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La liberazione della santa adolescente Artellaide ad opera degli angeli

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Arcidiocesi Ortodossa d'Italia | Facebook

don Marcello Stanzione - pubblicato il 27/01/22

Fu rapita durante una fuga. Approdò poi a Benevento dove si segnalarono miracoli per sua intercessione

Lucio, proconsole a Costantinopoli, sotto il regno dell’imperatore  Giustiniano, aveva una figlia chiamata Artellaide (544-560). Era una donna d’una bellezza notevole. Un ufficiale, avendo vista questa ragazza presso suo padre, fece un grande elogio di lei all’imperatore. Questi, curioso di conoscerla, pregò suo padre di portargliela. 

Lucio nascose la figlia

Il proconsole, geloso con ragione della virtù di sua figlia, rispose con un rifiuto. Giustianiano ne fu ferito e diede ordine ad un ufficiale della sua guardia di prelevare Artellaide. Lucio, subito informato di questa tirannica misura, nascose così bene sua figlia che l’emissario dell’imperatore non potette scoprirla.

“Tiratemi fuori da qui”

Santa Artellaide, persuasa che Giustiniano avrebbe prescritto ricerche più attive, e che ella non avrebbe potuto sfuggirle per molto tempo, disse a suo padre ed a sua madre: “Miei cari genitori, tiratemi fuori di qui, vi scongiuro, e fatemi condurre da dei servi di fiducia presso mio zio, a Benevento”. Questo zio era il famoso Narsete, che comandava in Italia le truppe imperiali. 

“Che l’angelo vi accompagni”

Lucio, a cui quel consiglio apparve molto saggio, la fece partire immediatamente, sotto la protezione di tre devoti domestici, dicendole: “Andate, figlia mia, e che l’Angelo del Signore vi accompagni”. Giustiniano non apprese questa fuga che alcuni giorni dopo. Ma ne fu talmente irritato, che ordinò alle sue guardie di ricercare Lucio e di tagliargli la testa. Lucio, avvisato del pericolo, si mise fuori attacco rifugiandosi presso il nipote dell’imperatore, che seppe sottrarlo a tutte le ricerche.

L’incontro con i ladri

Artellaide, durante quel tempo, continuava il suo viaggio, quando, non lontano da Budna, città della Dalmazia, incontrò dei ladri. I suoi domestici fuggirono, lasciandola sola tra le loro mani. Detenuta sette giorni nel covo di quei ladri, ella dovette ad un’assistenza del tutto speciale del Cielo di non subire nessun oltraggio. 

ANGEL

L’ottavo giorno

L’ottavo giorno, un Angelo venne ad aprire la porta della sua prigione e la rimise alla guida dei suoi domestici. Questi, pieni di gioia, affittarono un bastimento che li portò a Siponto, città poco lontana da Benevento. Malgrado il suo desiderio di giungere immediatamente presso suo zio, la giovane vergine volle recarsi, in azione di grazie, sul monte Gargano (luogo celebre per il suo santuario in onore di san Michele). 

L’apparizione a Narsete 

La notte successiva, un Angelo, sotto l’aspetto di un anziano, apparve a Narsete e gli disse: “Alzatevi, mio generale, e andate incontro a vostra nipote Artellaide, che viene a cercare vicino a voi un asilo alla sua innocenza; la troverete a Siponto”. Narsete partì subito, ricevette sua nipote con estrema benevolenza e la portò nella sua casa. 

I miracoli a Benevento

Santa Artellaide divenne celebre a Benevento per le sue virtù ed i suoi miracoli. Ma Dio non tardò a rapirla alla terra, poiché ella morì all’età di soli sedici anni, tre mesi ed otto giorni.

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