Il Corriere fa un ritratto “fuori dagli schemi” di Don Tonio Lobalsamo, autore dello scherzo su Sanremo che ha “coinvolto” il popolare attore pugliese
Burlone e amante di animali…strani: è il ritratto che fa il Corriere del Mezzogiorno (2 febbraio) del prete autore dello scherzo sul festival di Sanremo, che ha “coinvolto” Checco Zalone.
Lo scherzo “con” Zalone
Don Tonio Lobalsamo è il parroco del Santissimo Salvatore di Capurso (cittadina di origine di Checco Zalone). E’ il sacerdote che col suo “scherzo da prete” («Sette parrocchiani saranno portati da Checco Zalone sul palco dell’Ariston») si è guadagnato una inaspettata notorietà riuscendo ad entrare di prepotenza tra i trend topic del Sanremo 2022, conquistando la risata del padrone di casa Amadeus e del suo popolare concittadino.
La passione di don Tonio nei confronti degli animali esotici, ed in particolare nei confronti dei serpenti è una passione antica, che affonda le sue radici a quando era parroco di Adelfia (paese non lontano da Capurso).
Tutto iniziò nel 2000
In una lettera pubblicata una decina di anni fa dal sito Federfauna, don Tonio ha ricordato la «scintilla» che innescò in lui l’amore per i rettili. Un amico negoziante di animali, nei primi anni 2000, gli regalò un pitone reale. «La cosa non mi è affatto dispiaciuta» dichiarò allora don Tonio.
Topi ballerini e camaleonti
Non solo rettili, scrive il Corriere del Mezzogiorno, ma anche un merlo indiano, delle rane, dei topi ballerini, camaleonti. Tutti ovviamente detenuti con le corrette autorizzazioni. Quasi una vocazione francescana, quella di don Tonio, che oltre agli animali esotici, da pastore cura le “pecorelle” della sua parrocchia.
Il seminario e gli animali
Il parroco che ha fatto lo scherzo “con” Checco Zalone, scrisse in quella lettera:
«Lo confesso: allevo serpenti e non solo, ma cosi’, semplicemente perche’ ho la passione degli animali e, particolarmente, di animali… strani. Fin da piccolo ne ho avuti, ma, come spesso accade, si trattava solo del gatto e del canarino. Tanti, in seminario (sono entrato in seconda media e vi sono rimasto ben 13 anni; scrivo questo cosi’ faccio anche un po’ di pubblicita’ vocazionale!) ricordano il mio andar dietro a questo o a quell’animale, dalle lucertole ai cigni, incontrati in vacanza in un lago, alla rondine che non riusciva piu’ a volare. Poi, a 25 anni, son diventato prete e, per gli impegni legati al ministero, mi sono “tranquillizzato” un po’: al limite, solo il solito canarino».