fondamentale.