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Il senso della sofferenza secondo una mistica madre di famiglia

CONCHITA

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Jaime Septién - pubblicato il 05/03/22

Conchita Cabrera, la madre di nove figli e fondatrice di varie realtà che promosse la santificazione dei laici

Il 4 maggio 2019, Concepción Cabrera de Armida è stata beatificata nel corso di una cerimonia svoltasi nella basilica di Guadalupe a Città del Messico. La sua festa si celebra il 3 marzo, giorno in cui è morta nel 1937.

Dal momento in cui Papa Francesco ha riconosciuto un miracolo attribuito alla sua intercessione, la devozione popolare nei suoi confronti non ha cessato di aumentare.

Conchita proveniva da una famiglia numerosa e ha avuto nove figli insieme al marito Francisco Armida, al quale è sopravvissuta per 36 anni.

La sua immensa opera scritta fa conoscere l’intimità di una mistica la cui missione è stata quella di rinnovare l’apostolato laicale e sacerdotale.

Incarnando il mistero della Croce, Conchita fondò la compagnia delle Opere della Croce, da cui è derivato, tra le altre realtà, l’Ordine dei Missionari dello Spirito Santo.

Vita matrimoniale

Conchita era la settima dei dodici figli di cui si componeva la sua famiglia, che viveva nella città di San Luis Potosí.

Pur avendo sentito la vocazione religiosa fin da molto giovane, a 21 anni acconsentì a sposare Francisco Armida. Era il 1883.

Nei 17 anni in cui furono sposati (Francisco morì il 17 settembre 1901) ebbero nove figli.

Questa dimensione procreativa del matrimonio cristiano la portò a comprendere in profondità il significato della santità nella vita quotidiana dei laici.

Rivelazioni del Sacro Cuore

Due anni dopo essersi sposata ebbe una serie di rivelazioni del Sacro Cuore simili a quelle di Santa Margherita Maria Alacoque.

Le rivelazioni la portarono ad approfondire il mistero della Croce: il senso salvifico della sofferenza e la speranza della redenzione, ancor più quando, per febbri tifoidi, perse il suo secondo figlio quando questi aveva appena 18 mesi.

Da allora fino alla morte, confessava lei stessa, Conchita non ricordava “un giorno della vita in cui non avesse sofferto”.

Santificazione della vita quotidiana

Il suo diario, o Cuenta de conciencia, è composto da 66 tomi, e fu un consiglio del suo direttore spirituale, il sacerdote gesuita Alberto Cuzcó y Mir.

In questa enorme introspezione, si costruì una necessità, soprattutto a partire dalla sua vedovanza: quella di ispirare opere in cui laici e sacerdoti, religiosi e religiose raggiungessero la santità.

Apparteneva totalmente a Gesù, e infatti si incise sul petto il monogramma JHS.

Sulla scia delle sue visioni sul Sacro Cuore di Gesù fondò El Oásis, un complesso di opere destinate a rinnovare la spiritualità della Croce nella sua dimensione laicale, religiosa e sacerdotale.

La prima fase delle fondazioni del Oásis fu l’Apostolato della Croce, che univa laici che volevano santificare la propria vita e religiosi, religiose e sacerdoti “che cercavano di consolidare la loro vita consacrata”, come scrive Camille Foulard nel Diccionario de Protagonistas del Mundo

Católico en el Siglo XX.

Diventata vedova e vivendo a Città del Messico, si dedicò corpo e anima all’educazione dei suoi figli e alla fondazione di nuove Opere della Croce.

Quattro dei suoi figli si sposarono, uno si ordinò con i Gesuiti e una figlia divenne Religiosa della Croce.

Dolore e perseveranza

Oltre che il secondo figlio, anche un altro morì di febbri tifoidi a sei anni, e un altro a quattro, annegando nella fontana della casa di famiglia.

Già sul letto di morte, Conchita riconosceva che Dio non le aveva risparmiato alcun dolore, neanche la notte oscura negli ultimi mesi o anni di vita.

Padre Jesús Montes, Missionario dello Spirito Santo, racconta l’importanza dell’Ordine da lei fondato con un aneddoto che colpisce.

Sul letto di morte, qualcuno le chiese: “Conchita, i suoi rapporti con Gesù…”, al che la moribonda rispose: “Come se non ci fossimo mai conosciuti”.

Questo non la piegò mai, e lei non smise mai di promuovere fondazioni per rinnovare o rafforzare la spiritualità laicale.

Una di queste fu realizzata nel 1909: la Alianza de Amor con el Sagrado Corazón de Jesús (Alleanza d’Amore con il Sacro Cuore di Gesù) La sua idea era promuovere nei laici la devozione allo Spirito Santo e la predicazione della Croce.

In seguito fondò la Fraternità di Cristo Sacerdote e i Missionari della Croce.

Ormai molto vicina alla morte, nel 1935, fondò la Cruzada de las Almas Víctimas (Crociata delle Anime Vittime) con l’aiuto di monsignor Pascual Díaz y Barreto per diffondere la penitenza per i peccati della società.

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laicisanti e beati
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