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Quali sono le 3 conseguenze della chiamata di Gesù?

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Jeffrey Bruno

don Luigi Maria Epicoco - pubblicato il 20/01/22

Vita spirituale, missione e lotta al male.

Vangelo del 21 gennaio 2022

Salì poi sul monte, chiamò a sé quelli che egli volle ed essi andarono da lui. Ne costituì Dodici che stessero con lui e anche per mandarli a predicare e perché avessero il potere di scacciare i demòni.
Costituì dunque i Dodici: Simone, al quale impose il nome di Pietro; poi Giacomo di Zebedèo e Giovanni fratello di Giacomo, ai quali diede il nome di Boanèrghes, cioè figli del tuono; e Andrea, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso, Giacomo di Alfeo, Taddeo, Simone il Cananèo e Giuda Iscariota, quello che poi lo tradì.

(Marco 3,13-19)

Il gesto della scelta dei discepoli che viene raccontato nel Vangelo di oggi non riguarda solo una categoria di persone ma riguarda tutti coloro che hanno il dono della fede. Troppo volte leggiamo il Vangelo piegandolo a letture clericali, ma dimentichiamo che ogni pagina del Vangelo parla a tutti e non solo a preti o consacrati, perché la chiamata di fondo non è a una vocazione specifica ma a quella vocazione battesimale che ci rende tutti discepoli: sacerdoti, re e profeti.

È come se da prete io escludessi il racconto delle nozze di Cana solo perché sono celibe. Quel racconto non è riservato solo agli sposi ma a ogni battezzato. Ugualmente il Vangelo di oggi:

Salì poi sul monte, chiamò a sé quelli che egli volle ed essi andarono da lui. Ne costituì Dodici che stessero con lui e anche per mandarli a predicare e perché avessero il potere di scacciare i demòni.

Vorrei sottolineare le tre conseguenze della chiamata di Gesù. Innanzitutto dice il Vangelo li chiamò perché “stessero con lui”; la prima grande chiamata è ad avere un’intimità con il Signore. La prima chiamata è ad avere un’autentica vita spirituale.

Poi aggiunge “per mandarli a predicare”; non si può pensare a una fede che non diventi missione, annuncio. Una fede che non sente l’urgenza di annunciare ciò che si è incontrato come Vero nella propria vita non è fede ma solo ornamento inutile.

Terza cosa “perché avessero il potere di scacciare i demòni” che non significa che rende tutti esorcisti alla maniera del grande padre Amorth, ma rende tutti capaci di combattere il male in ogni sua subdola manifestazione: ingiustizia, disperazione, tentazione, visione mondana della vita e della storia, e così via.

Vita spirituale, missione e lotta al male sono le tre conseguenze del dono della fede.

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