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La Bibbia e i suoi simboli: la scala di Giacobbe simbolo di ascesa a Dio

LE SONGE DE JACOB

© Pascal Deloche / Godong

Philippe-Emmanuel Krautter - pubblicato il 26/01/22

L’idea di un’ascensione verso Dio è ricorrente, nelle Scritture. L’elevazione dell’anima verso il divino si traduce prestissimo, nell’Antico Testamento, in simboli potenti ed evocatori. Primo fra tutti il sogno di Giacobbe.

La Genesi riporta un curioso sogno del patriarca Giacobbe, il figlio di Isacco e nipote di Abramo. Mentre Giacobbe aveva lasciato Bersabea e si dirigeva verso Haran, fece una sosta e si addormentò. 

Ebbe allora un sogno sbalorditivo: vicino a lui si trovavano i piedi di una scala che arrivava fino in cielo. Ancora più strano: angeli di Dio ne salivano e scendevano incessantemente. Fu allora che il Signore, il quale stava accanto a lui, disse: 

Io sono il Signore, il Dio di Abramo tuo padre e il Dio di Isacco. La terra sulla quale tu sei coricato la darò a te e alla tua discendenza. La tua discendenza sarà come la polvere della terra e ti estenderai a occidente e ad oriente, a settentrione e a mezzogiorno. E saranno benedette per te e per la tua discendenza tutte le nazioni della terra. Ecco io sono con te e ti proteggerò dovunque tu andrai; poi ti farò ritornare in questo paese, perché non ti abbandonerò senza aver fatto tutto quello che t’ho detto. 

Gen 28,13-15

Con queste parole, precisa il testo, Giacobbe realizzò allora che Dio era presente in quel posto, e che quell’incontro rinnovava la promessa del dono della terra, fatta a lui e ai suoi discendenti. Il sogno e la scala di Giacobbe risultano ricchi di insegnamenti, e rappresentano un simbolo potente di cui i teologi non avrebbero mancato di esplorare la portata… né i più grandi artisti la bellezza. 

L’ascesa verso Dio 

Con questo sogno, Giacobbe prende così coscienza che Dio gli sta sempre vicino così come lo era stato ai suoi antenati Abramo e Isacco, mentre lui neppure se ne rendeva conto: 

«È vero, il Signore è in questo luogo! E io non lo sapevo», disse Giacobbe. 

Gen 28,16 

Questa prossimità e fedeltà l’avrebbero aiutato ad accogliere come cosa ormai certissima questa verità. Il racconto biblico riporta infatti che fu subito preso da timore e che aggiunse: 

Questo luogo è formidabile! È veramente la casa di Dio e la porta del cielo! 

Ibid. 

Così il sogno di una scala che conduce alla porta del cielo e alla “casa di Dio” significa pure, nella sua potenza simbolica, che ogni credente deve elevare l’anima alle cose superiori – elevazione e ascensione simboleggiate dalla scala. La tradizione giudaica avrebbe visto nella scala la rappresentazione delle differenti prove del popolo giudaico prima della venuta del Messia, nonché un vero ponte tra il cielo e la terra – immagine suggestiva che il Vangelo secondo Giovanni avrebbe ripreso nelle parole di Gesù: 

In verità, in verità vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sul figlio dell’uomo. 

Gv 1,51 

La consacrazione del luogo santo 

Il sogno della scala avrebbe avuto per conseguenza un atto di consacrazione da parte di Giacobbe: divenuto cosciente della sacralità del luogo in cui Dio gli è apparso, il Patriarca si alzò «di buon mattino», dice la Scrittura, a indicare che un evento tanto importante non può lasciare indifferenti. 

E poi quella pietra che alla vigilia Giacobbe aveva utilizzato per poggiarvi il capo durante il sonno sarebbe stata da lui allestita a mo’ di stele: il veggente vi versò sopra dell’olio per consacrarla. Fin dalla Genesi, vediamo dunque che fanno la loro comparsa degli antichissimi riti di consacrazione, specialmente per i luoghi “toccati dalla divinità”. Dal sogno di Giacobbe nacquero quindi un luogo consacrato e una promessa: 

E chiamò quel luogo Betel, mentre prima di allora la città si chiamava Luz. Giacobbe fece questo voto: «Se Dio sarà con me e mi proteggerà in questo viaggio che sto facendo e mi darà pane da mangiare e vesti per coprirmi, se ritornerò sano e salvo alla casa di mio padre, il Signore sarà il mio Dio. Questa pietra, che io ho eretta come stele, sarà una casa di Dio; di quanto mi darai io ti offrirò la decima».

Gen 28,19-22

Il forte contrasto fra il sogno di una scala e la materialità della pietra sottolinea l’importanza delle pratiche sacerdotali che andavano elaborandosi. Per servire la Casa di Dio, eretta nelle altezze celesti, il credente dovrà fondare la sua fede su basi sicure e tangibili mediante i luoghi consacrati. Il Tempio di Gerusalemme sarebbe diventato il primo fra tali luoghi. 

[traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio]

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