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233 preti ortodossi russi contro Putin: libertà per il popolo ucraino

UKRAINE-EU-RUSSIA-UNREST-POLITICS

SERGEI SUPINSKY/AFP/Getty Images

Priests serve during clashing break of the opposition and the police in Kiev on January 21, 2014. Russia on Tuesday warned the situation in Ukraine was spiralling out of control after a second night of violent clashes between pro-EU protesters and security forces in the centre of Kiev. AFP PHOTO/ SERGEI SUPINSKY (Photo credit should read SERGEI SUPINSKY/AFP/Getty Images)

Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 02/03/22

Definiscono la guerra "fratricida" e chiedono l'immediato "cessate il fuoco"

Non citano direttamente Vladimir Putin, ma è lui il bersaglio della dura lettera di 233 preti e diaconi della Chiesa ortodossa russa. Chiedono la fine della guerra tra Ucraina e Russia, e la libertà per il popolo ucraino. Il loro intervento arriva dopo la reprimenda del patriarca della chiesa ortodossa di Mosca Kirill.

Il calvario di “fratelli e sorelle”

«Piangiamo il calvario a cui i nostri fratelli e sorelle in Ucraina sono stati immeritatamente sottoposti», scrivono i preti ortodossi russi. Definiscono la guerra «fratricida» e fanno un augurio «a tutti, sia russi che ucraini, di tornare illesi alle loro case e famiglie. Ci rattrista pensare all’abisso che i nostri figli e nipoti in Russia e Ucraina dovranno colmare per ricominciare ad essere amici, a rispettarsi e ad amarsi». 

Patriarch Kirill of Moscow and All Russia
Il patriarca della Chiesa ortodossa russa, Kirill.

Il mirino delle mitragliatrici

Quindi viene espressa la ferma convinzione che il popolo ucraino debba essere artefice delle proprie scelte in modo libero, «non sotto il mirino delle mitragliatrici, senza pressioni dall’Occidente o dall’Oriente».

Le porte del cielo

In attesa della Domenica del Perdono, i 233 preti e diaconi della Chiesa ortodossa russa ricordano nella lettera che «le porte del cielo saranno aperte a tutti, anche a coloro che hanno peccato pesantemente, se chiederanno perdono a coloro che hanno disprezzato, insultato o ucciso per mano loro o per loro volere». Non c’è, si evidenzia, nessuna alternativa alla riconciliazione reciproca, riporta Vatican News (2 marzo).. 

“Beati gli operatori di pace”

Con l’augurio di iniziare la Quaresima in uno spirito di fede, speranza e amore, il messaggio dei preti ortodossi, si conclude ribadendo come «nessun appello non violento per la pace e la fine della guerra dovrebbe essere respinto con la forza e considerato come una violazione della legge, perché questo è il comandamento divino: Beati gli operatori di pace». 

Il Giudizio e le maledizioni materne

L’anatema “indiretto” contro Putin è durissimo: «Nessuna autorità terrena, nessun medico, nessuna guardia – si legge – ci proteggerà dal Giudizio. Preoccupati per la salvezza di ogni persona che si considera un figlio della Chiesa ortodossa russa, non vogliamo che arrivi a questo Giudizio, portando il pesante fardello delle maledizioni materne». 

Tormento eterno

«Ricordiamo – concludono i preti ortodossi russi – che il sangue di Cristo, versato dal Salvatore per la vita del mondo, sarà ricevuto nel sacramento della Comunione da coloro che danno ordini omicidi, non per la vita, ma per il tormento eterno».

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