Se Drusilla fosse stata l'atto di coraggio di Gianluca Gori di mandare all'aria certe maschere appiccicate male sul volto di Sanremo, l'avrei applaudita forte.
Come spetta alle dive, oggi i titoloni dei giornali sono applausi per lei: Drusilla Foer.
Drusilla Foer è stata invitata a presentare la terza serata del Festival di Sanremo perché è un personaggio che rende merito al talento attoriale di Gianluca Gori (l’uomo dietro la maschera della signora)? Chiaramente no, in gioco ci sono ammiccamenti ben più prosaici e tristi, obliterazioni di biglietti andata-e-ritorno per stare sul treno di un pensiero pseudo-culturale fluido, aperto, inclusivo.
Drusilla Foer è l’ennesimo spot alla sessualità che non deve più essere inscatolata nei generi femminile e maschile? A modesto parere di chi scrive no.
Pare perfino scontato dire che quello che va in scena sul palco di Sanremo paga pegno al pensiero dominante, e perciò – come ha fatto notare il direttore dell’Osservatore romano – è tutt’altro che trasgressivo. Anzi Sanremo è un alunno diligente che fa bene i compiti.
Sangiovanni si veste di rosa e ha lo smalto. Perché è ora di piantarla con lo stereotipo maschile del macho. Francesca Michielin rifiuta i fiori e li dà al violinista maschio. Lo stesso fa la cantante Hu. Guai a ridurre la donna a oggetto di atti di gentilezza.
La versione dei fatti di Mahmood è la sintesi perfetta di come si tenta di istigare a leggere la realtà. Il cantante è autore della canzone che porta sul palco con Blanco, Brividi e anche autore del testo della canzone di Noemi, Ti amo non lo so dire. La combinazione degli elementi mi ha portato a un’impressione che resta tale, impressione. Non dico che sia voluto, calcolato, ecco. Ma lo dico. Mahmood porta sul palco un duetto di uomini che si cantano l’un l’altro un amore – bellissimo, acchiappone, perfetto – da brividi. E scrive per Noemi una canzone in cui la voce femminile canta con un’allegria robusta il fatto che non sa dire ti amo. Gli uomini si amano profondamente tra loro, le donne si guadagnano la medaglia di saper vivere senza amore.
Anche qui niente di nuovo, non è forse il ritornello che permea testi e sottotesti di infiniti prodotti mediatici? E per non farci mancare nulla, sentivamo il bisogno che fosse specificato che la bellissima canzone d’amore di Elisa può essere pensata anche come gesto di gratitudine per un animale domestico.