Il C.O.R. (Centro Oratori Romani) è un'associazione di catechisti laici, volontari, che operano per promuovere la pastorale oratoriana a Roma secondo il carisma del loro fondatore il Servo di Dio Arnaldo Canepa. L'attuale Presidente del COR è David Lo Bascio che all'Oratorio dei bambini e dei ragazzi ha dedicato una fetta importante della sua vita e che domenica riceverà in maniera ufficiale il mandato di Catechista così come Papa Francesco ha fortemente voluto definendolo, insieme all'Accolitato e al Lettorato, come ministeri per i laici e dunque per tutti i battezzati a cui dedicare un rito e dunque uno spazio specifico nella vita della comunità ecclesiale.
Raggiunto al telefono David Lo Bascio, 38 anni, ingegnere delle telecomunicazioni, ci racconta qualcosa di sé, del suo servizio al COR, e di quanto sta per accadere.
Emozionato per Domenica?
Emozionatissimo! (ride) Diciamo che sto cercando di razionalizzare con il fatto che questa è solo una conferma di quanto già fatto, ma la forma è anche sostanza, così diventa una conferma per la vita. L'emozione quindi c'è ed è bello che ci sia.
A che età ti sei avvicinato agli oratori?
Io per 9 anni e mezzi sono stato figlio unico, per cui io dal balcone vedevo quello che erano i primi anni di un oratorio del COR presso Santa Maria Mater Ecclesiae a Roma, e mia madre colse un desiderio e mi convinse ad andare. Dai sette anni sono entrato e non sono più uscito, sono cresciuto in oratorio con tanti catechisti che mi hanno accompagnato. Sono persone che sono state e sono significative nella mia vita, alcune di loro saranno domenica con me, perché come dice giustamente Papa Francesco “La verità è una Relazione”, ed è vero, è grazie a loro se sono cristiano probabilmente, è grazie a loro se mi sono occupato a mia volta dei giovani, dal corso allievi fino a diventare direttore e via discorrendo, negli anni mi sono aperto ad altre parrocchie, a dare una mano ovunque servisse, uscendo dal proprio “orticello”. Fa parte del nostro carisma come oratoriani, la missionarietà, ed è missione anche andare in una parrocchia diversa e aprire un oratorio nuovo.
Canepa, il vostro fondatore, era un laico...
Esatto, questa istituzione del Ministero del Catechista è anche per la storia del COR rivelante, è in qualche modo una consacrazione dell'intuizione profetica del nostro fondatore, specie se si pensa al fatto di associarlo all'Oratorio che di solito viene più accostato a figure – preziose! - come “formatori”, “educatori” “animatori” ma invece ha da sempre una vocazione di annuncio del Vangelo. Il catechista lo si associa solo alla preparazione ai sacramenti, ma invece cosi si amplia il mandato a tutta la vita, perché tutta la vita è un annuncio.
La Chiesa vive dove c'è concretamente l'uomo...
Viene istituito ministero nella Chiesa ciò che è vero nella vita. È la tua vita che annuncia, in tanti modi anche diversi. Del resto il Sinodo stesso va in questa direzione: ripensare il modo di essere comunità: la Chiesa non come erogatore di servizi e sacramenti ma compagna di vita, comunità che sta con te, a cui affidarsi e in cui impegnarsi sempre.
Il Sinodo è un po' una “sveglia” per i laici?
Io credo che ciò che è urgente è riscoprire la propria vocazione battesimale, essere nel mondo per ciò che si è costituiti. È un cammino difficile perché ci siamo un po' tutti deresponsabilizzati, ma dobbiamo camminare insieme, questa è la dimensione da tenere presente. Farsi guidare dalla Provvidenza, mettersi in gioco. Se penso alla mia vita, mi domando come sono arrivato qui, mi pongo come tutti la domanda: ma perché io? Perché non un altro? Ma questa domanda è quella della logica del mondo, è la logica meritocratica per cui ti succede questo o quello sulla base di una valutazione, ma la logica di Dio è totalmente diversa, è quella del dono, della gratuità. Dio chiama e poi ti apparecchia davanti le cose giuste per te, in cui ti realizzi come cristiano, come figlio di Dio.
Per te cos'è la sinodalità?
La Sinodalità è questo: non si può solo calare dall'alto un percorso e chiedere solo un coinvolgimento passivo alle persone, perché nell'altro c'è sempre una storia e una verità che non va schiacciata, perché del resto Dio non disdegna nulla di quello che è dell'uomo. L'oratorio è un po' questo: il bambino è protagonista, è modello antropologico del cristiano perché è aperto alla novità, l'adulto cerca solo conferme di se stesso, il bambino fa domande e domande sempre nuove, in modi nuovi, confronta quello che gli dici con la sua vita concretamente.