Una preghiera in cui domandiamo una grazia al Signore o ad un santo può essere più efficace se rispettiamo tre cose. Lo spiega il libro “Preghiere di guarigione e liberazione nella sofferenza”, a cura di Don Marcello Stanzione e Pino di Missaglia (editrice Ancilla). La preghiera di domanda, infatti, deve possedere questi tre connotati essenziali, cioè deve essere: fiduciosa, ispirata, certamente esaudita.
1) Fiduciosa
La fede che sta alla base di ogni esperienza di preghiera, assume qui la dimensione della fiducia. Fiducia fondata su un Padre che ama le sue creature, si manifesta sensibile alle loro necessità, condivide le loro difficoltà. Stando così le cose, la preghiera di supplica diventa superflua? No. Una preghiera veramente efficace resta necessaria.

Una lista inutile
Ciò che appare inutile è la presentazione di una lista minuziosa e interminabile delle nostre necessità. Dio non ha bisogno di essere informato puntigliosamente su ciò che occorre. Semmai gradisce essere informato sulla nostra fede-fiducia. Dobbiamo comunicargli la nostra esigenza più profonda: che Lui si dimostri Padre. Avere fede significa essere sicuri che Lui sa. Dio non si dimostra Padre eseguendo i nostri ordini. Dio è vicino, è Colui sul quale si può contare, ma non è l’esecutore delle nostre domande, un “fattorino” delle grazie richieste.
Non è Lui che si deve rendere disponibile a tutto ciò che gli ordiniamo, siamo noi che con la preghiera ci rendiamo disponibili alla sua azione. L’opposto della fiducia è l’ansia, la pretenziosità, la petulanza.

2) Preghiera ispirata
Un'altra condizione affinché la preghiera sia efficace è che sia "ispirata". «Lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza. Non sappiamo infatti come pregare in modo conveniente, ma lo Spirito stesso intercede con gemiti inesprimibili; e colui che scruta i cuori sa che cosa desidera lo Spirito, perché egli intercede per i santi secondo i disegni di Dio» (Rm 8,26-27).
Senza lo Spirito, che prega dentro di noi «con gemiti inesprimibili» (Rm 8,26), le nostre suppliche non arriverebbero mai al Padre, anzi, ancora più radicalmente, la preghiera sarebbe impossibile.
Tre cose da sapere
Tre osservazioni importanti per poter capire le parole di San Paolo.
- La nostra preghiera troppo spesso fa dei calcoli eccessivamente meschini. Soprattutto la nostra preghiera non riesce sempre ad individuare le nostre vere necessità. Lo Spirito, perciò, più che “moderatore” è “istigatore”. Ci sollecita, ci incoraggia a esagerare, a chiedere sempre di più.
- Di fronte a un ostacolo, una difficoltà, un intoppo qualsiasi, abitualmente esigiamo che Dio provveda Lui, appianando il terreno, togliendo di mezzo quelle realtà spiacevoli. Non ci rendiamo conto che, invece, “è conveniente domandare” che il Signore ci dia il coraggio, l’intelligenza, la fantasia per affrontare quelle situazioni, ci faccia capire che la soluzione dipende da noi.
- Lo Spirito deve “ispirare” la nostra preghiera, le nostre domande. Dovremmo avere il sospetto che se Dio ci esaudisse secondo i nostri gusti e non secondo i desideri dello Spirito, secondo i nostri progetti e non secondo i suoi disegni, avremmo da perdere più che da guadagnare.
3) Preghiera certamente esaudita
Come mai, allora, parecchie nostre richieste non vengono evase? Molti di noi, spesso, mugugniamo perché Dio non ci ascolta, non presta attenzione alle nostre suppliche, neppure a quelle urgenti e “necessarie”. Delude la nostra speranza, ci sottopone a interminabili anticamere e poi ci rimanda a mani vuote...
Come conciliare la sicurezza dell’esaudimento, certificata dalle parole stesse di Gesù («Chiedete e vi sarà dato»), con l’esperienza negativa che abbiamo accumulato a riguardo? Colui che prega evita di decidere da solo, ma si apre all’azione di Dio e si abbandona, non senza una lotta dolorosa, ad una forma di attrazione che determina in lui una trasformazione. L’oggetto della preghiera diventa allora secondario. Ciò che importa, prima di tutto, è la relazione con Dio.

La vittoria sulla morte
In tal modo la preghiera trasforma il desiderio, che si modella sulla Volontà del Padre, quale che sia. Infatti, colui che prega aspira, innanzitutto, all’unione delle due volontà nell’amore.
La preghiera di Gesù è stata esaudita con la vittoria sulla morte, però passando attraverso la morte, non scansandola. «Tutto concorre al bene, per coloro che amano Dio Mt 7,7», anche la sofferenza. Dio ci esaudisce sicuramente, ma a modo suo. Secondo la sua generosità infinita di Padre. È a vantaggio nostro che il Padre non ci prenda letteralmente in parola. La preghiera esaudita è la preghiera che ci trasforma, che ci fa entrare nel progetto di Dio, ci inserisce nella sua azione.
Gli spazi per la preghiera
È importante dedicare abitualmente spazi per la preghiera personale fatta con il cuore, per alimentare il rapporto d’amore, di fiducia e di abbandono a Dio, oltre che con le formule di “autoliberazione” e di liberazione. Solo in questo modo si può creare quella vita di grazia e di unione con Dio Padre, Gesù Signore, lo Spirito Santo Amore, con Maria, con i nostri Angeli custodi e in particolare San Michele, con tutto il Paradiso.