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Spagna: i deputati approvano il carcere per chi prega davanti alle cliniche abortive

PROLIFE, ABORTION, SLOGAN

StunningArt | Shutterstock

Francisco Vêneto - pubblicato il 07/02/22

Pregare in silenzio in pubblico per la vita diventa un crimine, mentre l'assassinio di un figlio è promosso come “diritto umano”

I deputati spagnoli hanno approvato giovedì 3 febbraio una modifica del Codice Penale per permettere il carcere per chi prega davanti alle cliniche abortive. Con 144 voti contrari e 204 a favore della persecuzione della libertà religiosa, di coscienza e di espressione, la modifica della legge passerà ora alla votazione del Senato.

Questa aberrazione, degna di una dittatura ideologica, è stata proposta dal Partito Socialista Operaio Spagnolo (PSOE), che governa il Paese. L’iter è iniziato il 21 settembre 2021. Con questa proposta, il Codice Penale Spagnolo passa a considerare criminale l’atto di promuovere, favorire o partecipare a “concentrazioni in prossimità di luoghi abilitati a interrompere la gestazione”, perché, secondo l’ideologia promotrice del provvedimento, le manifestazioni pro-vita davanti alle cliniche abortiste equivarrebbero a un “attentato alla libertà o all’intimità” della donna.

La nuova legislazione autoritaria penalizzerà quindi l’operato dei volontari pro-vita, potendo portarli al carcere da 3 mesi a un anno. Tra le azioni che svolgono i volontari, ci sono proprio quelle per la presa di coscienza delle gestanti in spazi pubblici nelle vicinanze delle cliniche abortive.

Violazione dei diritti fondamentali

Secondo l’agenzia cattolica di notizie ACI Prensa, il Partido Popular (PP) e Vox sono stati gli unici partiti a non sostenere l’introduzione di questa forma dittatoriale di censura e persecuzione ideologica, ritenendo che la modifica violi diritti fondamentali e libertà pubbliche come quelle di riunione, pensiero ed espressione.

Lourdes Méndez Monasterio, di Vox, ha denunciato che “sta accadendo qualcosa di molto grave in questo Paese quando si ritiene un crimine il comportamento pacifico delle persone pro-vita che informano, aiutano, sostengono e pregano davanti ai centri abortivi, centri di sterminio. Tutti i rappresentanti politici dovrebbero opporsi al fatto che il budget per i centri abortivi sia superiore a quello per aiutare le donne incinte”.

Interessi dell’industria abortista

María Teresa Angulo, del Partido Popular, ha accusato apertamente i difensori di questa persecuzione ideologica di proteggere “gli interessi economici delle imprese private” dell’aborto, aggiungendo che la nuova misura passa agli Spagnoli il messaggio per cui “chi osa manifestare un’opinione contraria agli interessi del Governo sarà soggetto a una legislazione che lo manderà in prigione”.

Anche la piattaforma cittadina Hazte Oír ha criticato il carattere dittatoriale e ideologico della misura, oltre a denunciare la lobby dei gruppi abortisti, che vogliono mettere a tacere chi li affronta.

“La proposta di modifica penale per perseguire le persone pro-vita si basa su un resoconto elaborato dall’organizzazione pro-aborto ACAI nel 2018. Si tratta, cioè, di una riforma chiesta da anni dall’industria abortista. Chi guadagna milioni smembrando, dissolvendo nell’acido o semplicemente estirpando i bambini dall’utero materno è infastidito dai volontari di tutte le età il cui unico proposito è convincere le madri in difficoltà del fatto che l’aborto non è la soluzione”.

“Si infastidiscono perché gli attivisti pro-vita sono l’ultima speranza che resta a quelle donne, che in molti casi vengono ingannate e costrette ad abortire. Gli attivisti pro-vita salvano i bambini e smascherano le menzogne dell’industria abortista e dei politici al suo servizio”.

Pregare in silenzio in spazi pubblici in prossimità delle cliniche abortive è un’iniziativa promossa dalla campagna 40 Giorni per la Vita, ed è assurda la possibilità che diventi un crimine mentre sterminare un figlio senza bisogno di alcuna giustificazione viene promosso come un “diritto umano”.

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