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Ti senti impuro? È un buon inizio per seguire Gesù

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Corona Borealis Studio | Shutterstock

padre Carlos Padilla - pubblicato il 09/02/22

Se Dio mio vuole al Suo fianco è per pura misericordia, non perché io lo meriti

Ho labbra impure, cuore impuro, anima impura, sguardo impuro. L’impurità ha a che vedere con il cuore, con gli occhi, con l’anima.

Pensare male del fratello, giudicare mille volte, guardare male i comportamenti altrui.

Essere egoisti, cercare il proprio piacere più di quello della persona che si ama, cercare se stessi quando ci si dona.

Lo sguardo puro rende infelici. Mi sento piccolo e fragile, sporco dentro. Non sono all’altezza della chiamata di Gesù.

Chi non si è spesso sentito impuro? Chi non si considera indegno di stare accanto a Gesù?Dio mi purifica

Botafumeiro

Per questo mi costa tanto andare a comunicarmi. Come se la Comunione fosse un premio per chi ha una vita irreprensibile e non un ausilio nella necessità del mendicante.

Io sono un mendicante. Mi sento così. Sono misero e impuro. Ho bisogno che Dio mi tocchi dentro e mi purifichi:

“Uno dei serafini volò verso di me; teneva in mano un carbone ardente che aveva preso con le molle dall’altare. Egli mi toccò la bocca e disse: «Ecco, questo ha toccato le tue labbra, perciò è scomparsa la tua colpa e il tuo peccato è espiato»”.

Queste parole mi commuovono. Il perdono di Dio mi salva sempre. È come un carbone ardente che mi purifica e mi brucia. Mi purifica perché sono impuro.

Gesù mi chiama e così inizio a seguirlo

Un giorno, dopo la pesca miracolosa, Pietro si sente indegno del suo Signore. Ma Gesù lo guarda purificandolo. Gli chiede di alzarsi. Non è indegno. Egli lo rende degno.

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Gesù mi dà dignità. Mi chiede, come a Pietro, di non avere paura. Me lo dice quando mi chiama e mi chiede di seguire i Suoi passi, di prendere il largo seguendo la Sua luce, ascoltando le Sue parole:

“Poi io udii la voce del Signore che diceva: «Chi manderò e chi andrà per noi?». E io risposi: «Eccomi, manda me!»”.

E così inizia la mia sequela. Riconosco la mia povertà e la mia indegnità. Mi sento impuro ma mi metto in cammino nonostante le mie paure e le mie reticenze.

Senza paura né scuse, confidando nella Sua misericordia

Perché mi chiamerà? Forse non conosce la mia indegnità? La conosce, sa come sono dentro, nella mia fragilità. Mi guarda con misericordia e mi chiama.

Continuo a non capire. Mi ama al di là dei miei limiti e mi chiede di non avere paura del mare, delle onde e dei possibili fallimenti.

Se mi vuole al Suo fianco è per pura misericordia, non perché io lo meriti.

Vuole solo che non accampi scuse quando mi chiamerà. Che non dica che non sono capace solo per rimanere comodamente tranquillo nella mia mediocrità.

Che non incolpi gli altri delle mie infedeltà. Che non viva paragonandomi a persone più capaci per giustificare la mia pigrizia.

Se mi chiede di seguirlo, non è perché io sia migliore di altri, ma perché il Suo amore è molto grande e vuole donarmelo.

Dio compie miracoli

HAPPY, GIRL, MORNING

Questo mi salva e mi risolleva ogni mattina. Mi sento piccolo ma al contempo felice della Sua chiamata. Come dice San Paolo,

“Eso me salva y me levanta cada mañana. Me siento pequeño pero al mismo tiempo feliz por su llamada. Como dice san Pablo:

“Ultimo fra tutti apparve anche a me come a un aborto. Io infatti sono il più piccolo tra gli apostoli e non sono degno di essere chiamato apostolo perché ho perseguitato la Chiesa di Dio. Per grazia di Dio, però, sono quello che sono, e la sua grazia in me non è stata vana”.

La grazia non si è frustrata in Paolo. Era Saulo, perseguitava i cristiani, era impuro nello sguardo e nell’agire.

Ma Gesù gli appare e lo fa cadere dal cavallo del suo orgoglio. E lo chiama ad essere Suo apostolo. Un aborto, come dice lui. Così accade con me.

Anch’io sono indegno, ma sento che il miracolo si opera dentro di me. La Sua chiamata è feconda in me, come la pesca miracolosa.

Non sono io a operare il miracolo. È Lui dentro di me con il Suo potere a cambiare tutto.

La mia risposta: voglio stare con Te!

Mi piace la prontezza degli apostoli nel rispondere. Non esitano. Lasciano le reti a terra, abbandonano il padre e seguono Gesù allontanandosi dal lago che fino a quel momento era stato il loro mondo.

Lasciano tutto e Lo seguono. Saranno pellegrini, non avranno dove posare il capo. Ma non importa.

Si sentono felici perché potranno stare sempre al Suo fianco. Gesù compirà altri miracoli? Non importa.

Sanno solo che stare con Lui vale la pena. La loro vita ha un altro senso. Lasciano i pesci. L’orizzonte si amplia. Rinunciano alle cose di sempre.

Abbracciano come bambini fiduciosi la novità che si presenta ai loro occhi. Perdono la paura.

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