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Suor Nelly León, premiata per la sua vita dedicata alle donne private della libertà

NELLY LEON

Gentileza

Ingrid T. Saavedra - pubblicato il 05/01/22

La religiosa, cappellana del carcere femminile, premiata come una delle 100 Donne Leader del 2021

Suor Nelly León, religiosa appartenente alla Congregazione di Nostra Signora della Carità del Buon Pastore e cappellana del Centro Penitenziario Femminile di San Miguel, ha ricevuto un riconoscimento dal quotidiano El Mercurio e dall’organizzazione Mujeres Empresarias (Donne Imprenditrici) nella categoria Servizi Sociali.

È la terza volta che suor Nelly riceve questo premio per la sua dedizione e il suo apostolato, soprattutto con le carcerate. Abbiamo parlato con lei del lavoro instancabile che svolge, dei temi pendenti e di alcuni successi importanti.

“Se non stessi in carcere con le donne, se non avessi quel senso del lavoro e quella passione così profonda che mi spinge a lottare per la loro dignità, giustizia e il rifarsi una vita, non riceverei nulla. Ogni volta che mi danno questi riconoscimenti penso a loro”, ha detto la religiosa ad Aleteia.

In Cile si continuano a incarcerare le donne povere

Circa il lavoro svolto in questo secondo anno di pandemia, suor Nelly ha commentato: “Nel 2021 ci sono stati alcuni progressi, sono riprese le visite sospese per la pandemia, specialmente dei figli delle recluse. Abbiamo stretto alcuni accordi con il settore civile e lo Stato per ottenere un po’ più di dignità per loro, ma le donne continuano ad essere spedite in carcere e non smettono di ricevere condanne dure, per quanto abbiamo chiesto di rivedere tutto questo.

Il Paese non esamina il tema femminile, abbiamo lottato tanto, abbiamo lavorato con il Ministero della Giustizia, con vari attori, e quello che si chiedeva era che non si continuasse a privare della libertà madri con figli piccoli, tuttavia oggi abbiamo 15 donne recluse in questa situazione e altre incinte. Spero nella nuova Costituzione, quattro costituenti hanno parlato con un gruppo di donne in carcere, interpellandole sulle loro inquietudini, sui loro sogni e le loro speranze. È stato un dialogo sincero, e spero che ci siano passi avanti importanti”.

Conoscere le storie prima di condannare

“Quando sono arrivata per la prima volta in carcere ad annunciare la buona novella di Gesù, sono rimasta senza parole e ho detto: ‘Come posso parlare di Dio qui? Non ci riuscirò finché queste donne non avranno il minimo per vivere dignitosamente’, e così mi sono messa a lavorare. È la cosa più profonda che ho dovuto sperimentare. In questo cammino di vita che ho scelto, mi sento una donna profondamente amata da Dio, e accompagno le donne col cuore”, riferisce suor Nelly. 

In questo senso, la sua posizione nei confronti della società è chiara: “Esorto le persone a cambiare sguardo, ogni volta che viene condannata pubblicamente una donna si pensa che siano tutte uguali. C’è gente che parla molto male delle persone private della libertà e non è mai entrata in un carcere, non conosce le storie di queste persone. Ho imparato che ogni donna è diversa e ha una storia diversa. Esorto ad essere più empatici con la realtà dei poveri”, dice.

NELLY LEON

Dall’immensa solitudine al reinserimento e a una vita nuova

Nel lungo iter di lavoro con le donne private della libertà, la cappellana è venuta a conoscenza di varie storie che colpiscono per la loro crudezza e di altre che ispirano e danno la speranza di poter cominciare una vita nuova. “La solitudine è un’esperienza molto forte in carcere. Una delle esperienze più difficili che ho dovuto affrontare è stato il suicidio di una delle recluse. Ho dovuto tirarla via dalla morgue, vestirla, accompagnarla in carcere, vegliarla, e mi sono chiesta ‘Perché un povero dev’essere povero anche nella morte?’ Piangevo perché quella donna non aveva niente, né nessuno che si congedasse da lei”.

“Con la Fundación Mujer Levántate [Fondazione Donna Alzati, n.d.t.], sento che abbiamo potuto alleviare un po’ quella solitudine e siamo stati anche testimoni di splendidi cambiamenti di vita”.

NELLY LEON

“Ora stiamo festeggiando Sandra, che ha sostenuto l’esame per diventare Operatrice Sociale e fa parte della nostra équipe, e Paola, che sta creando il gruppo Mujer libre [Donna Libera], mentre un’altra è diventata levatrice e varie altre stanno studiando. Un gruppo consistente è riuscito a ricostruire la propria famiglia nel processo”, il che è fonte di grande incoraggiamento.

Suor Nelly ha concluso affermando con decisione che “si può trasformare la vita di una donna privata della libertà”, e ha aggiunto una frase di Santa Maria Eufrasia: “Una donna vale più del mondo, e un’opportunità fa davvero la differenza”.

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