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Mamma smette di fumare e perde 20 kg per donare un rene al figlio

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JaaoKun | Shutterstock

Silvia Lucchetti - pubblicato il 12/02/22

Fumava da quarant'anni due pacchetti di sigarette al giorno ma ha smesso per donare un rene a suo figlio. L'intervento è avvenuto proprio nel giorno del compleanno della signora che invece di ricevere un regalo lo ha fatto: gli ha donato la vita una seconda volta!

Oggi vi raccontiamo una bella storia d’amore e sacrificio. Una madre, proprio nel giorno del suo compleanno, ha fatto lei un regalo unico al figlio: gli ha donato un rene restituendogli la vita una seconda volta.

Quando trent’anni fa questa signora ha dato alla luce il suo bambino non credo abbia immaginato che ci sarebbe stato un altro giorno quasi altrettanto importante, dove sempre grazie al suo “sì”, al suo corpo, alla sua carne, avrebbe potuto permettere una nuova esistenza per il figlio.

Da quest’anno saranno due gli avvenimenti speciali da festeggiare in una data sola e chissà quanta gratitudine proveranno madre e figlio nel cuore dopo aver vissuto insieme l’esperienza del trapianto.

Intervento di donazione di rene da vivente numero 500 per il Policlinico di Milano

Lei 62 anni compatibile e in buona salute, lui in cura per una grave insufficienza renale che lo avrebbe portato alla dialisi.

La donazione di rene da vivente numero 500 per il Policlinico di Milano dove i due sono stati preparati e operati.

500 «(…) di cui 62 a favore di bambini con gravi patologie renali – spiega il direttore generale Ezio Belleri – tra questi gesti di generosità e altruismo ne spiccano due in particolare: due donazioni “samaritane”, in cui il donatore ha volutodedicare uno dei propri reni a un paziente che non conosceva». (Corriere)

Il trapianto di rene da donatore vivente

Sul sito dell’Ospedale Bambino Gesù di Roma si legge:   

La donazione da vivente è una procedura consolidata che offre ottimi risultati, sia per quanto riguarda il donatore che per il ricevente. In Europa il numero delle donazioni di rene da vivente ha quasi equiparato quelle da cadavere.

(Ibidem)

Ogni persona che gode di una buona salute può diventare donatore per un parente consanguineo o non consanguineo o anche per un estraneo (donatore samaritano). Deve essere un atto gratuito, libero e consapevole. (trapianti.salute.gov.it)

La madre per poter donare ha smesso di fumare e perso venti kg

Al Corriere il dottor Ferraresso, primario di Chirurgia generale-Trapianti di rene dell’Irccs, che li ha seguiti ha raccontato:

Per arrivare all’intervento hanno dovuto perdere tra i 15 e i 20 kg di peso; la mamma ha smesso di fumare dopo 40 anni le sue 40 sigarette quotidianeed è arrivata alla donazione in forma ottimale.

(Ibidem)

Quando gli obiettivi sono così importanti mettiamo in campo risorse che non pensiamo neppure di avere.

Le madri fanno regali pure quanto toccherebbe a loro riceverli

L’operazione è avvenuta presso il Policlinico di Milano, uno dei pochi ospedaliitaliani a fare questo tipo di intervento – e proprio nel giorno del compleanno della madre:

Un simbolo in più dell’importanza di questo gesto: entrare in dialisi non è un dramma solo per il paziente, ma per chi gli sta accanto. Un gesto come questo è un atto liberatorio: a beneficiarne è tutta la famiglia.

(Corriere)

Intervento riuscito

I due interventi sono andati bene, dopo quattro giorni la signora è stata dimessa, dopo 12 il giovane.

Il trapianto di rene da donatore vivente — spiega il professor Ferraresso — è una procedura ancora poco pubblicizzatae praticata in Italia (…) Perché non c’è ancora una cultura su questo tipo di donazione. Spesso viene vista come ultima scelta dopo lunghi periodi di attesa di un rene da donatore deceduto, anche se i risultati internazionali ci dicono che questa è la prima opzione da prendere in considerazione, specialmente quando ancora la dialisi non è iniziata.

(Ibidem)

Nuovo rene nuova vita! Senza vivere il dramma di entrare in dialisi

Grazie alla donazione della madre il ragazzo ha avuto la fortuna di ricevere un nuovo rene senza dover iniziare la complessa terapia della dialisi:

Il ricevente evita lo stress e il dramma di entrare in dialisi, di mettersi in coda e fare tre volte a settimana 3-4 ore di terapia, di essere dipendente da un ospedale e da una macchina, di non poter più avere una vita libera. Inoltre anni di dialisi debilitano l’organismo: arrivare al trapianto prima significa affrontarlo stando ancora bene. Purtroppo non sempre è praticabile e a volte non basta solo la volontà: ci vuole anche una forte determinazione. 

(Corriere)
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