Durante il suo viaggio apostolico nel 2001, il papa San Giovanni Paolo II non ha esitato a qualificare l’Ucraina di “terra mariana”. Effettivamente, essa ha visto germinare e perpetuarsi una lunga tradizione cristiana, peculiarmente legata alla Vergine Maria.
Una storia che comincia nel 988 col battesimo, secondo il rito ortodosso greco, del principe di Kiev Vladimir il Grande, canonizzato due secoli dopo. Questa data segna l’inizio della cristianizzazione della “Rus’ di Kiev”. Vladimir edificò numerose chiese, le prime in pietra nel mondo slavo, nelle quali sono particolarmente venerate icone della Dormizione della Vergine. Suo figlio, Jaroslav il Saggio, proclamò la Vergine regina del popolo ucraino nel 1037, e questo fece di lui il primo sovrano occidentale a consacrare il proprio popolo a Maria.
La Vergine non fu insensibile a questa profonda devozione dell’Ucraina nei suoi riguardi. Lo testimoniano le sue apparizioni, sopraggiunte a più riprese. La più nota delle quali risale al XVII secolo a Grouchiv, in Galizia, nella parte occidentale del Paese. Vi fu piantato un salice a commemorazione. Un secolo dopo, ai piedi dell’albero sgorgò una sorgente che provocò guarigioni miracolose. Nel 1806 Stepan Chapowskyj scrisse un’icona della Vergine e i paesani l’affissero all’albero. Quest’ultimo divenne allora un luogo di pellegrinaggio. Nel 1856 la Vergine è stata venerata per aver arrestato un’epidemia di colera. Il 26 aprile 1987 la Stessa sarebbe nuovamente apparsa, nel medesimo luogo, a una ragazzina di 11 anni, Maria Kizyne.
Il santuario di Zarvanytsia, “la Lourdes dell’Ucraina”
Tra i numerosi santuari ucraini ce n’è uno, dedicato a Maria Madre di Dio, che attrae numerosi pellegrini. Si tratta del santuario di Zarvanytsia, di rito greco-cattolico, situato nella regione di Ternopil, nell’Ovest dell’Ucraina, e soprannominato “la Lourdes dell’Ucraina”, indubbiamente per via della sua sorgente miracolosa.
La tradizione vuole che verso il 1240 un monaco, fuggendo la capitale ucraina devastata da un’invasione mongola, si sia arrestato in una valle isolata per dissetarsi a una fonte vicino al fiume Strypa e per pregare la Vergine Maria. Fatto ciò, sfinito dal lungo viaggio, si addormentò e vide la Madre di Dio in sogno. Dopo essersi risvegliato, trovò un’icona di Maria e del Bambino Gesù fra le braccia. Il monaco si lavò nell’acqua della fonte e constatò che le sue ferite erano guarite. Pieno di gratitudine, fece costruire una cappella per riparare l’icona miracolosa. Vi si installarono dei monaci. L’icona sopravvisse alle invasioni turche, poi alla prima guerra mondiale e finanche alla dominazione sovietica. In quel periodo, il monastero fu incendiato, la chiesa parrocchiale della Santa Trinità chiusa e trasformata in un deposito, la fonte miracolosa circondata di filo spinato. Malgrado ciò, una Chiesa clandestina ha continuato a funzionare, nascondendo le icone e celebrando la liturgia nelle case o nelle foreste all’intorno.
Nel 1975 il padre Vasyl Semeniuk, direttore del seminario clandestino, si recò a Lourdes per la prima volta. Quando tornò disse: «Devo costruire qui una cosa del genere!». Il 17 luglio 1988, più di 10mila fedeli si riunirono a Zarvanytsia per commemorare il millenario del cristianesimo in Ucraina. Il 23 novembre 1989 la Divina Liturgia potè finalmente, per la prima volta dopo mezzo secolo, essere celebrata nella chiesa della Santa Trinità. Nel 1991, anno del ritorno dell’Ucraina all’indipendenza, la chiesa è stata riparata e la cappella della fonte ricostruita.
Prima di divenire arcivescovo maggiore della Chiesa greco-cattolica ucraina, nel 2000 il cardinale Lubomyr Husar ha consacrato la chiesa della Madre di Dio. Il suo successore, l’arcivescovo Sviatoslav Shevchuk, ha dichiarato in quell’occasione: «È il luogo che il Signore stesso ha scelto mediante la Madre Immacolata come luogo di incontro col popolo ucraino».
Nel 2001 papa Giovanni Paolo II non si è potuto recare a Zarvanytsia, ma ha chiesto che l’icona miracolosa gli fosse portata nel corso della sua visita a Kiev. Egli indirizzò allora una preghiera alla Vergine di Zarvanytsia, supplicandola
[traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio]