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6 donne coraggiose che alla fine hanno scelto di non abortire

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Silvia Lucchetti - pubblicato il 04/02/22

In occasione della prossima ricorrenza della 44ª Giornata Nazionale per la Vita condividiamo con voi alcune storie di aborti scampati grazie ad incontri provvidenziali

In questi ultimi anni abbiamo avuto la gioia di raccontare e raccogliere tante testimonianze di aborti scampati grazie in particolare al servizio straordinario offerto dai Centri Aiuto alla Vita e dei volontari che con dedizione instancabile vi operano.

Abbiamo incontrato storie di donne disperate al punto da pensare di fronte ad una gravidanza, all’aborto come unica soluzione, scialuppa di salvataggio nell’oceano in burrasca dei problemi della vita. Problemi di natura economica, sociale, affettiva. E prima di ogni altro una grande solitudine. Come sottolinea Maria Luisa Di Ubaldo, coordinatrice dei Cav di Roma e presidente di Federvita Lazio:

La scelta di interrompere una gravidanza ha tante sfaccettature ma alla base di tutto c’è sempre una solitudine.

(romasette.it)

Solitudine che la pandemia ha purtroppo accresciuto:

C’è stato un impoverimento delle famiglie e un’impennata delle pillole del giorno dopo: un impatto a cui abbiamo risposto con una presenza quotidiana e costante.

(Ibidem)

La donna quando pensa all’aborto guarda fuori da sé alla realtà che le presenta il suo conto salato, alle situazioni che le appaiono irrisolvibili, e in base a ciò ha la tentazione di abortire, per cui spiega la presidente:

La nostra mission è far volgere lo sguardo della donna verso il grembo, per poi accompagnarla insieme al figlio nei primi due anni di vita grazie al lavoro in rete.

(romasette.it)

Oggi vi proponiamo, per celebrare la Giornata per la Vita che ricorre domenica 6 febbraio, 6 storie di donne che nonostante tutto hanno detto sì. Donne abbandonate e umiliate dai compagni, licenziate dal lavoro o con occupazioni precarie, madri per la prima volta o con altri figli da accudire, senza una famiglia su cui poter contare, o istigate ad abortire proprio da genitori, fidanzati… che, grazie a un incontro provvidenziale, hanno invertito la rotta.

Terrorizzate dall’idea di non farcela e bisognose come gli assetati d’acqua di essere accolte, di ricevere ascolto, ma ascolto vero che è orecchio, spirito, occhio, mente, cuore, braccio. Lo hanno trovato e si sono sentite finalmente “a casa”. E quell’ascolto è poi diventato azione concreta, sostegno pratico. Il primo passo per amare il loro bambino, la prima tappa per riconoscersi madri.

La risposta che ogni vita fragile silenziosamente sollecita è quella della custodia. Come comunità cristiana facciamo continuamente l’esperienza che quando una persona è accolta, accompagnata, sostenuta, incoraggiata, ogni problema può essere superato o comunque fronteggiato con coraggio e speranza. 

(Dal Messaggio per la 44ª Giornata Nazionale per la Vita della Conferenza episcopale italiana, Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali)

1Karìn: il ragazzo le chiede di abortire ma lei porta avanti la gravidanza

Quando Karìn scopre di essere incinta, la prima persona a cui lo confida è suo padre che si arrabbia molto. Poco dopo condivide la notizia della gravidanza con il suo ragazzo: “no! Devi abortire!”. Ma lei con coraggio sceglie di portare avanti la gravidanza grazie all’aiuto concreto del Centro Aiuto alla Vita Tiburtino di Roma.

2Giovanna ha rischiato di abortire ma grazie ad una volontaria il suo Daniele è qui

Il piccolo Daniele ha rischiato di non nascere. Sua mamma voleva abortire ma poi ha incontrato un angelo: Mariella una volontaria che le ha offerto ascolto, aiuto concreto e vicinanza. Così il piccolo è venuto alla luce e mamma Giovanna non smette mai di ringraziare Dio per averle impedito di abortire suo figlio.

3Rosa vuole abortire ma poi incontra Mena e decide di portare avanti la gravidanza

Rosa rimane incinta e pensa di abortire. Sul suo cammino però incontra Mena, malata di sclerosi multipla e costretta sulla sedia a rotelle. «Sai, Rosa? – le dice – Io, in queste condizioni, mio figlio l’ho fatto nascere. Si chiama Gino…». E’ la scossa che le serve per risvegliarsi, distogliendola dal proposito di abortire.

4Caterina resta incinta per la seconda volta del marito dal quale però si sta separando

«Mi hai imbrogliato! Sei stata con me e ti sei fatta mettere incinta pensando di legarmi a te un’altra volta». Così reagisce l’uomo quando Caterina gli confida che aspettano un bambino. Parole come pugnali e così decide di abortire. Ha già in mano il certificato di interruzione di gravidanza quando arriva al Cav Mangiagalli di Milano.Quel foglio, dopo il colloquio con Paola Bonzi, finisce nella spazzatura.

5Anna è incinta e il papà del bambino insiste per farla abortire. Lei scrive a Papa Francesco che…

“Devi abortire, non riconoscerò il bambino”, queste le parole che Anna sente pronunciare all’uomo del quale è incinta. Lui ha un’altra famiglia e pretende che lei si liberi di quell’ “incindente”. Anna sta per cedere all’infame richiesta, ma prima scrive di getto una lettera al Santo Padre. Pochi giorni dopo le squilla il telefono: «Pronto Anna, sono papa Francesco. Ho letto la tua lettera. Noi cristiani non dobbiamo farci togliere la speranza, un bambino è un dono di Dio, un segno della Provvidenza».

6Giulia Michelini: la sua famiglia le consiglia l’aborto ma lei il giorno dell’intervento scappa via

L’attrice ha solo 19 anni quando rimane incinta. La famiglia la invita ad abortire. Molto combattuta alla fine prenota l’interruzione ma quando arriva il suo decide di andare via. «A quell’età non desideravo un figlio, volevo indipendenza, sentirmi libera di andare come un treno, ma questo bambino, dandomi un peso specifico, credo che mi abbia salvato la vita. Ha allontanato la mia parte autolesionista, senza di lui è probabile che mi sarei persa»

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