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Avvengono ancora conversioni come quella di san Paolo?

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Aleteia - pubblicato il 15/02/22
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Conversioni come quella dell'apostolo delle genti sulla “via di Damasco” accadono ancora oggi...

Conversioni come quella dell’apostolo delle genti sulla “via di Damasco” accadono ancora oggi…

1. San Paolo è stato “folgorato” da un’apparizione di Cristo sulla “via di Damasco”. Questa esperienza mistica ha trasformato uno dei persecutori più accaniti dei cristiani in un ardente e infaticabile apostolo di Cristo. Negli Atti degli Apostoli, quinto libro del Nuovo Testamento, l’episodio della conversione di Paolo viene riportato tre volte, soprattutto al capitolo 9: “Saulo frattanto, sempre fremente minaccia e strage contro i discepoli del Signore, si presentò al sommo sacerdote e gli chiese lettere per le sinagoghe di Damasco al fine di essere autorizzato a condurre in catene a Gerusalemme uomini e donne, seguaci della dottrina di Cristo, che avesse trovati. E avvenne che, mentre era in viaggio e stava per avvicinarsi a Damasco, all’improvviso lo avvolse una luce dal cielo…” (Atti 9, 1s).

 Saulo-Paolo era un ebreo istruito, cittadino romano. Aveva studiato a Gerusalemme e aveva ascoltato alcuni predicatori parlare di un uomo chiamato Gesù, crocifisso dai romani qualche anno prima. Siamo verso l’anno 34 della nostra era, nel pieno della persecuzione della Chiesa primitiva. Saulo ottenne dal Sinedrio (il tribunale ebraico con sede nel Tempio) la missione di perseguitare i cristiani della Siria. Si trovava sulla via che portava a Damasco, dove avrebbe avuto luogo la sua “caduta”.


“E cadendo a terra udì una voce che gli diceva: ‘Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?’. Rispose: ‘Chi sei, o Signore?’. E la voce: ‘Io sono Gesù, che tu perseguiti! Orsù, alzati ed entra nella città e ti sarà detto ciò che devi fare’” (Atti, 4s). Saulo si rialzò, ma uscì da questo incontro momentaneamente cieco. Tre giorni dopo, a Damasco, venne curato da un discepolo, Anania, si convertì al cristianesimo e si fece battezzare. “Và, perché egli è per me uno strumento eletto per portare il mio nome dinanzi ai popoli, ai re e ai figli di Israele”, aveva detto il Signore ad Anania in una visione per vincere la sua reticenza a battezzare il grande persecutore.
E questo è ciò che Paolo fece da quel momento in poi, con uno zelo maggiore di quello con cui prima aveva perseguitato, suscitando adesione o rifiuto, mettendo in pericolo la propria vita. “Nelle sinagoghe proclamava Gesù Figlio di Dio. E tutti quelli che lo ascoltavano si meravigliavano e dicevano: ‘Ma costui non è quel tale che a Gerusalemme infieriva contro quelli che invocano questo nome ed era venuto qua precisamente per condurli in catene dai sommi sacerdoti?’” (Atti 9, 20s). La “via di Damasco” non è certamente il cammino più abituale verso Dio, ma questo tipo di esperienze non è così raro. Anche al giorno d’oggi molte persone che dicevano di non credere o credevano molto poco possono testimoniare esperienze mistiche improvvise che le hanno trasformate profondamente.

2. Le grazie della conversione improvvisa possono presentarsi in tutte le situazioni e in ogni stato di vita. Claudel nel 1886, André Frossard nel 1935 o Bruno Cornacchiola nel 1947 ne sono esempi famosi. André Frossard (1915-1995), appartenente a un contesto socio-culturale molto distante dalla fede cattolica (suo padre fu uno dei fondatori storici del Partito comunista francese), varcò l’ingresso della cappella delle Figlie dell’Adorazione di Parigi e si convertì in un istante, a causa non di una visione, ma di uno sguardo nuovo sul mondo e su di sé… Scrisse allora una testimonianza rimasta celebre: “Dio esiste, io l’ho incontrato”.§La conversione di Paul Claudel (1868-1995) alla fine del XIX secolo ha avuto luogo dietro uno dei pilastri di Notre Dame di Parigi, un giorno di Natale, ma il futuro diplomatico e poeta non provava allora alcuna ostilità nei confronti del cattolicesimo; in qualche modo, si era preparato – umanamente – a una tale conversione.

