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La sofferenza è un castigo divino?

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Vanderlei de Lima - pubblicato il 10/01/22

E i mali lanciati contro di noi hanno effetto?

C’è chi pensa che i mali fisici o morali siano punizioni di Dio, ma non è vero, come questo articolo vuole evidenziare.

Diciamo subito che il male è, per definizione filosofica, l’assenza di un bene necessario. Sì, il male non ha esistenza propria, ma nasce dalla mancanza di qualcosa che dovrebbe esistere e non esiste, o che esiste ma in qualche momento manca. Le tenebre vengono percepite così solo quando manca la luce, la malattia appare nella mancanza di salute, la debolezza viene dal declino delle forze, ecc.. Non ogni assenza, ad ogni modo, è negativa: la mancanza di occhi in un albero non è un male (non gli sono necessari), ma nell’essere umano, ad esempio, lo è, perché ha bisogno degli occhi.

Il male può essere fisico o morale. È fisico se c’è una carenza materiale (malattie, miserie, cataclismi…), morale quando deriva dal deviare dal giusto ordine nel comportamento dell’essere umano, unica creatura responsabile dei suoi atti, facendo nascere vizi, peccati, imperfezioni… In entrambi i casi, proviene dalla creatura: nel caso del male fisico deriva dalla natura stessa degli esseri (un vulcano, ad esempio), mentre sul piano morale nasce dall’abuso della libertà umana (come nel caso dell’avallo al peccato dell’aborto).

Perché Dio non lo impedisce?

Sorge qui una domanda cruciale: è Dio l’autore dei mali? Perché non li impedisce? La filosofia e la teologia rispondono che Dio – Perfetto, Assoluto ed Eterno – non può essere l’autore, diretto o indiretto, del male. Questo deriva sempre dalla creatura, imperfetta, relativa e temporale. Il Signore può impedire ogni male, ma non vuole farlo per non interferire artificialmente nelle leggi naturali. Secondo Sant’Agostino di Ippona (Enchiridion, 38), però, non permetterebbe il male se non fosse per trarne beni ancor maggiori. Sì, ogni sofferenza, per quanto penosa e incomprensibile, è una scuola di crescita umana e spirituale per chi ne sa approfittare (cfr. Richard Gräff. O cristão e a dor. S. Paolo: Quadrante, 2007).

Qualcuno potrebbe dire: se Dio non punisce, perché l’Antico Testamento ha vari passi che fanno intendere il contrario? Perché nel pensiero comune dell’epoca non si distingueva quello che Dio faceva o permetteva soltanto che avvenisse. Si voleva talmente esaltare Dio (al contrario di quanti oggi vogliono disprezzare il Signore) che Lo si rendeva autore di tutto, perfino del male. Questo, però, non è vero, com’è stato inteso nella lenta e saggia pedadogia della Rivelazione (cfr. E. Bettencourt, OSB. Descobrindo o Antigo Testamento. Rio de Janeiro: Mater Ecclesiae, 2005, p. 101-112). Come si è detto, il male fisico o morale deriva dagli errori delle creature limitate.

I mali lanciati contro di noi hanno effetto?

L’essere umano può tuttavia punire se stesso per mancanze proprie. È il caso di una persona che preferisce fumare pur conoscendo i pericoli che comporta per la salute. Un tumore o un enfisema polmonare non saranno la conseguenza dell’atto di fumare? Lo squilibrio ambientale non è una risposta della natura alle aggressioni nei suoi confronti? C’è un proverbio che dice “Dio perdona sempre, l’essere umano a volte, la natura mai”, e aiuta a comprendere meglio alcuni mali ricorrenti (non tutti).

Nonostante tutto ciò, c’è chi immagina che la malattia o altri problemi siano castighi per qualche peccato commesso dalla persona in questione o da un suo antenato. Il Vangelo smentisce questa idea: di fronte al cieco dalla nascita, chiedono a Gesù se ha peccato lui o i suoi genitori, perché sia nato senza la capacità di vedere. Gesù dice che non hanno peccato né i genitori né lui (il problema non aveva nulla a che vedere con il peccato). Anzi: quel male (la cecità) è diventato un bene (la manifestazione della gloria divina con la guarigione del cieco, cfr. Gv 9, 1-2).

E i mali lanciati contro di noi hanno effetto o no? No. Possono raggiungere chi ne ha paura, non perché hanno forza in sé, perché non hanno alcun potere, ma perché la persona si suggestiona e crede che il male sia più forte di Dio. Questo è peccato. Nulla può vincere Dio, quindi coraggio! Non fate caso al male, pensate al bene, abbiate fede e nulla vi toccherà. È quello che Dio stesso promette nella Sua Parola (cfr. Rm 8, 31-37).

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