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Sono anch’io colpevole del male del mondo?

ABUSE

Shutterstock | Doidam 10

Alvaro Real - pubblicato il 04/02/22

Abusi sessuali, femminicidi, omicidi, guerre, vessazioni e bullismo... Devo assumermi qualche colpa di fronte a queste azioni abominevoli?

Si è parlato poco, dopo la polemica del Benidorm Fest, della canzone Culpa, di Javier Mena. L’artista cilena ha presentato un brano che, indipendentemente dal fatto che piaccia o meno (a me per niente), ha un ritornello che sembra paradigmatico del pensiero di oggi:

“E che la vita ci liberi

dalla maledetta colpa,

lontani dal bene e lontani dal male”.

L’arte di conoscere se stessi, liberarsi dalla colpa, rendersi liberi… Perché se succede qalcosa sarà sempre colpa dell’ambiente, della situazione, della cultura predominante, del prestabilito o della madre. Ah, quelle poveri madri colpevoli di tutti i mali psicologici dei loro figli! È la grande liberazione che ci vendono ora… Via la colpa. Né bene né male.

KARAMAZOV

La colpa ne I fratelli Karamazov

Mi ricorda, per il paragone e l’antagonismo, il passo de I fratelli Karamazov in cui lo staret Zosima racconta come ha raggiunto la Verità e le parole di suo fratello Marcel alla madre poco prima di morire: “Mamma, goccia del mio sangue, ogni persona prima di tutti, per tutti e per tutto è colpevole, solo che la gente non lo sa; se lo sapesse avremmo subito il paradiso!”

La sua argomentazione colpisce per la sua apparente follia – “Uccelli di Dio, uccelli allegri: perdonatemi, perché ho peccato anche contro di voi” -, e termina con un’affermazione a favore della colpa che è l’antitesi della vita che si propugna al giorno d’oggi: “Voglio essere colpevole davanti a loro… Non so come spiegartelo… Se ho peccato contro tutti, tutti mi perdoneranno, e questo sarà il paradiso. Forse non ci sto già?”

Al termine del racconto sulla sua vita, lo staret Zosima torna su questa idea, un leitmotiv del romanzo: “Non c’è che un mezzo di salvezza: prendi su di te tutti i peccati degli uomini e renditene responsabile. (…) Ma se imponi la tua pigrizia e la tua impotenza agli altri, finirai per far tuo l’orgoglio satanico e inizierai a mormorare contro Dio”.

Guardare la nostra società “senza colpa”

La società di oggi non sta forse facendo un po’ questo? Non stiamo imponendo agli altri la nostra impotenza e i nostri pesi? Sono tanti i peccati gravi dell’umanità, e per tutti nessuno assume mai la colpa – i colpevoli sono sempre gli altri.

Le piaghe sono profonde: femminicidi, corruzione, bullismo, vessazioni della salute mentale, abusi di minori.

Nessuno sano di mente assumerebbe la minima colpa per una di queste situazioni. Saranno sempre altri a compierle (machisti, corrotti, haters o abusatori). Saranno sempre gli altri a commettere il male, per ideologia, egoismo o chissà quali ragioni.

È forse arrivato il momento di iniziare ad assumersi le colpe se vogliamo davvero salvare noi stessi e la società. I fratelli Karamazov vuole essere un romanzo totale e poliedrico con l’intenzione di avvicinarsi alla verità, e ci insegna che tutti in un modo o nell’altro sono colpevoli – per atto, per colpa morale, in modo indiretto, per permissività, mancanza di azione o omossione. Nei fratelli e nel crimine si uniscono tutte le dimensioni.

Se vogliamo avvicinarci alla Verità, dobbiamo iniziare ad assumere che siamo tutti colpevoli. Il principale colpevole di un assassinio, di un abuso sessuale, di furto, corruzione o malversazione dovrà pagare davanti alla giustizia umana e divina, certoo. Ma ci sono vari livelli di colpevolezza.

Forse tutti abbiamo una parte di colpa, anche se piccola: per non aver fermato un gesto di machismo, per aver riso di una derisione che ritenevamo insignificante, per aver permesso e dato per buono un pagamento in nero, per aver guardato dall’altra parte mentre vicino a noi accadeva qualcosa di negativo. Solo essendo consapevoli della nostra colpa e del fatto che tutto è collegato, come in un oceano, si potrà cercare di iniziare a giudicare i nostri simili.

“Perché dovete sapere, cari fratelli, che ciascuno di noi, in particolare, è colpevole, senza dubbio, per tutti gli uomini e per ogni persona della terra”, ricorda lo staret Zosima.

Se anziché questo, però, pretendiamo di addormentare la nostra anima e di cercare di continuare a vivere in preda all’orgoglio, alla disonestà e al peccato, possiamo pensare che non ci sia colpa, o meglio attribuirla agli altri, creando commissioni d’inchiesta parlamentari, pensando che il problema nel nostro ambiente sia minoritario o incolpando la storia e le generazioni precedenti. Il problema resterà, ma almeno potremo far finta di niente.

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