Del tutto imprevedibile è stata invece la conversione di Bruno Cornacchiola (1913-2001), un protestante estremista che odiava davvero la Chiesa e il papa (che aveva anche progettato di uccidere), che vide la Vergine nei pressi dell’abbazia trappista delle Tre Fontane a Roma. Era l’aprile 1947. Bruno era a passeggio con i suoi figli. Mentre cercava di scrivere un duro articolo contro la Vergine Maria, i bambini si allontanarono, e li ritrovò all’ingresso di una grotta con le mani giunte, pallidi e in estasi, con lo sguardo rivolto all’interno della cavità. “Bella Signora… Bella Signora”, dicevano. Bruno, prima irritato e poi preoccupato, finì per entrare nella grotta, e inginocchiatosi disse a sua volta: “Bella Signora, bella Signora”. Davanti a lui si profilò la figura di una donna giovane, avvolta nello splendore di una luce dorata. Affascinato da ciò che vedeva, cadde anch’egli in estasi. La Vergine, contrariamente a ciò che aveva fatto con i bambini, si mise a parlare con lui, dicendogli dolcemente: “Tu mi perseguiti, ora basta! Entra nell’Ovile […] Si preghi assai e si reciti il rosario quotidiano per la conversione dei peccatori, degli increduli e per l’unità dei cristiani”.


“In questa grotta mi è apparsa la Madre divina… Ella mi invita con amore a rientrare nella Chiesa cattolica, apostolica e romana”, incise Bruno sulla roccia della grotta quello stesso giorno. Bruno ebbe altre apparizioni, una delle quali l’anno successivo in presenza di un sacerdote. Da quel momento la sua conversione fu irrefrenabile, e tra mille vicissitudini si recò a Roma a chiedere perdono a papa Pio XII per averlo voluto uccidere. Circa trent’anni dopo, nel 1978, incontrò Giovanni Paolo II, che gli disse: “Tu hai visto la madre di Dio, ora devi essere santo!”.

3. Queste conversioni riguardano anche ebrei che spesso, a causa di rivelazioni particolari, continuano ad esserlo ma riconoscono in Gesù il Salvatore atteso da Israele, venendo chiamati “ebrei messianici”. Al giorno d’oggi in Israele ci sono ebrei che mantengono la propria identità ebraica ma riconoscono Gesù Cristo come il Messia di Israele (vengono chiamati “ebrei messianici”). La loro conversione giunge spesso in modo carismatico, per apparizioni, rivelazioni o visioni private, a immagine di quanto è accaduto in passato a molte personalità ebraiche di spicco: 
Israel Zoller (1881-1956), ad esempio, era ebreo di nascita, di origine polacca, gran rabbino di Trieste e poi di Roma durante la II Guerra Mondiale, docente di esegesi biblica all’Università di Padova. Cristo gli apparve all’improvviso nell’ottobre 1944, quando si trovava all’interno della grande sinagoga romana, il giorno dello Yom Kippur. Israel si convertì al cattolicesimo a 65 anni e prese il nome di Eugenio Pio come omaggio a papa Pio XII per la sua opera a favore degli ebrei di Roma durante il conflitto.

Un altro convertito, Alphonse Ratisbonne (1814-1884), un giovane ebreo della metà del XIX secolo, ebbe una visione della Vergine Maria entrando in una chiesa di Roma. La Vergine gli si presentò con le mani aperte e tese, facendogli segno di inginocchiarsi. “La Vergine sembrava dirmi: va bene! Non mi parlò, ma io compresi tutto”, scrisse in seguito. Subito dopo, il giovane decise di convertirsi al cattolicesimo, aggiungendo il nome di Maria al proprio. Entrò nella Compagnia di Gesù nel giugno 1842 e ricevette l’ordinazione sacerdotale nel 1848. In seguito si stabilì in Palestina, dove consacrò la propria vita al catecumenato dei convertiti di origine ebraica.

L’americano di origine ebraica Roy Schoeman, nato nel 1951 in una famiglia fuggita dalla Germania nazista, rappresenta un altro caso di conversione improvvisa. Lo spiega nel suo libro “Le salut vient des juifs” [“La salvezza viene dagli ebrei”, ndt]: “Durante una lunga camminata nella natura ricevetti la grazia più eccezionale della mia vita (…). Mi trovai coscientemente e materialmente in presenza di Dio. Vidi davanti a me la mia vita fino a quel giorno, tutto ciò che mi rendeva felice e ciò che mi intristiva. Capii in un istante che l’obiettivo della mia vita era amare e servire il mio Signore e mio Dio”. E aggiunge: “Il nome di quel Dio che mi si rivelò, senso e obiettivo della mia vita, non lo concepivo come il Dio dell’Antico Testamento che era nella mia immaginazione fin dall’infanzia. Chiesi di conoscere il suo nome, per sapere quale religione mi avrebbe permesso di servirlo e adorarlo”.

