La signora delle comete
“Le stelle si guardano di notte e preferibilmente d’inverno“. Strano ma vero, l’uomo alza lo sguardo all’infinito quando è al buio e al freddo. La frase è di Amalia Ercoli Finzi, condivisa durante la recente intervista nel programma Vite – l’arte del possibile su SkyTg24.
E’ una constatazione molto semplice e tecnica, niente a che fare con le grandi intuizioni di questa scienziata italiana. Eppure pensarla bambina, in una notte d’inverno a occhi alzati verso la volta celeste, è un’immagine che dice molto di lei – e di noi. Siamo desiderio di un nesso con l’infinito, e questo desiderio non nasce dalla quiete riscaldata, ma da momenti in cui il freddo punge l’anima. Possibile che siamo sperduti e piccoli?
Alziamo gli occhi al cielo per capire se possiamo chiamarlo casa. Amalia Ercoli Finzi è stata definita “la signora delle comete” per il lavoro più che decennale svolto sulla missione spaziale Rosetta. Qualcosa la lega ai signori della cometa, i Magi. Perché lo sguardo verso l’alto non è meccanico, non è un diversivo, ma è una forza di attrazione. Qualcuno ci attrae dal fondo dell’universo.
Mi piace tantissimo essere stata definita “la signora delle comete”. […] Soprattutto le comete sono lo specchio della nostra vita. La cometa vive in un suo mondo freddo e buio, lontanissimo. Per ragioni gravitazionali, ma la cometa pensa che sia per un suo istinto, la cometa si allontana da questo suo mondo e viene affascinata dal Sole che la attrae verso di sé. E lei emette la coda meravigliosa che noi vediamo nel cielo. Ma poi il Sole – che è un farfallone! – la lascia andare e lei ritorna nel suo mondo.
Da Vite – l’arte del possibile