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Che fare quando una persona amica si suicida?

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Shutterstock | Stock-Asso

Pilar Velilla Flores - pubblicato il 15/01/22

Il fatto che una persona del nostro ambiente – familiare, amico o collega – decida di togliersi la vita è un'esperienza traumatica

“Qualcosa muore nell’anima quando un amico se ne va”, dice una canzone, ed è davvero così. La morte di un amico fa male, ma se è avvenuta per suicidio il dolore raddoppia. È lacerante. Ho esitato a scrivere questo articolo per via del tema, decisamente delicato, ma ho pensato che magari può aiutare qualcuno che sta attraversando questa situazione difficile.

L’OMS avverte che ogni 40 secondi una persona muore per suicidio nel mondo. In Spagna di recente è stato pubblicato un grafico inquietante in cui si nota che i suicidi sono più numerosi delle morti per Covid, rappresentando ormai la prima causa di morte esterna. In Messico, il 2020 è stato l’anno con più suicidi dell’ultimo decennio, e lo stesso è avvenuto in Colombia.

Si tratta quindi di una questione molto seria, e non serve dire che la persona “voleva attirare l’attenzione” o che ha commesso “un gesto molto egoista”.

I disturbi mentali spaventano ancora oggi, sono circondati da un forte stigma e provocano rifiuto nella nostra società, e i malati – sì, malati – hanno bisogno di cure e di compagnia, di qualcuno che comprenda la loro sofferenza e di sentirsi ascoltati.

La mia amica si è suicidata nel 2007

Un freddo giorno d’inverno ero al lavoro. Era l’ora di pranzo, e una collega che conosceva la mia amica Lidia mi ha fatto un cenno perché doveva dirmi qualcosa. Quando sono rimasta sola con lei, senza indugio ha sganciato la bomba: “Lidia si è suicidata stamattina”.

Io ero incinta del mio primo figlio, e ho dovuto sedermi per il colpo. A volte qualcuno ha paragonato il dolore estremo che si prova all’esperienza traumatica dei campi di sterminio. Per questo i familiari e amici di una persona che si è suicidata vengono riconosciuti come sopravvissuti.

Purtroppo, in quel momento la mia collega ha commentato: “Suicidarsi mi sembra l’atto più egoista che esista”. Questo non ha aiutato affatto il lutto in cui ero appena precipitata. Meno male che un’altra persona, più saggia, mi ha detto che solo Dio poteva giudicare, che si trattava di una persona malata e che aveva sofferto molto, e che Nostro Signore ne avrebbe tenuto conto.

Mi ha anche aiutato conoscere la storia che collega Padre Pio al suicidio, e una frase che il santo ha detto a una donna che aveva appena perso un familiare stretto: “Dal ponte al fiume ci sono solo pochi secondi”. Non conosciamo mai tutto quello che passa per la mente del suicida per togliersi la vita, come anche i suoi ultimi pensieri prima di morire.

La misericordia di Dio è infinita, e non terrà conto solo di un’azione in sé negativa, senza fare un bilancio della vita della persona e delle sue vere intenzioni. Bisogna considerare che nella maggior parte dei casi le persone che si suicidano hanno malattie gravi, che vogliono smettere non di vivere, ma di soffrire.

🔵 (FOTOGALLERY) Sorrisi che nascondono pensieri suicidi e depressione 🔵

Come aiutare? Sintonizzare l’antenna

Io non ho saputo vedere che la mia amica aveva bisogno di me, neanche quando qualche settimana prima di mettere in pratica il suo proposito, mentre prendevamo un caffè, mi aveva confessato di aver provato a togliersi la vita. Quella volta aveva avuto fortuna perché le sue compagne di appartamento avevano chiamato l’ambulanza salvandole la vita.

Poi è arrivato il suo compleanno, che ha organizzato invitando molta gente con un’e-mail. A quanto pare, però, c’erano state molte defezioni, perché qualche giorno dopo ha inviato un altro messaggio annullando la festa. Quell’e-mail è stata la sua lettera d’addio. Era una richiesta di aiuto che nessuno ha saputo percepire, neanche io.

Avrei voluto sapere che i segni di allarme che possono portare una persona a commettere il suicidio sono tristezza, mancanza di forze, evitare l’elemento sociale, essere costretti a letto, pianto facile, idee di morte, bassa autostima, autolesionismo…

SAD

Qualsiasi persona soffra di depressione o ansia è poi un soggetto a rischio, perché la malattia non è statica ma fluttuante, e quindi suscettibile di alti e bassi a livello di stato d’animo, con tutto ciò che questo comporta.

E ovviamente, chiunque esprima la volontà di morire, di togliersi di mezzo, smettere di soffrire o qualsiasi altra idea che implichi il fatto di scomparire va preso sul serio, perché sta davvero male.

Imparare il linguaggio della salute mentale

Bisogna imparare il linguaggio della salute mentale: quando conviene esigere e quando bisogna consolare, quando si deve usare la testa e quando si deve usare il cuore. In questo modo sono convinta che si salverebbero molte vite.

La chiave è forse diventare il “Telefono della Speranza” dei nostri familiari e amici. Per questo bisogna interessarsi, sapere cosa fanno e cosa provano.

La mia amica andava a sessioni di risoterapia. Una volta l’ho accompagnata fino alla porta. Oggi varcherei quella soglia per capire bene in cosa consisteva la terapia e aiutarla meglio.

🔵 (FOTOGALLERY) Suicidio, tentato suicidio, pulsioni suicidiarie: come farvi fronte

Le domande che non ho mai formulato

Se vivete con qualcuno o conoscete una persona che pensa al suicidio, abituave a formulare queste domande: Come stai ora? Cosa provi? Hai bisogno di aiuto? Bisogna tendere la mano: “Se ti tornano in mente quelle idee, per favore chiamami”. Cercate di essere empatici.

Si può sempre ricorrere ai centri specializzati, che dispongono già di un protocollo da applicare in questi casi. Una buona idea è tenere a portata di mano il telefono del medico o del terapeuta della persona in questione, nel caso in cui fosse utile.

Bisogna evitare di dire cose come “Con la fortuna che hai…”, o “Coraggio”, perché più che aiutare in genere fanno sì che la persona si senta ancora peggio. È come dire a una persona con la gamba ingessata “Forza, cammina!”

Che fare del senso di colpa?

Dopo la doccia fredda che si riceve con una notizia di questo tipo, si viene inondati da un senso di colpa enorme. Si mette in discussione ogni parola, ogni gesto che si è avuto o non avuto con quella persona.

Ma convincetevi di una cosa: non è colpa vostra. Qualunque cosa facciate, se quella persona è ossessionata dall’idea di suicidarsi e di mettere in pratica il suo proposito, c’è poco da fare.

C’è sempre speranza

Un mese fa mi sono imbattuta in un annuncio su una rivista che diceva: “Offri una Messa per un defunto. Ho pensato subito a Lidia e al valore che ha ogni Santa Messa. Da quando se n’è andata mi sentivo a disagio, e da quando ho offerto una Messa in suffragio della sua anima sono in pace. La morte non ha l’ultima parola.

EUCHARIST

Ne approfitto per lasciarvi i riferimenti di qualche risorsa internazionale di prevenzione del suicidio.

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