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La voglia di vivere: come la trovano Samuele e altri nella Bibbia?

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Nadino | Shutterstock

Luisa Restrepo - pubblicato il 12/01/22

Guardando giovani e anziani che hanno perso l'entusiasmo per la vita, sorge una domanda: qual è la motivazione che ci permette di andare avanti?

La nostra vita continua se abbiamo una motivazione. Più è forte, più saremo capaci di affrontare anche gli ostacoli che troveremo inevitabilmente nel nostro cammino.

L’ho pensato guardando gli anziani che a volte, quando si sentono abbandonati o trascurati, perdono l’entusiasmo di vivere e si lasciano morire.

Pensavo anche ai più giovani, che non hanno più desideri perché fondamentalmente sono soddisfatti.

Per questo mi piace pensare a Samuele, un giovane che non rimane bloccato:

Samuele era coricato nel tempio del Signore dove si trovava l’arca di Dio. Il Signore chiamò Samuele, il quale rispose: «Eccomi!» Poi corse da Eli e disse: «Eccomi, poiché tu mi hai chiamato». Eli rispose: «Io non ti ho chiamato, torna a coricarti». Ed egli andò a coricarsi.

Il Signore chiamò Samuele di nuovo. Samuele si alzò, andò da Eli e disse: «Eccomi, poiché tu mi hai chiamato». Egli rispose: «Figlio mio, io non ti ho chiamato; torna a coricarti». 

Ora Samuele non conosceva ancora il Signore e la parola del Signore non gli era ancora stata rivelata.

Il Signore chiamò di nuovo Samuele, per la terza volta. Ed egli si alzò, andò da Eli e disse: «Eccomi, poiché tu mi hai chiamato».

Allora Eli comprese che il Signore chiamava il bambino. Ed Eli disse a Samuele: «Va’ a coricarti; e, se sarai chiamato ancora, dirai: “Parla, Signore, poiché il tuo servo ascolta”». Samuele andò dunque a coricarsi al suo posto.


Il Signore venne, si fermò accanto a lui e chiamò come le altre volte: «Samuele, Samuele!» E Samuele rispose: «Parla, poiché il tuo servo ascolta». 

Samuele intanto cresceva e il Signore era con lui e non lasciò andare a vuoto nessuna delle sue parole”.

1 Samuele 3, 3b-10-19

Risveglio

All’inizio Samuele non è in grado di riconoscere l’invito che gli rivolge il Signore. Quella voce che chiama il suo nome, però, lo porta a risvegliarsi dal sonno, lo spinge a porre domande.

Attraverso il profeta Eli, Dio trova il modo di arrivare al suo cuore, il tutto grazie alla sua disponibilità e inquietudine: “Non lasciò andare a vuoto nessuna delle sue parole” (1 Sam 3,19).

A volte, invece, preferiamo rimanere addormentati. Siamo pigri anche nella vita dello spirito, preferiamo non essere scomodati.

In questo modo, però, perdiamo la possibilità di essere toccati dalla grazia di Dio, che ci mette in cammino e cambia il nostro cuore.

Alzarsi e mettersi in cammino

L’atteggiamento di Samuele ci mostra che chi è attento è qualcuno che è alla ricerca.

Se vi lasciate scomodare, se siete alla ricerca di qualcosa, è perché ne sentite la mancanza, perché ne avete bisogno.

Anche se non sapete esattamente cosa sia, potete rispondere e mettervi in atteggiamento di ascolto.

Se non ci alziamo, però, se non ci mettiamo in marcia, le parole che ascoltiamo rimarranno vuote.

Un incontro che cambia

L’incontro con il Signore cambia. Samuele è rimasto con Lui e si è aperto alla volontà del Signore.

Saranno poi due personaggi del Nuovo Testamento, che, aperti alla grazia, seguiranno la stessa direzione: Maria di Nazaret rispondendo all’angelo “Si compia in me secondo la tua parola” (Lc 1, 38) e Paolo con la sua disponibilità totale a Cristo: “Signore, che devo fare?” (At 22, 10).

Auguriamoci, in questo nuovo anno, di imparare tutti l’ascolto, il mettersi in marcia e l’atteggiamento di consigliare gli altri quando ne hanno bisogno.

Non sappiamo mai quanto possano essere efficaci le nostre parole o il nostro esempio. Eli ha saputo raccomandare a Samuele la strada giusta.

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