Roy Schoeman chiese al Signore di fargli conoscere il suo nome, ma a una condizione: che non fosse Cristo e non dovesse diventare cristiano. Un anno dopo, però, ricevette in sogno “la seconda grazia più grande” della sua vita: lui che diceva di non sapere molto del cristianesimo e di non provare una speciale simpatia per questo si risvegliò “perdutamente innamorato della beata Vergine Maria” e senza desiderare “altro che diventare totalmente cristiano”. Per saperne di più, si può ascoltare la lettura di un frammento del suo libro “Le Miel du rocher, seize témoignages d’accomplissement de la foi d’Israël dans le Christ” [“Il miele della roccia, sedici testimonianze di compimento della fede di Israele in Cristo”, n.d.t.], pubblicato dalle edizioni François-Xavier de Guibert nel 2008 (diffuso dalla “Radio Vaticana”).

4. Tali conversioni si verificano anche tra i musulmani, che tuttavia si vedono spesso costretti a mantenere un atteggiamento discreto. Joseph Fadelle è l’autore della toccante opera “Le prix à payer” [“Il prezzo da pagare”, n.d.t.]. Iracheno convertito dall’islam al cristianesimo, si è rifugiato in Francia e deve nascondersi per evitare che venga eseguita la fatwa pronunciata contro di lui. Il suo vero nome è Mohammed al-Sayyid al-Moussaou, ed è nato in una delle famiglie più importanti dell’aristocrazia sciita dell’Iraq, discendente dall’imam Ali, cugino del Profeta.

Nel 1987, durante il servizio militare, incontrò Massoud, un cristiano con il quale discusse di cristianesimo e islam. In seguito, ha spiegato, una notte fece un sogno destabilizzante: un uomo vestito di bianco, dall’altra riva di un torrente, gli tendeva la mano e gli diceva: “Io sono il pane di vita”. Turbato, aprì la Bibbia di Massoud e, estremamente colpito da ciò che lesse, la “divorò” e si convertì. Con sua moglie, anche lei convertita, si inserì con difficoltà nella Chiesa dell’Iraq, e dopo essere stato arrestato, picchiato, frustato e torturato dalla propria famiglia dovette fuggire a seguito di un tentativo di omicidio da parte di suo fratello.
Un altro caso di conversione imprevedibile è quello dell’egiziana Nahed Mahmoud Metwalli, che perseguitava i cristiani e le cristiane dall’alto del suo incarico di vicedirettrice dell’istituzione principale di insegnamento per bambine del Cairo (4.000 allieve), nel quartiere di Zeitoun, non lontano dalla basilica costruita dopo le apparizioni mariane del 1968-69.

“Le perseguitavo con forza e le trattavo con estrema severità”, ha confessato in un messaggio indirizzato dal suo esilio in Olanda a tutti i musulmani dell’Egitto, dove viene rispettato il diritto alla libertà di coscienza. “Credevo che fosse mio dovere agire in quel modo. Fino al giorno in cui ho incontrato il Signore Gesù. Mi si è rivelato e gli ho donato la mia vita, a causa dell’immensità della sua tenerezza e del suo amore. Ho abbandonato il mio Paese, la mia famiglia e tutto a causa di Cristo e della testimonianza nel suo nome”, ha aggiunto.

È stata una nuova segretaria, cristiana, ad aprirle gli occhi grazie al suo comportamento esemplare. Un giorno, mentre stava parlando con lei nel suo ufficio, ironizzando sull’immagine di Maria che portava su una medaglietta, le due donne hanno visto apparire davanti a loro la Vergine, vestita di azzurro con un velo, una visione alla quale è seguita, un altro giorno, una visione di Cristo stesso, che ha detto a Nahed: “Resta in pace, avrai una missione che ti verrà rivelata al momento opportuno”.
Nahed ci mise un po’ a comprendere ciò che aveva visto, ma la sua conversione era già iniziata e il suo comportamento di persecutrice cambiò totalmente, fino alla completa conversione, sigillata dal Battesimo, il 30 novembre 1988. La persecutrice divenne allora oggetto di persecuzione nel suo Paese, subendo vari tentativi di sequestro e finendo per rifugiarsi in Europa, dove si è consacrata all’evangelizzazione, attualmente nei Paesi Bassi.