È stato recuperato sabato il corpo del piccolo Rayan Awram, 5 anni, da cinque giorni intrappolato in fondo a un pozzo profondo 32 metri, l'equivalente di un palazzo di dieci piani. La tragedia è avvenuta nella località di Tamorot, a 100 chilometri da Chefchaouen, nel nord del Marocco.
Rayan era caduto nel pozzo martedì 1° febbraio. L'enorme operazione di salvataggio è iniziata ufficialmente il giorno dopo, mobilitando équipes marocchine e attirando l'attenzione e le preghiere del mondo intero.
Anche se l'impegno dei pompieri e dei soccorritori è stato eroico, purtroppo non è stato possibile salvarlo.
Il quarto giorno delle operazioni, i soccorritori avevano raggiunto la profondità necessaria in un pozzo scavato parallelamente a quello in cui Rayan era intrappolato. Le équipes hanno quindi iniziato a scavare un tunnel orizzontale per collegare i due pozzi e arrivare al bambino. È stata la tappa più delicata dell'operazione, visto che il rischio di smottamenti era grande.
Sabato, il comitato che supervisionava le operazioni di salvataggio ha reso noto che Rayan presentava delle ferite, ma era vivo e riceveva ossigeno. Quando i soccorritori hanno finalmente raggiunto il bambino, qualche ora dopo, hanno però constatato che non era riuscito a resistere.
Chiediamo a Dio di accogliere nel Suo abbraccio eterno di Padre il piccolo Rayan e di concedere il balsamo della consolazione ai suoi genitori e a tutti i familiari.
Preghiera di fronte alla morte di un bambino
Dicono che quando un bambino chiude gli occhi in questo mondo
in cielo nasce un nuovo angelo;
che quando le sue mani si chiudono sulla terra
due ali si aprono nell'eternità.
Dicono che quando il cuore di un bambino smette di battere,
un cuore limpido e puro palpita accanto a quello di Dio.
Che quando due piedi virginali smettono di camminare
un grande cammino di fiori e piante
li aspetta sulla cima della collina.
Dicono che quando un bambino smette di vivere
Dio lo prende perché viva eternamente.
Perché un bambino è il sorriso del mattino,
del pomeriggio e della sera, è spensieratezza e allegria.
Per questo, poiché è speranza,
un bambino non smette mai di esistere.
Vive perché Dio, come creatore,
non permette un'opera incompleta;
non vuole che qualcosa resti ingiustamente nell'oblio;
desidera che questo nostro mondo
sia ornato dalla bellezza e dall'ingenuità,
dall'allegria e dalla spontaneità di un bambino.
Quando un bambino chiude gli occhi precocemente,
un nuovo angelo nasce in cielo,
due ali si aprono in alto,
nel firmamento si ode un canto angelico,
un sussurro celeste allevia la tristezza del momento.
Oggi esiste un angelo
nella nostra famiglia,
nel nostro cuore,
nella nostra fede,
nella nostra speranza.
Il suo nome è [Rayan].
Preghiera di p. Javier Leoz